AMBIENTE - Cronaca

4 Aprile 2022

SECONDO NO ALL’IMPIANTO TMB A BORGO MONTELLO: ECOAMBIENTE CONDANNATA DAL CONSIGLIO DI STATO

di Bernardo Bassoli – LATINA TU


TMB a Borgo Montello: il Consiglio di Stato conferma la decisione del Tar e dà torto a Ecoambiente

La sezione quarta del Consiglio di Stato si è pronunciata sul ricorso, integrato da motivi aggiunti, proposto da Ecoambiente srl, una delle due società (l’altra è Indeco srl) che gestisce gli invasi nella discarica di Borgo Montello. La società Ecoambiente avrebbe voluto realizzare un impianto di trattamento meccanico biologico nella quarta discarica del Lazio ma fu bloccata da un ricorso al Tar da parte di un’altra società.

Il ricorso a Palazzo Spada era stato presentato da Ecoambiente nel 2018 proprio contro quella pronuncia del Tar e, quindi, contro la Rida Ambiente srl, la società di Fabio Altissimi che gestisce l’impianto di Tmb ad Aprilia. La società di Aprilia aveva presentato istanza al Tar perché la realizzazione di un altro Tmb nella provincia di Latina non avrebbe preso in considerazione il fatto che, come ebbe a dichiarare Altissimi nel 2017, Rida Ambiente è in grado di soddisfare il fabbisogno del bacino pontino in termini di lavorazione del rifiuto

Ecco che, allora, nel 2017, il Tar, con sentenza n. 12668, aveva accolto il ricorso di Rida Ambiente annullando la determinazione della Regione Lazio – Direzione Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti del 12 febbraio 2015, n. GO1217, recante il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale alla Eco Ambiente Srl. L’autorizzazione contestata da Rida Ambiente costituiva, in sostanza, il lasciapassare a Ecoambiente per la realizzazione del suo impianto TMB.

Ecoambiente, nel suo ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar datata 2017, aveva avanzato quattro censure in ragione di quattro presunte violazioni di legge. Ad essersi costituito giudizio, oltreché a Rida Ambiente, anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Ambiente.

Palazzo Spada, nella sentenza disposta oggi 4 aprile – Presidente del Collegio Raffaele Greco e estensore della sentenza Emanuela Loria – ha respinto le varie eccezioni formulate da Ecoambiente negando ulteriormente l’autorizzazione per l’impianto TMB a Borgo Montello.

“Non può – si legge nella sentenza del Consiglio di Stato – accedersi alla tesi dell’appellante (ndr: Ecoambiente) per cui si sarebbe trattato di “un unico complesso impiantistico”, e quindi ai fini dell’applicazione della vecchia disciplina si poteva (come fatto dalla Regione) considerare già esistenti le discariche gestite dalla odierna appellante senza che rilevasse il mancato avvio dei lavori di realizzazione dell’impianto di trattamento (il quale, peraltro, per quanto sopra detto non aveva neanche ottenuto l’autorizzazione in tempo utile)”.

Il Consiglio di Stato, nel confermare la sentenza del Tar, ha condannato Ecoambiente alla refusione delle spese del giudizio a favore della ditta R.I.D.A. Ambiente S.r.l. e della Regione Lazio e nella misura di 6mila euro per ciascuno, oltre agli accessori di legge se dovuti (I.V.A., C.P.A. spese generali al 15%), da dividersi in parti uguali.

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 22 Marzo 2022

Rifiuti, nessun sito di stoccaggio a Borgo Montello: la conferma del commissario per l'emergenza

di Andrea Apruzzese

 

No del Comune di Latina a una nuova attività di trattamento del percolato, presentata da Indeco, mentre arriva la certezza che i siti di Borgo Montello restano esclusi da qualsiasi ipotesi per il nuovo sito di stoccaggio del secco residuo, che il commissario regionale Illuminato Bonsignore sta cercando. La conferma l'ha data al Comune di Latina lo stesso commissario, in un incontro di alcuni giorni fa: Montello non è in lista. La scelta avverrà entro fine marzo, ma non è escluso che possa essere nel territorio del Comune: il commissario starebbe esaminando ogni sito possibile, a partire da quelli inseriti nello studio di primo livello della Provincia, ma non limitandosi a essi. Cave, soprattutto. Ma anche siti dismessi. Una volta che avrà effettuato la scelta, il commissario presenterà le motivazioni: sarà scelta l'area con meno criticità. Pietra tombale su Montello come nuovo sito di stoccaggio del secco residuo, il Comune intende però dire anche di no a una richiesta di Indeco di nuova attività di trattamento del percolato: «Abbiamo chiarito che nessuna autorizzazione può essere data prima della bonifica del sito di Montello - esordisce l'assessore all'Ambiente, Adriana Calì - inoltre, Indeco ha presentato una richiesta di trattamento, su cui noi come Comune ci dobbiamo esprimere in materia di modifiche, entro la prossima conferenza di servizi ai primi di aprile». L'assessore precisa che, da un esame delle carte, «ci preoccupa il dichiarato volume del percolato che dovrebbe essere trattato, secondo i nostri calcoli molto elevato, e che potrebbe rappresentare un ulteriore rischio per il territorio». L'amministrazione di piazza del Popolo starebbe già studiando la situazione in collaborazione con diversi esperti, per predisporre una dettagliata relazione da presentare in Regione Lazio.

Ieri intanto il Comune ha approvato con determina la positiva conclusione della conferenza di servizi, e il progetto di bonifica dell'ex centrale nucleare di Borgo Sabotino relativo all'inquinamento da sostanze chimiche sotto l'impianto. Una vicenda nata già alcuni anni fa, ma il 16 aprile 2021, la Sogin ha comunicato ancora che, «è stato riscontrato il superamento delle concentrazioni di soglia per il cloruro di vinile e che il suddetto superamento è stato poi confermato con un'ulteriore attività di campionamento che ha restituito un valore di concentrazione pari a 3,56 microgrammi per litro». Da qui, la richiesta di progetto di bonifica e di conferenza di servizi, nella quale il Comune con Arpa Lazio sottolinea «la necessità di intervenire con urgenza e un intervento full scale considerato il superamento delle concentrazioni e le criticità rinvenute anche in passato in prossimità del consorzio Santa Rosa».

https://www.ilmessaggero.it/pay/latina_pay/il_comune_dice_no_al_progetto_indeco-6578429.html


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10 ottobre 2019
MONTELLO, ALTRO CHE BONIFICA!
 CAVALLI, CAVILLI, PROMESSE E SPERGIURI SULLA DISCARICA

Fonte: Latina Tu - Published on 10 Ottobre 2019 in Attualità di Bernardo Bassoli

Ora il gruppo Cerroni batte cassa e non si fa nemmeno la post Gestione degli invasi mentre, da almeno un decennio, si straparla di messe in sicurezza e ripristino dei luoghi. Per Montello, il nuovo libro di Coletta è come quello vecchio.
Adesso che, nero su bianco, una azienda del gruppo Cerroni ha detto chiaro e tondo per quale motivo si volevano prendere le quote della Ecoambiente (fare una discarica, chi l’avrebbe mai detto!?!) tutto sembra più cristallino, se ce ne fosse stato bisogno.
Ora che la società Systema Ambiente ha scritto una lettera dove, in sostanza, lamenta di aver comprato un bellissimo cavallo di razza (con tanto di 1.400.000 metri cubi di discarica sbloccabili e impianti per decine di milioni di euro fabbricabili) e di essersi ritrovata con un ronzino inutile e costoso.
Adesso che il gruppo Cerroni detiene direttamente o indirettamente il 100% di una discarica ma rischia di non sapere cosa farsene, la lettera indirizzata a curatela fallimentare Latina Ambiente, Regione Lazio e Comune di Latina ci ricorda senza mezze misure che il mondo dei sogni, quando si parla di rifiuti, non esiste: “O ci date il cavallo promesso o vogliamo i soldi indietro più i danni”.
Che si tratti di cavalli o di cavilli poco importa, perché in realtà c’è una assenza eccellente in questa vicenda, che pure veniva agitata con grande vigore dal Sindaco Damiano Coletta quando le quote della discarica erano ancora all’asta. “Chiunque comprerà queste quote si dovrà occupare in prima persona della bonifica” – dichiarava il primo cittadino del capoluogo. E nonostante questa prospettiva poco accomodante per un ambito imprenditoriale molto attento al profitto (dal loro punto di vista, legittimo), un acquirente si è anche trovato, appunto il gruppo Cerroni.
Ma il sindaco, che per la “bonifica” di Borgo Montello ha sempre avuto una specie di fissazione, avrà mai mantenuto questi propositi? Si è mai parlato, seriamente, di bonifica sul sito di Borgo Montello? Perché è evidente che le letterine spedite dal brioso assessore Roberto Lessio a Roma (lettera di cui poi non si è saputo quasi nulla) per “incoraggiare la Regione” a partecipare alle spese di bonifica erano una cosa detta così, tanto per dire. Se non altro a supporto di questa tesi c’è il tempo, ovvero, da anni si straparla di bonifiche ma anche Coletta, come tutti i suoi predecessori, non ha fatto niente di niente. E non solo sul fronte bonifica, ma anche sulla post gestione degli invasi. Perché, checché ne dica l’assessore Roberto Lessio, nessuno degli invasi di recente utilizzo che sono andati a riempirsi all’inverosimile sono mai stati mandati in post-gestione, né per quanto riguarda il versante In.deco né, tantomeno, per la Eco-Ambiente.


Uno striscione appeso sulla casa dei Piovesan in Via Monfalcone, di fronte alla discarica di Borgo Montello (nella foto la data). Da anni le famiglie di Via Monfalcone sono impegnate in una lotta interminabile per avere un po’ di giustizia.
I cittadini si sono costituiti come parte civile nel processo a Ecoambiente sull’inquinamento delle falde acquifere a Borgo Montello
Ma poi, fuori dal politicamente corretto, il nuovo proprietario delle quote, con la bonifica, non aveva nulla a che vedere. A provvedere alle bonifiche (in teoria, come più volte fatto notare dalla Provincia di Latina) doveva essere la Eco-Ambiente che ha pensato bene di eseguire un lavoro sperimentale di messa in sicurezza operativa con acqua ossigenata e candeggina per panni (che poi, si poteva aggiungere anche il “Vernel” così c’era anche l’ammorbidente) che, per stessa ammissione della società, non è una bonifica.
Ma la discarica va bonificata, gli invasi vanno mandati in post-gestione, e nessuno lo fa. E il tempo che si sta perdendo è talmente tanto che il gruppo Cerroni ha avuto modo di organizzarsi, di prendere possesso del territorio e chiedere che le sue autorizzazioni vengano sbloccate di modo che possano avere il cavallo di razza per il quale hanno pagato. Ma non ci si dimentichi che la post-gestione (che costa circa 1.000.000 di euro all’anno per trent’anni e che consiste nella gestione “post-mortem” degli invasi saturi) sarebbe in capo alla società che ha ricevuto i soldi dei cittadini per anni. Perché si tratta di una quota già inserita nella tariffa che i cittadini laziali pagavano per conferire rifiuti in discarica.
Perché quei fondi, che stanno in capo alla azienda, ma che sono vincolati solo a quell’utilizzo, non vengono usati una volta per tutte e non si mette almeno un punto sulla discarica di Borgo Montello?
Perché In.deco ed Eco-Ambiente non vengono almeno richiamati a questo compito?
Perché la Regione (che dovrebbe verificare lo stato degli invasi e disporre la post-gestione quando sono pieni) non fa il suo lavoro?
Perché invece di scrivere lettere alla camomilla, quasi come quelle che si spedivano a a Babbo Natale, intanto il Comune non ne fa un’altra di lettera, compresa degli interrogativi suddetti, sollecitando gli organi competenti a fare il proprio dovere per mandare in post-gestione gli invasi saturi di Borgo Montello?
In questa storia di cavalli e di cavilli, di promesse e di spergiuri, una cosa è certa. Le parole “bonifica, post-gestione, tariffa, ambiente, trasparenza” e “cambiamento” sono state evocate invano così tante volte che ormai, anche nel nuovo libro di Coletta, hanno perso tutto il loro significato. E intanto i residenti di Borgo Montello stanno a guardare, disillusi tra i disillusi e, scommettiamo, che non si sorprendono nemmeno più. Anzi, lo sappiamo per certo.
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9 ottobre 2019
GRUPPO CERRONI BATTE CASSA. SENZA DISCARICA A BORGO MONTELLO, CHIEDE SOLDI A REGIONE E COMUNE
Fonte: Latina tu - Published on 9 Ottobre 2019 in Cronaca di Bernardo Bassoli
Systema Ambiente spa, la società riconducibile al gruppo Cerroni, annuncia di chiedere un risarcimento danni nel caso in cui non vengano sbloccate le autorizzazioni per nuovi metri cubi nella discarica di Borgo Montello.
È del 7 ottobre la lettera che la società, gestore di parte degli invasi della discarica di Borgo Montello, presieduta da Monica Cerroni, figlia del “Supremo” Manlio, ha indirizzato a coloro che considerano i responsabili della situazione di stallo: i curatori del fallimento di Latina Ambiente, Lorenzo Palmerini e Angela Pierro, la Regione Lazio – Presidente Nicola Zingaretti, Flaminia Tosini della Direzione Ambiente, l’Assessore d’area Massimiliano Valeriani – e il Comune di Latina.
A marzo 2018, Systema Ambiente si aggiudicò, spendendo due milioni e mezzo di euro e superando l’offerta della ditta Paguro riconducibile a Fabio Altissimi di Rida Ambiente srl, l’asta fallimentare per il 51% delle quote della società Ecoambiente gestore di invasi nella discarica di Montello.
Ciò che, a distanza di quasi due anni, lamenta Systema Ambiente è che nella perizia redatta dal dott. Alaia, nominato dalla curatela della fallita Latina Ambiente Spa (ex gestore della raccolta dei rifiuti nel Comune di Latina), si “esaminava, ai fini della valorizzazione della partecipazione alienanda, i beni e le attività di Ecoambiente“, posseduta al 51% da Latina Ambiente Spa (l’altro 49% già all’epoca era di Ecolatina, una società riferibile anch’essa al gruppo Cerroni).
Acquisendo la totalità delle quote di Ecoambiente dal fallimento di Latina Ambiente, la società del gruppo Cerroni otteneva il controllo degli invasi della discarica di Montello, aspettando, come si evince dalla lettera, che fosse dato seguito, considerato quanto scritto nella perizia, a una serie di provvedimenti, ma realizzando che “la situazione di fatto si è dimostrata completamente diversa“.
Chiedono conto, dunque, di alcune autorizzazioni il cui iter è in stand-by e che permetterebbero alla discarica di tornare in funzione (ad oggi Montello non riceve più nessun tipo di rifiuto): “la sopraelevazione per 400.000 mc sul lotto b” e “l’ulteriore milione e di mc sul lotto c” definite dal perito, scrivono nella lettera, di “prossima emanazione“. 
Non solo metri cubi di rifiuti e discarica, Systema Ambiente denuncia criticità anche sul lato del polo impiantistico previsto dalla Regione: “il perito aveva sostenuto – scrivono – che l’autorizzazione alla costruzione e messa in esercizio di un Tmb (ndr: trattamento meccanico-biologico), di un impianto di compostaggio e di un impianto di depurazione del percolato fosse stata da gran tempo emanata“. Invero Systema Ambiente “è venuta a conoscenza che una sentenza del Tar del Lazio (non menzionata dalla perizia ancorché fosse anteriore alla stessa) aveva annullato la determinazione Regione Lazio n.G01217/2015 nella parte in cui includeva l’impianto TMB di Ecoambiente“.
“Sulla vicenda – continua il legale della società che ha firmato la missiva – pendono oggi alcuni giudizi innanzi ai tribunali amministrativi competenti ma la questione è lungi dall’essere risolta“. 
È per tale ragione che lo scopo sociale di Ecoambiente, a detta della controllante Systema Ambiente, “viene ad essere vanificato“.
In conclusione della lettera, ecco la stoccata all’amministrazione del capoluogo che, in realtà, può risultare preoccupante in ragione dell’eventualità di una richiesta di risarcimento, con l’ennesimo contenzioso per l’ente di Piazza del Popolo in tema di rifiuti.
È stato commesso, per Systema Ambiente, “un errore tanto grave nella descrizione del compendio messo in vendita” che “assume rilievo ancora maggiore ove si consideri che la società venditrice, oggi in stato di fallimento (ndr: Latina Ambiente), era controllata dal Comune di Latina“.
Sul banco degli “imputati”, dunque, secondo il gruppo Cerroni, c’è l’inerzia degli enti e la perizia disposta dalla curatela fallimentare che avrebbe tratto in errore l’acquirente di Ecoambiente. In soldoni, fuori da ogni cacofonia da legulei, Systema Ambiente recrimina di aver comprato qualcosa che si è rivelata essere un peso. Senza discariche e impianti, dicono, quella società, Ecoambiente, comprata per oltre 2 milioni, e quei terreni, sono da rispedire al mittente (curatela) annullando l’acquisto e chiedendo vieppiù un risarcimento danni a Regione, Comune e, si suppone, alla medesima curatela.
Una bella gatta da pelare. L’amministrazione di Latina, con in testa il sindaco Damiano Coletta e l’Assessore all’Ambiente Roberto Lessio, al fine di rispondere alle critiche per aver perso definitivamente il controllo della discarica (posseduto parzialmente tramite Latina Ambiente) si disse sicura che, per quegli invasi, era possibile una bonifica e che solo quella sarebbe stata progettata e compiuta. Oggi, si ha la conferma che il privato non ha acquistato Ecoambiente per il libro dei sogni sventolato dalle sicurezze ingenue degli amministratori di Latina Bene Comune, ma per far tornare in funzione, secondo alcuni iter amministrativi comunque avviati dalla Regione Lazio, una discarica che, a parole, nessuno vuole ma che, nei fatti e negli atti, rimane uno spauracchio nemmeno troppo peregrino per i cittadini. E, forse, sarebbe arrivato il momento di comprendere che imbarcarsi nella costituzione dell’azienda speciale di ABC, lasciando al suo destino Latina Ambiente, e di conseguenza la discarica di Borgo Montello, non è stato, poi, un grande affare. Anzi.
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8 0ttobre 2019

B.GO MONTELLO, PROCESSO FALDA INQUINATA: ESSERE PARTE CIVILE È MORTIFICANTE

Fonte : Latina Tu - Published on 8 Ottobre 20198 Ottobre 2019 in Giudiziaria di Alessandranna Nocella


La giustizia funziona secondo norme precise, ma sono i tempi elefantiaci che vengono di volta in volta stabiliti a colpi di rinvii semestrali ad essere una vera e propria vergogna. Qualsiasi siano i motivi di queste lungaggini, tali circostanze giocano – in genere – solo a favore degli imputati e, soprattutto, della prescrizione dei reati, in questo caso inerenti all’inquinamento della falda millenaria che da sempre giace sotto la discarica di Borgo Montello. Questa mattina, presso il Tribunale di Latina, l’ennesima udienza del processo che vede sul banco degli imputati Vincenzo Rondoni e Bruno Landi, all’epoca dei fatti dirigenti di Ecoambiente (gestore di parte degli invasi della discarica di Montello), e l’imprenditore Nicola Colucci. E l’ennesimo rinvio ad aprile 2020 disposto dal giudice a causa dell’assenza dei testimoni convocati, il dott. Rodolfo Napoli (Consulente tecnico d’ufficio per alcune perizie sulla discarica e ordinario di Ingegneria sanitaria e ambientale presso l’Università di Napoli) e il Colonnello in pensione della Polizia Provinciale, Attilio Novelli. Quest’ultimo, purtroppo, non è in buone condizioni di salute, cosa già nota grazie all’udienza del 4 dicembre 2018.
Il sito, ex Valle d’Oro come la chiamavano i coloni arrivati dal nord Italia per coltivare queste lande assai produttive, è stata violentata dalla presenza soprastante di una discarica tra le più grandi d’Italia in cui è stato conferito di tutto: dai fusti tossici nell’invaso denominato S3 gestito dalla Ecoambiente ai medicinali scaduti che pare siano stati seppelliti nel settore ex B2 dal lato della società Indeco, senza contare il riscontro oggettivo di sostanze come zinco, ferro, manganese, 1,2 DCP e 1,4 DCB che percolano da anni nelle acque sotterranee che ora qualcuno pretende di “bonificare” con perossido di ossigeno. 
E il silenzio assordante che si leva dalle istituzioni locali – Comune e Provincia di Latina (Regione Lazio si è costituita parte civile nel processo) – fa sembrare questo disastro ambientale una questione tra i residenti di via Monfalcone e chi ha gestito per decenni la discarica: tuttavia, quell’acqua pesantemente inquinata ce la ritroviamo inconsapevolmente noi pontini nelle colture che arrivano nei nostri piatti (dove si prende l’acqua per irrigare i campi nei dintorni della discarica altrimenti?). È un fatto questo che riguarda tutta la città, non solo poche famiglie. Processo o non processo, le conseguenze di ciò che è stato fatto alla falda continueranno a ripercuotersi negli anni a venire sulle generazioni future. Viene da pensare che essersi costituiti parte civile in questo processo sia stata una scelta coraggiosa ormai svuotata del suo importante significato, divenendo, a causa delle circostanze, più una questione di forma che di sostanza. La realtà è che coloro che vivono di fronte alla discarica hanno la sola opzione di essere una presenza silenziata – loro malgrado – ad un lentissimo susseguirsi di udienze debolmente reattive che faranno diventare questo processo una farsa dall’esito scontato se l’organismo giudicante deciderà di non confermare la permanenza del reato contestato agli imputati con l’art. 440 del Codice Penale, “Adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari“.
La giustizia locale sappia che non è sola e che dalla propria parte ha molti cittadini che pretendono che almeno vengano individuate le responsabilità penali, visto che l’aspetto ambientale e sanitario è totalmente fuori controllo. Le indagini sulla falda sono iniziate più di dieci anni fa, con un incidente probatorio risalente al 2007, per poi proseguire, tramite altri passaggi, al rinvio a giudizio dei coimputati nel 2014 con la prima udienza del processo fissata e svolta il 16 giugno del 2015. Siamo ancora a un nulla di fatto.
“Nel corso di un controllo, la polizia provinciale avrebbe rinvenuto dei fusti nel sito S3, e non nel famoso sito S0 di cui si parlava in precedenza.(…) Questo è quanto ci è stato riferito dal colonnello della polizia provinciale (…). Egli avrebbe dunque effettuato il rinvenimento all’interno di uno dei siti che erano esauriti e che successivamente sono stati utilizzati per l’ulteriore abbancamento e quindi l’ulteriore conferimento dei rifiuti urbani”.

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2 0ttobre 2019
Latina, energia per autotrasporti dai rifiuti della discarica Indeco
  

Dal biogas al biometano con una prospettiva di utilizzazione della produzione energetica nel settore degli autotrasporti. La riconversione della discarica di Borgo Montello, annunciata dalla Indeco nel corso del simposio sulla Sostenibilità energetica e ambientale organizzato nel mese scorso a Sabaudia, passa per l’ultima determinazione della Regione Lazio – direzione Politiche ambientali e ciclo dei rifiuti -, la G13013 del primo ottobre 2019.

L’atto a firma dell’ingegnere Flaminia Tosini, direttore del servizio regionale, costituisce la presa d’atto di una modifica non sostanziale dell’impianto già esistente nel sito di via Monfalcone a Latina, con i suoi tre motori a combustione interna finalizzati alla generazione di energia elettrica, alimentati dal biogas generato dalla discarica.
Si tratta di un aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata nel 2007 e rinnovata nel 2014, è scritto nell’oggetto dell’atto.
La presa d’atto da parte della Regione Lazio attiva al termine dell’iter della conferenza dei servizi indetta dalla Provincia di Latina per l’approvazione del progetto presentato dalla società Indeco il 9 aprile 2019, per la costruzione ed esercizio di un impianto di Upgrading del biogas e successivo condizionamento e liquefazione per la produzione di biometano – LNG.
Ad agosto scorso la Indeco presenta in Regione la comunicazione di variante non sostanziale dell’Aia relativa alla “realizzazione di un impianto di produzione biometano al fine di conseguire un’ottimizzazione delle attività di valorizzazione del biogas affiancando alla produzione di energia elettrica esistente con quella di produzione di biometano con la prospettiva di un’utilizzazione nel settore degli autotrasporti”. “L’intervento – si legge nell’atto dell’ingegnere Tosini – è identico a quello depositato presso la Provincia di Latina e oggetto della Conferenza di servizi”. Dunque la presa d’atto da parte della direzione Politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio.

Una presa d’atto che può essere impugnata entro 60 giorni al Tar ed entro 120 giorni con ricorso straordinario al Capo dello Stato.

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30 AGOSTO 2019

CONTINUANO LE PUZZE MOLESTE A BORGO MONTELLO. LIBRALATO: COMUNE FERMO E NON COMUNICA CON LA REGIONE

Non fa più notizia, è uscito dai radar delle agende politiche e dell’informazione ma la discarica di Borgo Montello esiste e, purtroppo, lotta contro di noi. Secondo una dettagliata segnalazione e analisi dell’ambientalista Giorgio Libralato, continuano le emissioni odorigene moleste in via Monfalcone, la strada che scorre di fronte al mostro che da 48 anni ha deviato la storia di quelle terre. E non mancano alcune mirate critiche alle amministrazioni regionali e, sopratutto, a quella comunale, ferma alla conferenza dei servizi di febbraio. Da lì il buio più pesto frammisto di incomunicabilità tra enti, immobilismo e impotenza.
 “Nella qualità di tecnico incaricato dai cittadini residenti in via Monfalcone Latina, davanti alla discarica di Borgo Montello – scrive Libralato sul suo blog pontiniaecologia – anche nelle giornate di martedì 27, mercoledì 28 agosto sono continuate le emissioni moleste in via Monfalcone, in diversi orari e con durata e intensità anche a seconda delle condizioni atmosferiche.
Era stata effettuata richiesta di accesso agli atti presso l’ufficio della Regione Lazio in via Tintoretto, individuando una prima serie di documenti di cui estrarre copia. La regione Lazio però non risponde da oltre un mese contrariamente alla normativa in materia di accesso agli atti e alla trasparenza. Per questo motivo si ripete l’istanza di accesso agli stessi documenti anche presso l’ufficio ambiente del Comune e della Provincia di LatinaInoltre dopo la conferenza dei servizi del 15 febbraio 2019 e l’accesso agli atti del verbale per la bonifica della stessa discarica, l‘area rifiuti della regione Lazio ci ha comunicato di non aver ricevuto il verbale della stessa conferenza dei servizi del 16/2/2019 che è quindi stato consegnato dal sottoscrittoSi chiede di conoscere il motivo per il quale l’ufficio ambiente del comune di Latina non ha trasmesso lo stesso verbale all’area rifiuti oppure il motivo per il quale il medesimo verbale non è arrivato nell’ufficio dell’area rifiuti della Regione Lazio che conserva tutto l’archivio sulla discarica.
Si chiede di sapere quando è stata convocata la nuova conferenza dei servizi per la bonifica, da parte del comune di Latina o di altro ente, considerato che l’assessore all’ambiente del comune l’annunciava come “prossima e imminente” oltre 5 mesi fa e invece, precedentemente ci è stato risposto dallo stesso ufficio ambiente del comune di Latina tale conferenza non era in programma.
Si chiede inoltre di sapere – continua Libralato –quali accorgimenti siano stati presi dalle P.A. per prevenire i fenomeni di smaltimento illecito dei rifiuti riportati nella relazione contro le ecomafie, approvato dalla Commissione nella seduta del 20/12/2017, doc. n. 32, in considerazione di quella che la relazione descrive come contiguità tra aziende del settore e P.A., nonché dell’assegnazione di pratiche a Personale che hanno dichiarato alla stessa Commissione di non conoscerne smaltimenti, condizioni illecite e situazioni di inquinamento.
Si chiede di sapere, inoltre, se la mancata attuazione della gestione post mortem possa corrispondere ad un mancato rispetto della normativa ambientale; se la eventuale mancata richiesta / imposizione, da parte della Regione Lazio, della Provincia di Latina, del Comune di Latina della gestione post mortem, al completamento dei volumi autorizzati possa significare omissioni in atti di ufficio; se vi sia stato l’adempimento alle prescrizioni relative alle autorizzazioni sulle emissioni che comprendevano tutta una serie di studi e monitoraggi della discarica cadenzati nel tempo (leggile per intero qui)
Anche se non è rinvenibile un riferimento espresso alle emissioni odorigene, le stesse debbono ritenersi ricomprese nella definizione di «inquinamento atmosferico» e di «emissioni in atmosfera», poiché la molestia olfattiva intollerabile è al contempo sia un possibile fattore di «pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente», che di compromissione degli «altri usi legittimi dell’ambiente», ed in sede di rilascio dell’autorizzazione, dovendo essere verificato il rispetto delle condizioni volte a minimizzare l’inquinamento atmosferico (infatti per l’art. 296, comma 2, lett. a, del Dlgs. 152/2006, il progetto deve indicare le tecniche adottate per limitare le emissioni e la loro quantità e qualità), possono pertanto essere oggetto di valutazione anche i profili che arrecano molestie olfattive facendo riferimento alle migliori tecniche disponibili.
                                                  
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12 MARZO 2019
Discarica, Provincia nega gli atti sul Tmb.
Libralato sulla post-gestione: Mai avviata

La Provincia di Latina ha negato l’accesso agli atti sul progetto del Tmb nella discarica di borgo Montello. Il fascicolo relativo all’impianto di trattamento meccanico biologico era stato richiesto, dopo l’ultima conferenza dei servizi sulla bonifica del sito rifiuti, dai cittadini di via Monfalcone al Comune di Latina. In quella sede erano stati rimandati alla Provincia, per una questione di comodità nell’avere il fascicolo completo.
Oggi, 12 marzo, Giorgio Libralato però spiega che la Provincia ha negato gli atti, in primo luogo perché non lo riconosce quale referente del gruppo di residenti. “Dopo anni di relazioni – ha detto Libralato incredulo – documenti, deleghe e dichiarazioni, interventi in loro presenza in conferenze, commissioni, interventi come consulente di parte in tribunale e relativi procedimenti, audizioni non risulta che io sia un delegato dai cittadini. Lo sanno a Bruxelles, in Parlamento nella commissione bicamerale contro le ecomafie, nei vari assessorati regionali e alla Pisana, lo dimenticano in via Costa o via don Minzoni”. Il secondo motivo è burocratico, vale a dire che il titolare del procedimento sarebbe la Regione.
Perché – abbiamo chiesto a Libralato – avete chiesto gli atti relativi al Tmb se ormai anche l’azienda ha rinunciato e se il Tar ha accolto il ricorso di Rida, negando di fatto la possibilità di realizzarlo all’interno della discarica di borgo Montello?
“Perché Ecoambiente ha dichiarato, nell’ultima conferenza dei servizi, di rinunciare al progetto pur avendone diritto. Secondo noi non è così. Per questo vorremmo un ulteriore documento a supporto della nostra tesi. Anche la Regione Lazio nelle linee guida del gennaio 2019 non parla proprio di un Tmb, anche perché dichiara che la provincia di Latina ha già capacità in questo senso superiore al necessario. Ha una carenza dal punto di vista delle discariche e questo lo sappiamo, ma non servono altri Tmb.
Una discarica è invece necessaria perché la raccolta differenziata è a livelli molto bassi in provincia di Latina e nella regione Lazio. Qui si apre un latro problema: il Comune di Latina non ha inviato alla Regione fattori di criticità escludenti nel nostro territorio. A una precisa domanda in consiglio comunale fatta dalla consigliera Zuliani, l’assessore all’ambiente Roberto Lessio ha ammesso questa carenza e che avrebbe provveduto in sede di Vas (Valutazione ambientale strategica)”.
In una recente intervista Lessio ha dichiarato che la delibera 199/2016 non potrebbe essere applicata a borgo Montello perché è un sito inquinato. Questo comporterebbe il rischio di una riapertura?
“Diciamo che un parere negativo ad una riapertura del sito rifiuti sarà dato in fase di una eventuale valutazione”.
Perché la Provincia non si è presentata e ha negato accesso agli atti?
“Sono strane entrambe le cose. Certo se fossi il sindaco chiederei spiegazioni. E’ preoccupante che nessun ente si sia presentato. Posso giustificare Arpa Lazio, ma non Regione e Provincia. Anche perché si sono si sono sempre presentati, evidentemente è avvenuto qualcosa”.
Sul fatto che la conferenza dei servizi si occupi soltanto della bonifica della discarica e non della post gestione cosa ne pensa?
“Anche la post gestione dovrebbe essere affrontata. Si tratta di una attività che deve essere dichiarata dalla Regione che è l’ente che rilascia l’autorizzazione. Completata l’attività negli invasi devono essere così svolti una serie di adempimenti”.
Anche su questo Lessio ha assicurato che il provvedimento della Regione c’è e che la post gestione è in atto.
Quello che ha detto Lessio non corrisponde, ci sono gli atti che parlano. I documenti sono pubblicati sul sito della Regione. Risulta invece ancora in corso la procedura impatto ambientale di Ecoambiente per la sopraelevazione”.                                                         
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7 MARZO 2019
Discarica di borgo Montello, Lessio: “Procederemo alla bonifica”
Silvia Colasanti

La conferenza dei servizi relativa alla bonifica della discarica di borgo Montello, riunita il 16 febbraio scorso, non ha portato a nulla di fatto. L’amministrazione comunale di Latina aveva convocato Regione, Provincia, Arpa Lazio e aziende.
Le istituzioni, però, a parte il Comune di Latina, non si sono presentate. Dopo 20 giorni abbiamo chiesto all’assessore all’Ambiente Roberto Lessio come mai ancora questo possa accadere e quali saranno le prossime mosse per arrivare finalmente a mettere in sicurezza un sito che, è certificato, è inquinato e avrebbe già conferito sostanze pericolose nelle falde acquifere che si trovano al di sotto della discarica.
Intanto per fare chiarezza abbiamo chiesto come mai si parli soltanto di bonifica, quando della post gestione non si hanno notizie chiare.
Il post gestione parte ogni volta che si fa un capping definitivo (la copertura di un invaso chiuso), e riguarda l’invaso di competenza. Alcuni invasi sono già in post gestione e la Regione Lazio ha fatto il verbale di sopralluogo. Questa procedura dovrà essere effettuata anche per l’invaso S8 gestito da Indeco e un altro chiuso nel 2016, e gestito da Ecoambiente”.
Torniamo alla conferenza dei servizi. Come mai Regione e Provincia non si sono presentati?
“In realtà la posizione di Provincia e Arpa Lazio la conosciamo da tempo. In Provincia poi la dirigente che ha sempre seguito tutta la vicenda, Nicoletta Valle, è andata da poco in pensione.
A questo punto come procederete? Quando sarà riunita la prossima conferenza dei servizi?
Manca la chiusura che deve fare il Comune di Latina. In base alle risultanze che abbiamo acquisito in tutti questi anni daremo un parere definitivo e metteremo in campo gli atti conseguenti. La chiusura della conferenza è il nostro prossimo obiettivo considerando che è aperta dal 2015.
Quali potrebbero essere le conclusioni?
La bonifica non è stata completata e manca il capping definito. Il Comune attiverà quindi tutte le procedure del caso per fare autonomamente la bonifica. Si va evidentemente incontro ad un procedimento al Tar, perché con ogni probabilità la Ecoambiente poi presenterà ricorso al Tar contro i provvedimenti che saranno messi in campo dal Comune.
In particolare – ha spiegato ancora l’assessore – procederemo all’escussione della fideiussione che garantisce l’intervento di bonifica. Ecoambiente si era impegnata giànel 2009 ad eseguirla attraverso la continuità produttiva. Questo doveva servire ad accantonare i fondi per quell’intervento. Siamo arrivati al 2019 (lo aveva già fatto nel 2016), e la società continua a chiedere di continuare a smaltire rifiuti con in cambio la promessa che avrebbe finito la bonifica.
A questo gioco non ci stiamo più – lo abbiamo già detto – e che si procederà senza di loro. Ci sono state inoltre delle evoluzioni e quindi ora è certo che lì una discarica non si potrà riaprire. Ecoambiente non ha più la possibilità di realizzare il Trattamento meccanico biologico (Tmb) per il quale aveva ottenuto l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), nel 2009 poi rinnovata nel 2014.  Ma era stata impugnata dalla Rida Ambiente e il Tar aveva dato ragione all’azienda di Aprilia. E oggi le discariche possono essere realizzate soltanto a servizio di un Tmb. Ora il Tmb è scomparso, anche la Ecoambiente parla solo di un impianto di compostaggioquindi non la discarica non riaprirà”.
Nemmeno con la delibera 199 del 2016, che prevede la riapertura di un sito di conferimento rifiuti in caso di emergenza?
Questo dovrebbe deciderlo la Regione in emergenza, ma non dove c’è un inquinamento in corso. Stanno autorizzando per esempio la discarica di Roccasecca in provincia di Frosinone e la Mad a Civitavecchia. Anche a Colleferro c’è una procedura in corso, ma lì non ci sono i problemi di borgo Montello.
Se dovessero farlo da un lato sarebbe illegale, dall’altro sarebbe una decisione politica che qualcuno dovrà pagare”.
Quando potrebbe essere fissata la prossima conferenza dei servizi per la chiusura, quindi?
“Entro un mese”.
                                                            
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1 MARZO 2019
Discarica di borgo Montello, post gestione bloccata tra processi e noncuranza
LatinaQuotidiano.it

Bonifica e post gestione della discarica di borgo Montello, queste sconosciute. Un problema che vivono sulla loro pelle i cittadini della zona, senza che però nulla si muova, a quanto pare.

Le ultime mosse dell’amministrazione comunale, e del sindaco Damiano Coletta (responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio), sono state quelle di organizzare una conferenza di servizi, dopo aver preso atto della inadempienza della Ecoambiente.
Nell’aprile 2018 era stata la Systema Ambiente spa (riconducibile al gruppo Cerroni), ad aggiudicarsi le quote di maggioranza (51%), di Ecoambiente sulla discarica di borgo Montello, a Latina. Tutto questo, nonostante fosse un sito ormai chiuso e la società entrante dovesse in questo modo garantire la post gestione e la bonifica dell’area. Cerroni forse punta alla riapertura del sito rifiuti e lo strumento potrebbe essere quello della delibera regionale 199/2016. Questa delibera, per ora ancora nel cassetto, consentirebbe infatti di riaprire una discarica ormai morta in caso di emergenza, per abbancare nuovi rifiuti su quelli già accatastati negli anni.
Il sindaco e l’amministrazione di Latina avevano rassicurato i residenti: la discarica non riaprirà. Però neanche sono iniziate le operazioni di post gestione. Post gestione che costerebbe alla società 1 milione di euro l’anno che ha già, però, intascato negli anni.
Prima della conferenza dei servizi, in una intervista al primo cittadino era stato chiesto perché – dato che l’inquinamento ambientale è stato certificato e c’è anche un procedimento penale in corso – non imponesse la post gestione. Coletta aveva risposto che questo sarebbe stato già fatto nel 2009 e nel 2014. Che gli accordi con la Systema Ambiente prevedono che si occupi della questione e che l’anno scorso ci si era resi conto dell’inadempienza della Ecoambiente. Per questo era stata convocata una conferenza dei servizi che avrebbe dovuto mettere sullo stesso tavolo tutte le parti interessate. È stata riunita il 16 febbraio scorso. Peccato che sia andata praticamente deserta.
Hanno partecipato il comitato civico del borgo, in qualità di soggetto osservatore, l’assessore all’ambiente e i funzionari dell’ufficio Ambiente del Comune. Assentiinvece Provincia, Regione e Agenzia per la protezione dell’ambiente che, però, ha inviato una nota sulle analisi più recenti. Erano state Ecoambiente e Indeco a chiedere una serie di adempimenti. Coletta non era presente.
In quella stessa intervista, del marzo 2018, il sindaco aveva spiegato che qualora – dopo la conferenza dei servizi – la società avesse continuato a non mettere in atto la post gestione, sarebbe dovuto subentrare il Comune, che deve in questo caso trovare le somme necessarie.
Insomma uno stallo enorme ed evidente. I vecchi vertici della Ecoambiente Vincenzo Rondoni e Bruno Landi, e l’imprenditore Nicola Colucci sono a processo per inquinamento ambientale degli invasi S0, S1, S2 ed S3. Ancora non termina il processo di primo grado, impossibile prevedere quanto ci vorrà perché si concludano i tre gradi di giudizio. Mai avevano iniziato la post gestione, figuriamoci la bonifica.
La nuova società è inadempiente e il Comune, dopo questa prima conferenza dei servizi, sembra non essersi mosso in alcuna direzione. Nessuno d’altra parte ha detto nulla. Non i comitati, non la stessa amministrazione. Come mai?
Intanto le falde acquifere continuano ad essere inquinate. Il percolato (liquido derivato dalla macerazione dei rifiuti in discarica), era fuoriuscito dagli invasi non impermeabilizzati (alcuni) e aveva “avvelenato” la falda. Le sostanze pericolose quali piombo, rame e zinco, ritrovate nell’acqua sotto la discarica, avrebbero secondo l’accusa, determinato la modificazione delle acque di falda rendendole pericolose per la salute pubblica. Questo però sembra essere solo un problema di chi in quella zona vive.
                                                         

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19 FEBBRAIO 2019

IL SINDACO: DOBBIAMO RISPETTARE IMPEGNO - Discarica e altri rifiuti a Latina? Lessio: neanche 1 kg. Chi lo fa lo denuncio
«Nessuna discarica aperta, né vecchia né nuova, né altri impianti per trattare rifiuti. Questa è la verità. Qui nessuno può abbancare un solo chilo di rifiuti fino a quando non è completata davvero e a regola d'arte la messa in sicurezza e la bonifica di tutti e quattro gli invasi della discarica di Montello-Bainsizza. Se qualcuno lo fa, lo denuncio».  Lo ribadisce l'Assessore all'ambiente di Latina Roberto Lessio, carte alla mano, dopo la seduta della Conferenza dei servizi sul tema dello scorso 16 febbraio. In tale occasione, la Ecoambiente è tornata alla carica con una "nuova" idea: un nuovo impianto di compostaggio da 30mila tonnellate l'anno di immondizia organica. «Su questo progetto siamo contrari, irremovibili», precisa Lessio. La fabbrica di compost, cioè terriccio, sarebbe la condizione accampata dalla ditta per poter incassare i soldi con cui mettere in sicurezza e bonificare davvero il più vecchio invaso della discarica, quello denominato S-zero.
Il Sindaco Damiano Coletta conferma e con l'Assessore all'ambiente sottolinea: «Dobbiamo rispettare l'impegno che mi ha dato il Consiglio comunale all'unanimità l'11 novembre 2016: la giunta e l'Amministrazione devono attuare tutte le iniziative possibili per la chiusura definitiva della discarica di Borgo Montello – Bainsizza». Il Caffè li ha sentiti dopo il tavolo tecnico del 16 febbraio, convocato dal Comune di Latina e che coinvolge anche le società padrone della discarica di Borgo Montello - Bainsizza, Ecoambiente e Indeco, nonché Regione Lazio, Provincia e Agenzia regionale per la protezione ambientale. 
La discarica aprì nel 1972. Poi, 22 anni fa, la Polizia provinciale scoprì che il primo invaso - quello chiamato S-zero - perdeva percolato nel fiume Astura. Nel 2015 è stata aperta dal Comune la Conferenza dei servizi: una telenovela. Ancora si attende la messa in sicurezza e la bonifica completa e seria di S-zero e degli altri 3 invasi, anch'essi sorvegliati speciali perché là sotto è stata rilevata contaminazione, specialmente da metalli pesanti. 
Francesco Buda

                                                             
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16 FEBBRAIO 2019
Discarica di Borgo Montello, in progetto un impianto di compostaggio
La discarica di Borgo Montello potrebbe riaprire, quantomeno per ospitare un impianto di compostaggio al posto del progetto iniziale di un tmb. Questo quello che sarebbe emerso nel corso di una conferenza dei servizi che si è tenuta ieri e che doveva servire a fare il punto sulla bonifica del sito. Ha partecipato l’assessore all’ambiente di Latina Roberto Lessio e il comitato dei cittadini residenti. 
Systema Ambiente, la società che ha comprato la parte della discarica gestita da Ecoambiente dopo il fallimento di Latina Ambiente, avrebbe questo progetto da 9 milioni di euro per realizzare un sito di compostaggio con cui conta di lavorare 30mila tonnellate di rifiuti organici all’anno. 
Il timore dei residenti è che sia un primo step per poter riaprire definitivamente la discarica.
Su questo c’era stata già la pronuncia del consiglio comunale dello scorso 11 novembre 2016 che impegnava sindaco e giunta a impedire qualsiasi forma di riapertura della discarica, ad eccezione della gestione post mortem.
Ma l’acquisto della quota di Ecoambiente da parte di una società privata da questo punto di vista non è stato mai rassicurante. E adesso i timori si fanno concreti. 
In questo scenario si inserisce il piano rifiuti della Regione Lazio che dovrebbe stabilire definitivamente quanti e quali impianto dovranno esserci in provincia di Latina. Senza contare che è in corso di realizzazione anche una centrale a biometano a Latina Scalo, sempre per lavorare l’organico. E anche la provincia di Latina conta di realizzare un suo impianto pubblico. E non è chiaro se ci sia veramente bisogno di tutti questi impianti.
Accanto ai residenti di Borgo Montello c’è Gianluca Di Cocco, portavoce di Fratelli d’Italia a Latina: “Sono grandi i timori dei residenti,  preoccupati e ben consapevoli che gli atti amministrativi diretti competono per territorialità al Comune di Latina, la quale deve rendersi conto in maniera chiara, che nella zona gravano già forti servitù come appunto la discarica di Borgo Montello, e certamente si deve essere contrari a gravare ancora di più questa comunità. Anche se l’impianto potrà dare le massime garanzie dal punto di vista dell’impatto ambientale, tuttavia non è possibile arrecare un ulteriore disagio alla zona non solo sotto l’aspetto dell’incremento del transito dei veicoli pesanti ma anche del deprezzamento delle proprietà ed una negazione di uno sviluppo armonico del territorio”.

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5 DICEMBRE 2018
Latina, falde inquinate a Montello: parola al consulente

Il processo in Tribunale, in aula si tornerà ad ottobre


Ha deposto per quasi due ore il consulente nominato all'epoca dal gip del Tribunale Guido Marcelli per l'inchiesta sulle falde acquifere inquinate a Borgo Montello. Ieri pomeriggio in aula nel corso del processo che si sta celebrando davanti al Collegio Penale, il geologo Tomaso Munari ha ripercorso l'elaborato che aveva consegnato e poi le conclusioni a cui era giunto. Ha risposto alle domande oltre che del magistrato inquirente, il pubblico ministero Giuseppe Miliano anche del collegio difensivo. Munari ha ripercorso la sua perizia, ha parlato degli invasi S0, ha sottolineato che Ecoambiente era intervenuta a seguito di una dismissione e che ha agito in basi alle direttive delle amministrazioni e che inoltre le opere erano state realizzate in violazione di regolamentazione tecnica e che ci poteva essere una contaminazione delle acque. Sono tre gli imputati, l'udienza riprenderà ad ottobre. 
          
                                                               

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OTTOBRE 2018

Il fiume si colora di rosso: nuovo allarme per l’Astura

 Il fenomeno si registra da diversi mesi
 Era già capitato, il dubbio: alghe o sversamenti
La superficie del fiume Astura è tornata a colorarsi di un rosso sempre più acceso nelle ultime settimane, mesi stando alle segnalazioni che ci sono pervenute da alcuni nostri lettori, assidui frequentatori della zona. Il corso d'acqua che costituisce il confine del Comune di Latina, nelle campagne tra Borgo Montello e Bainsizza, da anni fa registrare un fenomeno che incuriosisce e al tempo stesso preoccupa. Il fiume appare di un colore rosso da via Ponte Materiale che lo attraversa collegando il territorio latinense a quello di Nettuno all'altezza del bosco di Foglino.

La singolare colorazione solitamente nei corsi d'acqua di questo genere viene provocata e perdura a causa dell'alga Euglena Sanguinea che presenta la caratteristica colorazione scarlatta. Un fenomeno naturale quindi, ma non può essere comunque esclusa la presenza di sostanze inquinanti nell'acqua o di sversamenti legati alle produzioni agricole. I prelievi effettuati in passato dai tecnici dell'Arpa Lazio hanno rivelato la presenza di sostanze organiche.

Non è chiaro però se siano stati effettuati nuovi campionamenti quest'anno dopo che il fenomeno si è ripresentato, sempre nella stessa zona, poco più a sud della discarica che si sviluppo proprio a ridosso del fiume.


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10 settembre 2018
Discarica di Latina, ok all’Indeco per un nuovo piano di monitoraggio e controllo ma l’S8 resta escluso
Da
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Si chiama gas criogeno la nuova sfida “green” della società Indeco, titolare di una parte degli invasi della discarica di Borgo Montello a Latina. L’autorizzazione ad installare un nuovo tipo di copertura sui bacini “chiusi” è arrivata dalla Regione Lazio il 28 agosto 2018, con determina Gr10576 pubblicata sul Burl del 6 settembre scorso. Si tratta di un’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per la modifica non sostanziale al piano di monitoraggio e controllo dei bacini post gestione S4, S5, S6 e S7.
Su richiesta della Indeco, la Regione Lazio ha quindi autorizzato l’istallazione di un tessuto fotovoltaico (non pannelli) sui bacini in chiusura definitiva, protetti da capping. Il tessuto, un telo in Hdpe, servirebbe a proteggere i rifiuti accantonati negli anni, dall’azione solare. Questa nuova protezione consentirebbe quindi di sottoporre i gas della discarica ad un diverso processo, per l’ottenimento di gas liquido, con emissioni in atmosfera pari a zero.
Alcuni mesi fa la società Indeco ebbe modo di spiegare (leggi qui) che i motori esistenti per la produzione di bio metano e il loro sistema, attraverso il nuovo progetto, sarebbero stati tenuti di riserva all’impianto di criogenesi. Previsto un rientro dell’investimento necessario in 20 anni, considerando il prezzo attuale di 140 centesimi a kw a cui la società potrebbe vendere il nuovo prodotto energetico. Roba da scienziati, sulla parola della società proponente dal momento che del progetto proposto e ora autorizzato, sebbene venga citato nell’Aia, non vi è traccia.
Anche la Gr10576 è di difficile lettura. Un atto amministrativo, molto tecnico, redatto dal numero uno della Direzione politiche ambientali e ciclo rifiuti della Regione Lazio, l’ingegnere Flavia Tosini. Un particolare però risulta molto chiaro e riguarda l’invaso S8, quello finito sotto sequestro a gennaio 2016, per eccessivo abbancamento di rifiuti. Dalla lettura dell’atto dirigenziale risulta che la società Indeco aveva chiesto di sottoporre a nuova copertura anche l’invaso S8, non più in funzione e quindi da considerarsi in post gestione al pari degli altri bacini S4, S5, S6 e S7. Negativa la risposta della Regione Lazio. L’istanza di Indeco per l’S8 è stata rigettata sulla base di una nota dell’Arpa Lazio del 4 giugno 2018 con la quale si afferma tra le altre cose che “la discarica, o parte della stessa, è considerata definitivamente chiusa solo dopo che l’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione ha eseguito un’ispezione finale sul sito, ha valutato tutte le relazioni presentate dal gestore (ai sensi di legge decreto legislativo 36/2003) e comunicato a quest’ultimo l’approvazione della chiusura”. Dunque, nella determina regionale, al punto 24, si dichiara che il bacino S8 non può essere assimilato ad un bacino in gestione post operativa… perché manca la verifica finale dell’autorità. Ma a chi compete la verifica? La Regione non è forse l’autorità “richiamata” nella nota dell’Arpa? E qual è il ruolo dell’Arpa nella verifica finale da effettuare?
Quando si parla di Borgo Montello, di discarica chiusa, c’è sempre una porta che resta aperta.

Intanto oggi, al termine della commissione Ambiente del Comune di Latina, la consigliera Nicoletta Zuliani ha chiesto al presidente Dario Bellini, di inserire all’ordine del giorno della prossima seduta un approfondimento sull’autorizzazione rilasciata all’Indeco e in particolare sull’esclusione del bacino S8 dalla condizione di post-gestione. Bellini ha accolto la proposta.
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31 luglio 2018
Latina, bonifica e indennizzi promessi. Discarica, in via Monfalcone la speranza ritrovata con Monti
Da
Indennizzi per le pene patite e bonifica degli invasi di Borgo Montello. In via Monfalcone, a Latina, c’è solo una cosa che non muore mai: la speranza dei sopravvissuti. Quelli che non si arrendono, quelli che quando è tutto calmo e sembrano sopiti, all’improvviso si rimettono in piedi. Non per gridare e neanche per protestare, solo per vigilare, per far sentire la loro presenza e smuovere le coscienze di quella politica che in campagna elettorale promette e che durante l’amministrazione si rivela inavvertitamente impotente a regolare diversamente il business redditizio dei rifiuti e il governo del territorio e del suo ambiente.
Che in via Monfalcone non torni più nessuno ad investire non c’è più neanche un essere che respiri a crederlo. Tanto che perfino i residenti hanno abbandonato il campo di battaglia su questo fronte. Avrebbero fatto la fine di Don Chisciotte e Sancio Panza. Ma siccome sono sopravvissuti a 47 anni di puzze e veleni, speranzosi continuano a confidare nella promessa bonifica. Anche l’attuale amministrazione comunale ha detto loro che la bonifica sarà fatta. Resta attivo il monitoraggio trimestrale dello stato di avanzamento dei lavori da parte della Ecoambiente, tornata a nuova vita con la Systema Ambiente che in via Monfalcone ha già investito con l’acquisizione al fallimento della Latina Ambiente del 51% della partecipazione pubblica-privata della titolare della discarica. “Se proprio devono riaprire, che togliessero prima il marciume sepolto”, sbottano in via Monfalcone. Una pia speranza alimentata dalle rassicurazioni dell’amministrazione comunale. Ma tant’è, incuranti a palazzo anche dalle dichiarazioni dell’amministratore delegato della Ecoambiente che il 3 maggio scorso ha detto che non appena il nuovo socio metterà a disposizione le risorse finanziarie i primi progetti a partire saranno quelli della “la realizzazione del Tmb e dell’impianto di compostaggio già autorizzati”.
E allora meglio insistere sugli indennizzi. “Perché se proprio non c’è più nulla da fare per la salvezza di Borgo Montello, che ci diano la possibilità a noi di via Monfalcone di andarcene”. La strada era stata battuta nel 2012 con un paio di atti del Comune di Latina che, riconoscendo danni ambientali e sanitari, prevedevano che il deprezzamento degli immobili di via Monfalcone fosse compensato in cubature da realizzare in altro luogo, che il Comune avesse acquisito al proprio patrimonio le proprietà private cedendo in cambio propri terreni, da rendere edificabili con cubature compensative, in altre località; che la Regione Lazio avesse approvato le necessarie varianti al Prg trasformando il sito prescelto da agricolo a residenziale. In questo modo i residenti “traslocati” avrebbero potuto ricostruirsi casa cedendo le cubature in eccedenza al costruttore. L’assessore all’Ambiente del Comune di Latina, Roberto Lessio, il 7 maggio 2018, in Consiglio comunale, difendendosi dalle accuse di non aver portato avanti l’iter innescato ha dichiarato che la Regione Lazio non aveva approvato la variante al Prg. Salvo poi essere smentito dalla consigliera dem Nicoletta Zuliani: “Il 28 dicembre 2012, il Consiglio comunale approva la norma; 23 dicembre 2013, il Consiglio comunale approva le controdeduzioni alle osservazioni; 16 giugno 2014, il Comitato Regionale per il Territorio propone una modifica e integrazioni e vota favorevolmente; 21 luglio 2015, il funzionario del Comune redige la bozza di proposta di delibera che accoglie le modifiche ed integrazioni della Regione; 20 luglio 2016, il funzionario del Comune invia all’assessore Gianfranco Buttarelli gli atti del procedimento e la bozza della proposta di delibera; 7 maggio 2018, l’assessore Roberto Lessio afferma, invece, che la Regione ancora non si è espressa in merito. E’ evidente che non è così”, ha dichiarato la consigliera il 23 maggio 2018.
Come è andata a finire? La questione è stata oggetto di una commissione Ambiente del 16 luglio scorso.
I residenti e il comitato dei cittadini di via Monfalcone sono scattati in piedi e si sono presentati all’appuntamento nell’aula intitolata a “Rita Calicchia”, sede delle pubbliche adunanze delle commissioni consiliari. A riferire sull’argomento chi nel 2012 era a capo del Governo del territorio del Comune di Latina, l’architetto Ventura Monti.
“L’architetto Monti – racconta Giorgio Libralato, consulente tecnico dei residenti di via Monfalcone – ha detto sostanzialmente che le norme sui vincoli previste dalla delibera del 2012 (per la quale secondo la Regione Lazio non necessariamente dovevano essere comprese tutte le aree come perimetrato dal Comune, ma solo quelle relative ad impianti autorizzati), non essendo stato portato a termine l’iter sarebbero scadute: essendo la delibera del dicembre 2012 ed essendo valida 5 anni, è decaduta a dicembre 2017. Per Monti si dovrebbe procedere o con nuova delibera oppure riattivando quella del 2012. In ogni caso la Regione Lazio ha inteso la delibera come indagine preliminare e non come perimetrazione. Ad oggi quindi, avendo fatto scadere il vincolo del 2012 non ci sarebbero più limiti ai nuovi impianti, progetti in discarica. Per l’assessore Lessio sarebbero sempre validi i progetti di Tmb, compostaggio, discarica, biogas, biomasse…”
“Se l’amministrazione comunale volesse – continua Libralato -, ritengo che, come ha dichiarato giustamente l’architetto Monti, può, anzi dovrebbe viste le numerose dichiarazioni e impegni presi pubblicamente sia dal sindaco, sia dall’assessore, dalle dichiarazioni della maggioranza sia in Consiglio comunale, sia in commissione Ambiente, emettere degli atti amministrativi in favore dei cittadini. Lo stesso ministro all’Ambiente Sergio Costa, nell’incontro pubblico all’Hotel Miramare, ha ricordato che tale competenza è degli enti locali. Quindi, come dichiarato in commissione Ambiente dall’architetto Monti, la maggioranza dovrebbe riportare, nelle commissioni e in Consiglio comunale, tutte le disposizioni in materia urbanistica, sanitaria e di risarcimento già approvate in Consiglio Comunale e nella giunta guidata dall’allora sindaco Giovanni Di Giorgi. La strada è già tracciata. A meno che la dichiarazione del sindaco, a casa Piovesan, il 30 settembre 2016, “e se non avremmo fatto nulla (per la tutela della salute e dell’ambiente di via Monfalcone) ci stringeremo la mano” sia appunto il preludio al nulla della stretta di mano”.
Eccolo lo spirito vivo dei sopravvissuti di via Monfalcone, o di Monte Inferno come rappresentato nel docu- film sulla discarica di Borgo Montello. Avvertire gli amministratori comunali che, avendo sviluppato gli anticorpi ai veleni, hanno una forza irrefrenabile nel sottoscrivere ai posteri le responsabilità della politica del passato, ma anche di quella attuale qualora il bandolo di questa complessa matassa non fosse ripreso al volo con nuovi atti. Quando la speranza non muore mai.
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29 APRILE 2018

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9 GENNAIO 2018
Rifiuti, accordo per 40mila tonnellate da Roma ad Aprilia. La Ue: "Vigiliamo su emergenza"
Chiusa l'intesa tra Ama e Rida Ambiente Srl. Il presidente della Regione Abruzzo scrive alla sindaca: "Pronti a collaborare su emergenza, ma serve chiarire 4 condizioni". Intanto Bruxelles annuncia: "Monitoriamo la situazione nella capitale italiana e nel Lazio"
Ama, partecipata dei rifiuti del Campidoglio, ha appena chiuso un'intesa per il trattamento di 40 mila tonnellate di indifferenziati su base annua in un sito di Aprilia, in provincia di Latina. L'accordo sottoscritto con Rida Ambiente Srl, informa una nota di Ama, "ha decorrenza immediata e rientra tra i normali conferimenti effettuati all’interno della Regione". L'intesa con Aprilia non ferma comunque "l'interlocuzione in corso con l'Abruzzo da tenere in considerazione come eventuale soluzione di riserva".



Soluzione che presenta alcuni nodi da sciogliere, come sottolineato dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso. "Ho scritto ieri sera a Virginia Raggi, all'Ama e alla Regione Lazio la lettera che potete leggere qui sotto. Ho ribadito che non ci sottrarremo a una collaborazione istituzionale, ma ho chiesto che vi sia chiarezza su quattro condizioni". Così si legge sul profilo Facebook del presidente Luciano D'Alfonso, in un post di questa mattina sulla questione dei rifiuti del Comune di Roma.
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9 GENNAIO 2018
L’inchiesta I rifiuti tossici, il parroco ucciso, il senatore e l’inventore dell’ecomafia. I misteri della discarica di Borgo Montello
http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/misteri-discarica-borgo-montello/

Ecco le carte della relazione della commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti riguardo la discarica di Latina. Tra clan dei casalesi, interessi politici e strani affari. Un’altra terra dei fuochi di cui non parla nessuno

La terra dei fuochi non è un perimetro territoriale, ma un paradigma di sviluppo, che ha come principe cardine la riduzione dei costi di smaltimento nei bilanci delle aziende a danno della salute pubblica e delle casse dello stato. L'ennesima conferma arriva da una storia, quella della discarica di Borgo Montello, in provincia di Latina, crocevia di traffici illeciti. Una storia che è stata oggetto di un corposo approfondimento, contenuto nella relazione sul Lazio della commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, approvata a fine dicembre, a firma di Paola Nugnes (M5S) e di Laura Puppato (Pd).
Oggi la discarica è ferma per l'esaurimento delle volumetrie. Occupa circa 50 ettari, divisi tra due società, La Indeco srl, riconducibile al gruppo Green holding di Milano e la Ecoambiente, con quote divise tra Latina Ambiente (gestore del servizio di raccolta del comune di Latina, partecipata al 51 per cento dall’ente locale e al 49 per cento da società riconducibile alla famiglia Colucci) e società della holding di Cerroni, quest'ultimo coinvolto in un maxi processo in corso presso il Tribunale di Roma per traffico illecito di rifiuti e truffa.
L'intercettazione inedita
Per capire gli interessi che sono ruotati attorno alla discarica di Borgo Montello, la quarta discarica per estensione in Italia, bisogna partire da un'intercettazione inedita che Tiscali ha potuto leggere, risalente al 1994. A parlare è Cipriano Chianese, oggi condannato a 20 anni per disastro ambientale e collusione con il clan dei Casalesi: “A me mi è successo lo stesso fatto per un cliente a Latina sulla discarica di Borgo Montello”. Chianese parlava al telefono di assicurazioni e incidenti sul lavoro, ma richiama un suo cliente operativo su quella discarica. La riprova che il giro di clienti, operatori, imprenditori è sempre lo stesso. Chianese è considerato l'inventore dell'ecomafia in Campania dalla procura antimafia di Napoli.
Il modello dei Casalesi
Nella relazione c'è un paragrafo dedicato proprio alle presenze della criminalità ambientale nell'aria di elementi riconducibili al clan dei Casalesi. La provincia di Latina è stata al centro di investimenti e presenza costante di uomini del gruppo camorristico. E' il 1988 quando Carmine Schiavone, poi divenuto collaboratore di giustizia, decide di investire 3 miliardi di vecchie lire per comprare un'area agricola a fianco alla discarica, intestata ad un incensurato Antonio Schiavone. Il sistema di smaltimento utilizzato in provincia di Caserta, a fine ottanta, era replicato anche a Borgo Montello. “Mi diceva Salzillo (nipote del boss Antonio Bardellino, ndr), ai tempi in cui faceva parte del nostro gruppo – spiegò Schiavone nel 1996 – che lui operava con la discarica di Borgo Montello. Da tale struttura lui prendeva una percentuale sui rifiuti smaltiti lecitamente ed in tale struttura lui faceva occultare bidoni di rifiuti tossico nocivi per ognuno dei quali prendeva 500 mila lire”. Nel 2008 l'investimento della famiglia Schiavone viene dismesso con la vendita dell'area a favore della società Indeco. L'uomo incaricato dagli Schiavone era Michele Coppola, più volte coinvolto in procedimenti penali e "in possesso negli anni ottanta di una rilevante quantità di armi".
L’omicidio senza colpevoli
Nel marzo 1995 a Borgo Montello viene ucciso il parroco Don Cesare Boschin, un delitto senza colpevoli. Su questo la commissione chiede un ulteriore approfondimento di indagine: “L’inchiesta appare per alcuni aspetti lacunosa. Nel fascicolo non sono presenti attività tecniche o analisi di tabulati telefonici (ad esempio una analisi del traffico telefonico di don Cesare Boschin avrebbe potuto fornire indicazioni importanti) e le indicazioni, anche se parziali, fornite da alcuni testimoni su una eventuale pista investigativa riconducibile ai traffici illeciti di rifiuti non venne seguita fino in fondo”.
I rifiuti interrati e i testimoni
Un paragrafo della relazione è relativo all'ipotesi dell'interramento di rifiuti pericolosi sia sotto forma di fusti, sia attraverso la dispersione di fanghi industriali, mescolati con i rifiuti solidi urbani all'interno dell'invaso. Sui contaminanti presenti nelle viscere della terra merita menzione la relazione allegata agli atti del processo per avvelenamento delle acque, realizzata dal perito Tomaso Munari, che ha effettuato nuovi prelievi. “Nella relazione finale – si legge nel dossier della commissione - depositata al giudice dell’udienza preliminare, sono evidenziate alcune criticità dello studio realizzato da ARPA Lazio e ISPRA, che porterebbero a considerare come sottostimati i livelli di inquinamento – già di per se rilevanti – riportati”.
I rifiuti pericolosi
La denuncia dell'ambientalista Giorgio Libralato sull'inquinamento delle falde acquifere da metalli pesanti aveva indotto la Squadra Mobile di Latina ad aprire un'indagine, poi archiviata, ma che è finita nel dossier della commissione perché emergono alcuni dati di interesse. Nell'informativa della squadra mobile si legge che nell'invaso: “Sono stati interrati, tra il 1987 ed il 1990, rifiuti altamente pericolosi, tali da inquinare le falde acquifere”, allegando una mappa con l’indicazione precisa del punto di interramento”. E viene individuato un possibile autore, Andrea Proietto, titolare della società Pro.chi, responsabile della gestione della discarica negli anni ottanta, ma viene precisato: “Va aggiunto che i nomi citati non risultano iscritti nel registro degli indagati nell’ambito del procedimento 14948/13/19 e che – a conclusione delle indagini – il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’archiviazione, accogliendo al richiesta della procura della Repubblica di Latina”. La commissione, grazie ai poteri giudiziari di cui dispone ha poi ascoltato diversi testimoni, indicati dalle lettere a, b, c, d, per tutelarne la sicurezza. L'eventuale l'interramento di scorie industriali obbliga un diverso intervento di bonifica rispetto a quelli ipotizzati. Il teste A ha indicato il teste b come preziosa fonte di informazione sui tombamenti di rifiuti. Proprio quest'ultimo ha confermato alcuni particolari smentendo altri, ma alla fine “si è è rifiutato - si legge nella relazione - di firmare il verbale di sommarie informazioni, mostrando alla fine dell’interrogatorio un evidente stato di agitazione e paura”. Il testimone B ha chiarito che ha conosciuto Proietto e aggiunto: “ Proietto all’epoca era molto amico con il senatore Calvi Maurizio. Questi veniva spesso a trovarlo e la gente diceva che grazie a questa amicizia la discarica otteneva le autorizzazioni e in cambio tutti votavano Calvi. L’autista di Calvi era uno dei dipendenti della discarica, tale Fraulin Sergio. L’autovettura di Calvi era intestata a Proietto e di fatto Fraulin era pagato da Proietto”. Il testimone C ha chiarito di aver lavorato per Proietto e che nei primi anni novanta, interrogato, aveva chiarito davanti agli inquirenti accompagnato da Michele Coppola: “ Io dissi la verità confermando di aver visto con i miei occhi la presenza dei fusti che venivano buttati in mezzo all’invaso della discarica”; ricorda che queste dichiarazioni “non vennero prese a verbale dal funzionario o almeno non ricordo di aver firmato alcun verbale”. Poi ha aggiunto: “ In quel periodo tutti quelli che abitavano o lavoravano in zona sapevano che i mezzi entravano in discarica e scaricavano dei fusti (bidoni da 200 litri in lamiera e altri fusti in plastica) in mezzo ai rifiuti e che questi fusti venivano mescolati e interrati con i mezzi della discarica”. L'ultima parte della relazione si sofferma sui rapporti politici dei soggetti citati a partire da Maurizio Calvi. Ecco le conclusioni: “L'informativa della squadra mobile di Latina del gennaio 2013, dopo aver riassunto quanto era emerso nel corso delle indagini del 1994, evidenzia: “Da quanto descritto sono emersi univoci elementi informativi circa contiguità, non meglio specificate, se non per ciò che riguarda rapporti di lavoro di collaboratori del senatore Calvi (Giorgi e Fraulin) con società riconducibili alla famiglia Proietto. E’ plausibile ritenere che i predetti collaboratori fossero remunerati dalle società riconducibili ai Proietto. Altro particolare che rileva è il fatto che i Proietto nel periodo in cui hanno gestito la discarica avessero chiesto, ed ottenuto un ampliamento della stessa, da 5 a 42 ettari, da parte del presidente della regione Lazio. Il Presidente pro tempore è stato identificato in Santarelli Giulio, anch’egli esponente del partito socialista come il senatore Calvi”. Bisogna ricordare che Stefano Proietto, figlio di Andrea, è stato impegnato nel settore dei rifiuti ed è stato anche amministratore delegato di una partecipata dell'Ama, nominato dall'allora sindaco di Roma Gianni Alemanno.
L’uomo chiave tra politica e affari
C'è un altro nome che spunta nella relazione, quello di Bruno Landi: “A quanto già osservato dagli investigatori di Latina – conclude la relazione - va aggiunto un ulteriore elemento. Il citato Giulio Santarelli aveva preceduto nella guida della regione Lazio Bruno Landi, politico dello stesso partito. Fu lo stesso Landi ad autorizzare, come abbiamo visto, l'utilizzo dell'invaso ex 2B di Borgo Montello per accogliere i rifiuti pericolosi; durante il suo mandato la Pro.Chi. della famiglia Proietto ha poi visto ampliare il volume d'affari, fino alla cessione delle quote alla famiglia Maruca. Bruno Landi alla fine degli anni '90 entrerà nel management del gruppo Cerroni, fino ad arrivare alla nomina di amministratore delegato della Ecoambiente S.r.l., uno dei due attuali gestori”. Una relazione che soddisfa i comitati, ma di cui nessuno parla. “Da una parte siamo soddisfatti del lavoro svolto dalla commissione – spiega Giorgio Libralato, consulente tecnico dei comitati e ambientalista – ma dall'altro restiamo perplessi perché visto quanto emerso, sia per i collegamenti politici e anche per le possibili omissioni nelle indagini, auspicavamo un'attenzione maggiore della pubblica opinione". Meglio parlare delle buste della frutta e dei due centesimi.

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Latina, il sito di Borgo Montello al question time regionale. Pernarella:”Discarica esaurita ma i residenti vivono barricati”
Da
 Redazione – Latina Corriere
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28 novembre 2017
“Ancora una volta abbiamo chiesto lumi sullo stato tecnico e amministrativo delle discariche di rifiuti solidi urbani a Latina essendo ormai esaurite o prossime all’esaurimento la maggior parte dei siti regionali. E questa volta, seppure con una risposta estremamente parziale e dedicata esclusivamente agli ultimi bacini di discarica in via di chiusura a Borgo Montello, l’assessore Mauro Buschini ci ha confermato che sia gli invasi di Ecoambiente che quelli Indeco sono da definirsi esauriti… ma i residenti di via Monfalcone continuano a vivere barricati”. Sono queste le prime dichiarazioni della consigliera regionale del M5S Gaia Pernarella a margine della risposta da parte dell’assessore Buschini alla sua interrogazione sulle discariche di Borgo Montello.
“Non sappiamo se entro la fine della legislatura riusciremo come opposizione ad avere tutta la verità sulla situazione della discarica di Borgo Montello ma oggi un altro pezzetto di verità è stato faticosamente rosicchiato”, ha affermato la capogruppo grillina. La risposta di Buschini avrebbe chiarito “che parte dei procedimenti di ampliamento sono stati revocati mentre per altri la procedura VIA dovrebbe chiudersi a breve, dove è da capirsi cosa significhi esattamente il termine ‘breve’ considerato che parliamo di procedimenti aperti da anni”.
“Ora attendiamo che si esegua il progetto di copertura del dissequestrato bacino S8 così come previsto dall’autorità giudiziaria al fine di arrivare alla corretta impermeabilizzazione del sito – ha aggiunto Pernarella –. Peccato l’Assessore non abbia utilizzato l’occasione per argomentare e spiegare la situazione degli altri bacini dove l’inquinamento delle falde è già certificato e, nonostante questo, nulla ancora è dato sapere sulle operazioni di bonifica. Intanto né Regione, né Comune, nonostante gli innumerevoli impegni presi e la chiusura due anni fa della discarica, danno risposte ai residenti di via Monfalcone costretti ancora a vivere barricati nelle proprie abitazioni”.

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18 Ottobre 2017

Rida Ambiente: la Regione Lazio pronta a riaprire le discariche. 

C’è anche Borgo Montello



Le discariche chiuse riapriranno, e tra queste anche il sito di Borgo Montello. Ne è certo Fabio Altissimi, patron di Rida Ambiente, dopo aver appreso di una nota della Regione Lazio arrivata al termine di un lungo carteggio iniziato con la comunicazione dell’azienda di Aprilia di non poter ricevere più i rifiuti raccolti da Ama nella Capitale.
“Avevamo ragione. Una comunicazione dell’Area ciclo integrato dei rifiuti ha confermato (a noi, all’Arpa, a Roma Capitale, alla Prefettura di Roma e all’Anac) che la delibera 199/2016 che amplia le discariche esistenti è ormai realtà e che la Regione Lazio targata Nicola Zingaretti ha intenzione di applicarla entro la fine del mandato”
Rida Ambiente aveva chiesto alla Regione Lazio di indicare nuovi invasi dove poter smaltire lo scarto derivante dal  processo di trattamento, che usa le  migliori tecnologie presenti sul mercato in termini di flussi da avviare a recupero, pena dover chiudere le porte ai rifiuti romani stante la mancanza di invasi disponibili nella Regione.
Nel frattempo si è generata un’emergenza dovuta alla chiusura della SEP. Molti Comuni hanno infatti chiesto alla Regione Lazio di risolvere la querelle giudiziaria con la Rida, per non dover andare fuori regione a conferire il rifiuto organico.
“La risposta della Regione Lazio è stata sorprendente – continua Fabio Altissimi – da una parte ha fatto capire ai Comuni che la direttiva è quella di destinare l’organico alla produzione di compost, travalicando quindi anche l’eventuale sentenza a noi favorevole del Tar, dall’altra ha gettato la maschera affermando testualmente che ‘la Regione Lazio, con D.g.r. 199/2016, ha adottato il previsto aggiornamento al vigente piano rifiuti, il quale sarà approvato non appena si concluderà la fase di v.a.s. a cui risulta allo stato sottoposto‘”.
Delibera al cui interno si legge che: “È pertanto necessario prevedere da subito la possibilità di effettuare ampliamenti e/o sopraelevazioni degli impianti esistenti e in esercizio, secondo le normative vigenti”. Secondo lo stesso documento, le discariche in questione sono: solo  la Pontina Ambiente srl di Cecchina (Albano Laziale), la Lazio Ambiente spa di Colle Fagiolara (Colleferro), la Mad srl di Cerreto (Roccasecca) e la Viterbo Ambiente srl a Le Fornaci (Viterbo). Ma una postilla conferma che la Mad srl di Crepacuore (Civitavecchia) ha in procinto due lotti da realizzare, e che la Indeco e la Eco Ambiente di borgo Montello sono sotto valutazione per l’ampliamento delle capacità, rispettivamente, per ulteriori 165 mila mc e 400 mila mc. A questo vanno aggiunti i mega invasi di Malagrotta ancora non avviati a post gestione.
“Ecco il piano di Nicola Zingaretti, del PD e dei funzionari regionali – conclude Fabio Altissimi -. Da mesi domandiamo pubblicamente se l’emergenza rifiuti e la decisione di sopperire agli impianti chiusi autorizzando tritovagliatori, che aumentano a dismisura il numero di rifiuti in discarica, non fosse diretta a tutto ciò, ma in molti ci hanno attaccato come portatori di interessi di parte. La domanda da porsi ora è: chi ci guadagna? Sempre gli stessi, soprattutto coloro che rischiavano di non avere più nulla da vendere, ossia una discarica già piena. Un ultimo regalo del Pd, a pochi mesi dalle elezioni”.

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5 Ottobre 2017
Deposito scorie nucleari.
 Da Vacciano interrogazione per conoscere la sede definitiva



Dove sarà realizzato il deposito nazionale di scorie nucleari? Lo chiede il senatore pontino Giuseppe Vacciano in un’interrogazione diretta al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Nel testo dell’interrogazione, Giuseppe Vacciano unitamente ai senatori Molinari, Bignami, De Pietro, Simeoni e Bellot, precisa che, il Ministero dello Sviluppo Economico in passato aveva detto che il piano per il deposito sarebbe stato adottato definitivamente entro il primo trimestre del 2018, forse anche entro l’ultimo trimestre del 2017.
“Le dichiarazioni del Ministero dello sviluppo economico sono quindi smentite dall’attuale stasi politica che non contempla alcun dibattito parlamentare in tal senso, né, comunque, più concreti indirizzi del Governo – scrive Vacciano e gli altri senatori nel testo dell’interrogazione – Nonostante questa scarsa determinazione della politica nazionale, gli enti locali continuano a produrre atti propedeutici al completamento dell’iter burocratico per la selezione del sito idoneo in cui costruire il deposito unico nazionale, luogo sul quale al momento è mantenuto il più stretto riserbo”.
È il caso della Provincia di Latina, che ha approvato una valutazione ambientale strategica relativa al programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, approvazione che di fatto ha gettato scompiglio nella popolazione locale, che teme che ciò sia un primo passo per la realizzazione del futuro deposito nazionale a Borgo Sabotino. In realtà, come detto sempre da Giuseppe Vacciano nell’interrogazione, il sito della centrale nucleare di Borgo Sabotino non sarebbe idoneo, in quanto troppo vicino alla costa (criterio di esclusione CE8 dell’Ispra: “Queste aree possono essere soggette ad ingressioni marine; sono, inoltre, caratterizzate dalla presenza di falde acquifere superficiali e di cunei salini, foci e delta fluviali, dune, zone lagunari e palustri. Gli effetti corrosivi del clima marino possono avere un impatto sulla resistenza alla degradazione delle strutture del deposito. Le aree in prossimità della costa sono, in generale, turistiche e densamente abitate”).
“Inoltre – aggiunge Giuseppe Vacciano nella sua interrogazione -, la provincia pontina, in quanto area geografica, mal si presterebbe, nel complesso, come luogo in cui stoccare tutti i rifiuti radioattivi nazionali e quelli di rientro dal riprocessamento all’estero, sia per la vicinanza con il mare per tutta la sua lunghezza, sia per la recente e crescente attività sismica locale, sia perché già penalizzata dall’ingombrante presenza della stessa centrale di Sabotino, che già arreca disagi ambientali e sanitari, dai vicinissimi impianti del Garigliano (Caserta) e di Casaccia (Roma), e, non da ultimo, dalle diverse fonti di inquinamento (l’immensa discarica di Borgo Montello tra tutte) ad oggi lasciate al loro destino dalle istituzioni che penalizzano la provincia pontina quasi da farle guadagnare l’epiteto di nuova “terra dei fuochi”.

Dunque al Governo viene chiesto di “chiarire definitivamente dove verrà realizzato il deposito unico nazionale in ossequio ai criteri pubblicati dall’Ispra, al fine di evitare allarmismi causati dal susseguirsi di dichiarazioni e notizie spesso travisabili, affinché venga portato a termine un impegno assunto e vieppiù ostentato a suon di dichiarazioni dai rappresentanti ministeriali competenti in materia dell’attuale Governo”.
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30 settembre 2017
LATINA, DOV'È L'AFFARE
Il ‘nuovo’ affare Ecoambiente. In vendita per 2 milioni di euro il 51%



Un nuovo giro del circolo vizioso monnezzaro potrebbe presto arrivare a Latina, secondo l'ormai collaudatissimo copione: con la scusa di riparare il danno ambientale, si continua ad uccidere l'ecosistema. È in vendita mezza Ecoambiente Srl, una delle due ditte che gestiscono la megadiscarica di Borgo Montello-Bainsizza. È aperta la 'caccia' per trovare chi si compri il 51%. Quel 51% è in mano alla Latina Ambiente Spa, cioè la società dei rifiuti del capoluogo pontino dichiarata fallita a dicembre 2015 e che a sua volta in mano a due soci, il Comune di Latina (51%) e ai Colucci con la Daneco Srl (49%). 


IL VERO BOTTINO

I curatori fallimentari della municipalizzata finita in malora, Angela Pierro e Lorenzo Palmerini, hanno lanciato la vendita martedì scorso 19 settembre. Il valore di riferimento è poco meno di due milioni di euro, 1 milione 972mila e 925 euro per la precisione. 

Ma Ecoambiente Srl vale se e soltanto se può riprendere a portare rifiuti a Borgo Montello,  in un modo o nell'altro, cioè sversandoli in discarica, oppure trattandoli con il cosiddetto Trattamento meccanico biologico (TMB) che consiste nel separarli e trasformarli in materiali da riciclare e in balle da bruciare negli inceneritori, o con un impianto di compostaggio e/o di estrazione del gas da rifiuti. Sul piatto, però, ci sarebbero 11 milioni di euro per l'obbligatoria bonifica e messa in sicurezza del sito. 

DOV’È L’AFFARE

Il Comune di Latina oggi è solennemente impegnato a non far arrivare altra immondizia a Montello, né può inventarsi deroghe alle norme di legge: dal 2009 un accordo Comune-Provincia-Regione con le società Indeco ed Ecoambiente prevede sì di poter abbancare altri rifiuti, ma 'in cambio' della bonifica da parte di Ecoambiente. A meno che più in alto, cioè la solita Regione Lazio, non si vogliano cambiare le carte in tavola. Chiunque autorizzasse nuovi abbancamenti di rifiuti senza l'avvenuta, completa, accertata e certificata efficacia della bonifica (come già suucesso… ) è passibile di denuncia penale. Qui potrebbe scattare il copione già visto troppe volte: in nome del risanamento dell'area, si amplia la discarica o si riprende comunque la lavorazione dei rifiuti con Tmb, 'bio'gas, compostaggio. 

Del resto,  attraverso il tecnico di fiducia di Manlio Cerroni, l’ing. #### , la gestione del sito da parte di Ecoambiente era nata proprio per bonificare gli invasi S1 ed S2 (privi di impermeabilizzazione del sottofondo), oltre al contiguo invaso S3, gestiti a suo tempo dalla Indeco Srl su terreni di proprietà della Ecomont Srl. 

GIRI SOCIETARI

È la stessa Ecomont risultata fallita al tempo dell'obbligatoria bonifica che doveva risultare garantita da apposita fidejussione, poi recentemente resuscitata per questioni di proprietà immobiliari da quelle parti. Indeco ed Ecomont sono confluite nell'attuale proprietà targata Green Holding, finita nel mirino della Procura della Repubblica e della Squadra mobile di Latina proprio per la mancata bonifica a Borgo Montello. La famosa bonifica dell'invaso S zero si è aggiunta solo dopo, grazie al solito accordo furbetto tra 1997 e 1998: già allora la ditta disse “ok, bonifichiamo se ci fate portare altri rifiuti”. Ad Ecoambiente hanno persino dato un nuovo lotto per interrare immondizia, gli invasi sono diventati otto, ma la bonifica non s'è vista per 16 anni. È iniziata intorno al 2013-2014 e non è stata completata. 

CON LA SCUSA DI BONIFICARE...

L'accordo (politico) stabilito anni fa dalla Giunta Finestra e dall'Amministrazione regionale guidata da Francesco Storace era sostanzialmente lo stesso applicato da altre parti: “Fammi smaltire altri rifiuti nei siti che devo bonificare e con i soldi in più che ci ricavo ti metto in sicurezza l'intero sito”. Dopo quasi vent'anni dall'avvio di questa gigantesca bufala, non risulta ancora ultimata la bonifica dell'intero cimitero di rifiuti, in primo luogo l'invaso S zero, malgrado la montagna di soldi incamerati da Ecoambiente. Oltre al solito modello, il patron della situazione potrebbe essere ancora una volta Manlio Cerroni, 91 anni il prossimo 18 novembre, leader del settore e capo della discarica di Latina, oltreché di Malagrotta a Roma e molto altro. 

Da sempre è lui il socio privato di Ecoambiente Srl, della quale detiene il 49% attraverso la società Ecoimpianti Latina Srl. Quest'ultima, ai sensi di legge, ha anche il diritto di prelazione sull'offerta che eventualmente verrà presentata per l'aggiudicazione della gara. Se Cerroni giudicherà quel sito ancora appetibile, acquisterà il restante 51% di Ecoambiente. Ma per far questo deve avere già in tasca delle garanzie politiche da politici e tecnoburocrati regionali per poter smaltire altri rifiuti a Latina, magari attraverso la dichiarazione dell'ennesima emergenza rifiuti. 

LO SCOGLIO DEL COMUNE

Dunque l'affare grosso ci sarebbe, in gergo lo chiamano post mortem: la sistemazione della discarica esaurita porta come eredità non solo il biocidio di una stupenda area rurale sullo storico fiume Astura. Ma stavolta il 'delitto perfetto' non è scontato. Il Comune, lungamente messo a fare il socio tonto di Cerroni, sembra ora davvero intenzionato a far rispettare la delibera n. 169 del 2012 con cui il Consiglio comunale votò una variante urbanistica tesa a congelare nuovi ampliamenti della discarica di Borgo Montello. Quella delibera ancora non è stata ratificata dalla Regione Lazio e senza quella ratifica nessun altro invaso e tantomeno nessun impianto di cosiddetto Trattamento meccanico biologico, di compostaggio o 'bio'gas può essere autorizzato. 

La battaglia è aperta, la posta in gioco è ghiotta: spendendo 2 milioni per comprare il 51% di Ecoambiente, il compratore incasserebbe oltre 11 milioni accantonati per la messa in sicurezza definitiva della discarica ma con la possibilità di gestirseli per 30 anni. Come stabilito dai giudici nel caso degli arresti Indeco, infatti, non c'è obbligo di vincolare i fondi per il post mortem ai fini della futura bonifica. 

È da gennaio 1997 che le guardie provinciali hanno certificato che la vasca del percolato tracimava sul fiume Astura. 


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30 settembre 2017 
Rida Ambiente lancia l’allarme: la Regione preferisce riaprire Montello e Malagrotta




Due pesi, due misure. Questo lamenta il patron di Rida, Fabio Altissimi, relativamente ad atteggiamenti della Regione Lazio che penalizzano il suo impianto ad Aprilia. Disparità di trattamento con la SEP di Pontinia, tempi interminabili per avere risposte sulla discarica che avrebbe dovuto realizzare Paguro, questi e altri sono gli episodi che Fabio Altissimirileva, dove la Regione Lazio ha agito in modo non uniforme e per i quali ora pretende una spiegazione.


Parte dalla Commissione Ambiente che si è svolta in Regione Lazio lo scorso 27 settembre. “Da quel che ho letto sui giornali – ha dichiarato Fabio Altissimi -, e che non risulta essere stato smentito, l’Arpa in quell’incontro avrebbe ribadito che l’impianto in questione (quello della SEP di Pontinia, ndr), autorizzato il 17 giugno a incamerare 50 tonnellate di rifiuto organico al giorno in più, in un controllo del 2016 sarebbe risultato produrre compost non conforme alla normativa. Se le cose stessero come riportato dalla stampa, mi sembra che il Presidente della Regione e i funzionari competenti dovrebbero fornire delle spiegazioni all’opinione pubblica. Alla Rida è stato vietato di ricevere rifiuto organico sulla base di un controllo Arpa (eseguito nove mesi prima e poi smentito dalle verifiche effettuate in contraddittorio con la stessa Arpa su disposizione del TAR) che indicava come superiore al limite consentito un indice respirometrico. Perché invece al controllo che sarebbe stato eseguito da Arpa presso un altro impianto, e da cui sarebbero emerso che il rifiuto prodotto non era conforme alla normativa, non sono seguiti provvedimenti della Regione?”.


Anche sui tempi di autorizzazione, che per Rida sono sempre infiniti, Fabio Altissimichiede spiegazioni alla Regione Lazio: “Sempre dagli organi di stampa apprendiamo che modifiche alle autorizzazioni possono avvenire anche in 72 ore. Perché allora abbiamo aspettato più di 500 giorni per ricevere un preavviso di rigetto sul progetto della discarica Paguro? Parere preliminare negativo nel quale l’area valutazione impatto ambientale non sembra nemmeno aver valutato la parte tecnica, e soprattutto la parte economica, visto che Paguro costava la metà delle discariche che operano attualmente nel Lazio?”.


Anche i detrattori di Rida, ragiona Fabio Altissimi, prendono posizione contro una possibile discarica ad Aprilia, e non protestano in egual modo contro la scelta della Regione Lazio di autorizzare nuovi tritovagliatori. E il riferimento è a PD e Movimento 5 Stelle. “Se noi inquiniamo – ipotizza Fabio Altissimi -, e i rifiuti li trattiamo trasformandoli in prodotto utile al recupero energetico, si figuri un impianto che sminuzza il rifiuto tal quale per poi gettarlo tutto in discarica. Perché, se è vero ciò che si legge sui giornali ossia che rifiuto non ancora trasformato in compost è stato sversato sui terreni, questi movimenti non hanno gridato allo scandalo?”





“Sembra che il male assoluto, nel sistema dei rifiuti, sia l’impianto Tmb di Rida. Eppure è proprio Rida, e solo lei, che da mesi lancia l’allarme sulla delibera 199 del 2016 che prevede la possibilità di ampliare le discariche esistenti, quindi Malagrotta e Montello per fare un esempio che ci riguarda da vicino. Una delibera che sarà probabilmente uno degli ultimi atti della giunta Zingaretti prima delle elezioni. Le discariche servono e nemmeno una è stata autorizzata e guarda caso, nelle ultime settimane, è stata data notizia della messa in vendita della parte pubblica di Eco Ambiente, la società che gestisce la discarica di Borgo Montello. Una società che, allo stato dei fatti, non potrebbe fare alcunché ma che è stata considerata valere due milioni di euro, e non stiamo parlando certo di un quadro antico. Sembrerebbe quindi che la Regione preferisca mega invasi inquinanti che discariche controllate più piccole e meno onerose. Un indirizzo che non capiamo – conclude Fabio Altissimi – ma del quale non potremo che prendere atto anche noi per continuare a operare”.

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25 settembre 2017
Il patron di Rida: “Il maxi investimento sulle compostiere domestiche è un bluff che ricadrà sui Comuni”
L’allarme di Fabio Altissimi: “Tutto pronto per la riapertura delle mega discariche”

Torna a lanciare l’allarme sull’applicazione della delibera della Regione Lazio 199 del 2016 che prevede, in caso di fabbisogno, l’ampliamento delle discariche esistenti, il patron di Rida Ambiente Fabio Altissimi. Una delibera che vedrebbe siti imponenti, come quello di Borgo Montello ad esempio, rientrare in funzione con nuovi abbancamenti, nonostante le inchieste e le diatribe giudiziarie che riguardano il loro potenziale inquinamento.
Fabio Altissimi, perché è così convinto che la delibera 199  stia per divenire realtà, che cosa è cambiato?
Il mondo dei rifiuti è un po’ come un puzzle ancora da costruire. A prima vista si possono vedere solo delle tessere distinte ma una volta messe nell’ordine giusto si ha il disegno identico a quello illustrato sulla confezione. E allora basta legare le dichiarazioni del presidente Zingaretti con alcuni atti della Regione presenti e passati per capire che a breve vedremo ampliate le mega discariche che avrebbero dovuto essere soggette a post gestione da tempo.
Può spiegarsi meglio?
Certo. Prima di tutto si parla ormai giornalmente della necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti in ogni provincia. Ebbene ciclo dei rifiuti significa: raccolta, trattamento e conferimento dei residui, seppur minimi, in discarica. Queste ultime oggi non ci sono.
Questo non potrebbe voler dire semplicemente che la Regione Lazio autorizzerà nuovi invasi? Magari anche quello da lei proposto ad Aprilia?
Tralasciando il nostro progetto che noi continuiamo a ritenere valido anche perché andrebbe a essere installato su un terreno a oggi inquinato che verrebbe bonificato e poi controllato, la risposta è no. E le spiego anche perché: la Regione Lazio ha autorizzato (e gli atti si possono trovare sul sito istituzionale) nelle ultime settimane il tritovagliatore di Rocca Cencia a Roma, e poco prima a aveva messo a disposizione quello mobile per l’Ama, poi ancora Csa ed eco system e quello di Ecologia Viterbo avvenuto a giugno di quest’anno. Occorre ricordare, ecco l’altra tessera, che il Lazio ha rischiato di veder aprire a suo carico una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea per aver sversato rifiuti tal quali in discarica. Perché puntare sui trito-vagliatori se non trattano il rifiuto e dopo averlo sminuzzato lo portano in discarica?
Perché?
Perchè bisogna prendere in mano una nuova tessera del puzzle, quella legata alle compostiere domestiche.
Il presidente Zingaretti in effetti ha annunciato investimenti per 21 milioni di euro ma questo sembra volto più che altro a facilitare la raccolta differenziata e a diminuire i costi di gestione o no?
A prima vista tutto ciò può anche apparire corretto. Ma se invece si mette insieme l’investimento con l’autorizzazione dei tritovagliatori viene fuori un disegno diverso. Il tritovagliatore sminuzza e non tratta, la 199 prevede l’abbancamento in discarica solo del rifiuto secco. Chi può certificare che il rifiuto proveniente dalle città sia privo di parte putrescibile? I Comuni. E grazie a questo mega investimento saranno i sindaci a prendersi la responsabilità di dire che tutto il rifiuto che finisce nei cassonetti è secco e così il 70% dei rifiuti prodotti verrà semplicemente tritato e poi gettato in discarica. Sindaci che in alcuni casi nemmeno sanno di essere utilizzati per questi fini, e mi riferisco soprattutto a quelli dei comuni più piccoli. Peccato che le discariche a oggi non ci siano e realizzarle richiede tempi lunghi.  Ma ecco la delibera 199 che permette l’ampliamento delle esistenti. E a chi fanno capo quelle più grandi? E’, infine,  come se la Regione Lazio voglia fare a meno, a ben vedere, degli impianti Tmb e Tbm che lo stesso Zingaretti ha detto vuole riformare attraverso un’ordinanza che dovrebbe essere emessa in questi giorni, di cui siamo ansiosi di conoscere il contenuto. Ma di questo e delle conseguenze che ne deriverebbero forse è meglio parlarne in una successiva intervista.


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20 settembre 2017
Latina Ambiente, in vendita per quasi due milioni di euro la partecipazione di Ecoambiente

Sfiora i due milioni di euro il prezzo base di vendita del 51% delle quote di Ecoambiente. Lo hanno reso noto Lorenzo Palmerini e Angela Pierro, curatori fallimentari della Latina Ambiente, attraverso un avviso pubblicato ieri sul sito della società in liquidazione, mettendo così in vetrina uno dei “gioielli” più preziosi dell’azienda pubblico-privata del servizio di igiene urbana del capoluogo pontino dichiarata fallita il 7 dicembre 2016 dal Tribunale di Latina.
La curatela fallimentare, nell’ambito delle procedure di liquidazione, invita gli interessati a manifestare il proprio interesse con esplicita indicazione della migliore offerta economica all’acquisto della quota di partecipazione pari al 51% del capitale sociale di Ecoambiente Srl con sede in Latina, via Monfalcone Km 2,5, anche nella forma, eventualmente, del diritto di opzione a sottoscrivere il capitale da ricostituire. Valutazione di riferimento 1.972.925 euro.
Ecoambiente, le cui quote pari al 51% sono ora in vendita, è la società che gestisce la discarica in cui conferiva i rifiuti il Comune di Latina, oggi chiusa ma in attesa di nuove autorizzazioni da parte della Regione Lazio. Due i progetti in ballo: un ampliamento, ovvero il sovralzo per un aumento volumetrico di 400mila metri cubi per il conferimento di rifiuti pre-trattati a bassa concentrazione di organico; e un nuovo invaso da un milione di metri cubi. Il primo progetto è in attesa di Valutazione di impatto ambientale; è in stand-by da tempo ma nelle sedi istituzionali, come ad esempio la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, la Regione ha chiarito di poter dare il definitivo ok non appena sciolto in nodo della bonifica in corso presso il sito di via Monfalcone. Il secondo progetto è in fase embrionale, comunque depositato in Regione. A questi due progetti, in verità, se ne aggiunge un terzo, già autorizzato, ovvero quello per la realizzazione di un impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb), forse un po’ superato e che comunque abbisogna di investimenti per la sua realizzazione.
Con l’avviso per la manifestazione di interesse all’acquisto, la curatela fallimentare va ad esplorare il mercato tenendo conto che il socio minoritario, la Ecolatina titolare del 49% delle quote, potrebbe esercitare il diritto di prelazione.
Allo stato dei fatti, la discarica di Borgo Montello – considerando che la Regione Lazio non ha chiuso le pratiche con dinieghi – può risultare ancora appetibile ad operatori del settore in espansione. Un rischio per il Comune, la cui amministrazione in carica si è pubblicamente impegnata a che la discarica di Borgo Montello non aprisse mai più i battenti. Con un’operazione di natura sociale l’ente municipale potrebbe rientrare in gioco con un’offerta adeguata e porre così la pietra tombale sull’eventuale ritorno in esercizio. Ambientalismo fantasioso? Servirebbe un progetto virtuoso, probabilmente impossibile da redigere considerando i tempi stringenti dei bandi di vendita della Latina Ambiente che nel loro complesso costituiscono un campo minato per il Comune di Latina.


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29 agosto 2017
Nuova crisi dei rifiuti nel Lazio, Altissimi: “L’emergenza potrebbe far riaprire le discariche esaurite”


I quotidiani nazionali parlano di una nuova e imminente crisi dei rifiuti che potrebbe colpire la Capitale e parte del Lazio. La domanda da fare per capire alcune problematiche è sempre la stessa: questa crisi a chi gioverebbe? Una riflessione sulla gestione dei rifiuti a livello regionale l’ha fatta Fabio Altissimi, patron di Rida Ambiente.
“Leggo dalle colonne dei quotidiani – ha detto Altissimi – che Roma rischia di essere sommersa dai rifiuti a causa degli impianti di trattamento del gruppo Cerroni. Dalle stesse colonne leggo che quel gruppo imprenditoriale accoglie al giorno 1200 tonnellate di rifiuti raccolti da Ama. Qualcosa non torna: nel Lazio si producono ogni anno tre milioni e 800mila tonnellate di rifiuti. La holding dell’avvocato Cerroni ne gestisce più o meno 400 mila, poco più del 10% del totale. Come mai però, secondo quanto scrive Il Messaggero, riesce a tenere sotto scacco non solo il sindaco di Roma ma anche la Regione Lazio e lo stesso Cantone, rappresentante dell’organismo nazionale anti-corruzione?”
 “Si parla di monopolio – ha continuato Altissimi – che di fatto esiste. Quello che non si capisce è come si sia arrivati a tale condizione. I numeri sono quelli esposti qualche riga più sopra: insomma, se si fosse voluto aprire il mercato ce ne sarebbe stata la possibilità. Non voglio parlare del mio impianto e della mia attività ma è certo che l’impasse odierna sia frutto di anni in cui l’attenzione politico-istituzionale si è concentrata solo sulle discariche e non sul trattamento dei rifiuti. Discariche e impianti obsoleti, come i tritovagliatori. Sminuzzatori di immondizia che non rappresentano un investimento imprenditorialmente ed economicamente remunerativo almeno che non si accompagnino alla gestione di una discarica. Guarda caso a chi appartiene l’impianto di Rocca Cencia da poco autorizzato dalla Regione Lazio?”


Pronta anche la risposta a chi obietta che le discariche, ad oggi, non rappresentano più un business vivo perché ormai esaurite: “Non dimentichiamoci la determinazione 199/2016 della Regione Lazio paventa, in caso di necessità, la possibilità di riaprire gli invasi per permettere nuovi sversamenti. Una spada di Damocle da lasciar cadere in caso di emergenza, come quella che sembra possa esserci a breve, e nuovamente, per Roma. Una riapertura che non solo renderebbe operativi invasi immensi e in alcuni casi (si guardi a Borgo Montello) inquinanti, ma che farebbe tornare vantaggiose le discariche che, ben lontane dalla post gestione, potrebbero essere vendute a qualche multi-utility nazionale o internazionale per plusvalenze milionarie. Non sta a me indicare la soluzione del problema ma è certo che ciò che sta avvenendo rappresenta, dal punto di vista della concorrenza e del mercato, un paradosso”.
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I Curatori Di Latina Ambiente: La Discarica Potrebbe Essere Ampliata
 Durante L'audizione In Commissione Trasparenza Emerge La Richiesta Di 400 Mila Tonnellate Di Sopralzo

07/04/2017
    
I curatori fallimentari di Latina Ambiente Angela Pierro e Lorenzo Palmerini sono stati ascoltati ieri in commissione Trasparenza, presieduta dalla consigliera del Pd Nicoletta Zuliani. Finalmente è stata fatta chiarezza su alcuni punti nevralgici del servizio di igiene urbana, sulla situazione del fallimento della partecipata, sul debito e sul destino della discarica di Borgo Montello. E quest'ultimo tema non riserva buone notizie: secondo i curatori la Regione Lazio non ha escluso la possibilità di nuovi ampliamenti, contrariamente a quanto assicurato dal Comune di Latina nei mesi scorsi. 

La proroga oltre il 30 giugno

La convocazione in trasparenza era per avere certezze sulla possibilità che Latina Ambiente prosegue la propria attività oltre il 30 giugno 2017. I curatori hanno spiegato che «questa decisione spetta al giudice delegato al quale il Comune deve presentare una proposta specifica che preveda un piano industriale che motivi questa proroga e deve farlo entro metà maggio, perché se venissero meno le condizioni di impresa il tribunale ha il dovere di revocare seduta stante». In definitiva, «c'è spazio per ulteriore proroga ma se cambiano le condizioni il giudice potrebbe non autorizzate l'esercizio provvisorio». 

Lo stato di salute della spa

«Personale specializzato, conosce il servizio, ci stanno facendo fare bella figura - ha detto Palmerini - non sembrerebbe che il servizio sia reso da una società fallita, anche se la struttura non è performante». Il paradosso è dunque che la società funziona, a parte appunto qualche anomalia di spesa. Interessante il passaggio sui crediti/debiti. «Latina Ambiente ha un credito commericiale di 16 mi lioni col Comune e un credito Tia di 19 milioni di euro. Se il comune avesse riconosciuto i 16 milioni, asticella per passare in continuità senza fallimento (18 milioni) c'era», ha fatto rilevare Palmerini. «La società - ha aggiunto - ha una esposizione di 30 milioni di euro, c'è una grossa voce di debito verso erario che si sarebbe potuto evitare con criterio di contabilizzazione diversa (sono stati fatti negli anni accertamenti di utili iscritti a ricavo come se fossero incassati). C'è stato per anni un margine positivo, poi interrotto e ripreso. Nessuno è esente da errori, nemmeno il Comune che doveva controllare. Il parco mezzi è oggi disastrato - ha aggiunto ancora Palmierini - Faremo l'asta perché dobbiamo dismettere il patrimonio. Se il Comune partecipa? Sì, non è scontato che si aggiudichi i mezzi. Per fare porta a porta spinto servono mezzi e personale».

Ecoambiente e discarica

La "bomba" è arrivata verso la fine. Parlando di dismissione dei mezzi, i curatori hanno sottolineato come «la quota di Ecoambiente andrà all'asta. Siamo andati in Regione Lazio per avere elementi per una valutazione della società che possiede la discarica di Borgo Montello. Non è stato escluso un nuovo ampliamento della discarica. Il valore, attualmente, è di 3 milioni di euro». La Curatela vuole ottenere l'autorizzazione per l'ampliamento (400 mila mc) così aumenta anche il prezzo d'asta e un privato lo acquista. «Quanto ci stanno dicendo i curatori - ha detto il consigliere di Noi con Salvini Matteo Adinolfi - smentisce le parole dell'assessore all'Ambiente Roberto Lessio che aveva assicurato che la discarica di Montello era chiusa definitivamente e destinata al post mortem».

Marianna Vicinanza
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Latina, cattivi odori e rumori notturni. Cosa accade in discarica? Chiesta verifica a Borgo Montello
12 maggio 2017
Se sugli effetti della nube di Pomezia e su quanto accaduto nell’impianto di stoccaggio rifiuti EcoX, a una settimana dall’evento incendiario, la verità resta lontana, in via Monfalcone a Latina le discariche di Borgo Montello continuano a togliere il sonno. Abbiamo perso il conto il questi mesi delle segnalazioni giunte al Comune, Arpa, Asl, Provincia, Regione eccetera eccetera di odori e rumori molesti che si diffondono nelle ore notturne. La richiesta è sempre la stessa: venite a verificare cosa accade di notte nelle discariche Indeco ed Ecoambiente. Alle numerose pec non segue mai una risposta. Le stesse pec vengono inviate per conoscenza anche a giornali, radio, tv. Contengono una denuncia ripetitiva e per questo cestinata. Ma non è così che si fa un buon servizio. Perché ai problemi non ci si deve abituare. Se percorriamo tutti i giorni la stessa strada, con al centro una buca, istintivamente dopo averci rimesso una gomma tentiamo di evitarla fin quando la manovra diventa automatica e ci scordiamo della buca. E così ci si dimentica anche di via Monfalcone. Soltanto che lì la buca è enorme e il rischio non è di forare una camera d’aria ma di morire di mal aria. Oggi noi abbiamo deciso di dare ancora una volta voce agli abitanti di via Monfalcone, perché del rischio della riapertura delle discariche di Borgo Montello ne abbiamo già parlato abbondantemente, anche di recente e in occasione dell’audizione in commissione consiliare dei curatori fallimentari della Latina Ambiente.
“Si comunica che anche questa notte da mezzanotte, in poi – si legge nella pec di oggi che il comitato di via Monfalcone ha inviato alle competenti istituzioni -, si sono sviluppate emissioni odorigene e rumori moleste provenienti dalla discarica di Borgo Montello, riscontrate nelle abitazioni site in via Monfalcone. L’odore particolarmente fastidioso, come sempre si propaga all’interno delle abitazioni pur con porte e finestre chiuse. Continuano i rumori provenienti dall’interno della discarica, in particolare nelle ore notturne, forse perché di giorno si confondono con altri rumori, probabilmente provenienti dagli impianti in essere. Si rinnova pertanto richiesta di sopralluogo e verifica delle condizioni igieniche, ambientale e salute pubblica per emissioni odorigene moleste dalla discarica di Borgo Montello e polveri, si chiede di conoscere la causa e i probabili danni alle persone e alla colture circostanti. Si chiede inoltre di verificare se i rumori siano in conformità alle autorizzazioni e alle prescrizioni. Si rinnova la richiesta di avere la documentazione delle procedure di Via delle discariche di Borgo Montello che da mesi rimane senza risposta alcuna dall’Ufficio Via della Regione Lazio, per gli impianti Indeco ed Ecombiente in fase istruttoria presso la Regione Lazio, per i nuovi volumi e impianti presso la discarica di Borgo Montello. Anche oggi quindi, come segnalato da mesi, si riscontra: 1) emissioni odorigine particolarmente moleste ed emissioni di polveri volatilli dalla discarica di Borgo Montello; 2) nessuna risposta e/o informazione rispetto alle precedenti segnalazioni compresi i rumori. Si rinnova la richiesta che tali informazioni vengano inserite nei fascicoli di Via per gli impianti Indeco ed Ecombiente in fase istruttoria presso la Regione Lazio, per i nuovi volumi e impianti presso la discarica di Borgo Montello. Si chiede di conoscere la causa e i probabili danni alle persone e alla colture circostanti, nonché le analisi e le verifiche effettuate. L’evidente privazione della qualità della vita, dell’uso della proprietà privata e della dignità umana continua senza soste a causa di quelle che secondo ArpaLazio e Asl di Latina sono le autorizzazioni illegittime senza rispetto delle distanze di legge e delle prescrizioni. Si informa che, qualora perdurasse il mancato intervento potrebbero peggiorare le gravi condizioni di salute delle persone che vivono a ridosso della discarica tale atteggiamento omissivo delle Istituzioni equivarrebbe ad abbandono di persone in stato di necessità”.


Ci auguriamo che alla denuncia odierna, l’ennesima, partita da via Monfalcone seguano verifiche e risposte trasparenti e interventi concreti risolutivi dei disagi lamentati che riguardano l’ambiente, la salute e la vivibilità di via Monfalcone e del territorio circostante.

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Discarica ad Aprilia, Altissimi replica a Simeone: dica che senza La Cogna riapre Borgo Montello

18 maggio 2017
La discarica di Borgo Montello



Pino Simeone ha detto il suo no alla discarica di Aprilia, a stretto giro è arrivata la replica di Fabio Altissimi, di Rida Ambiente. “Il Consigliere Giuseppe Simeone, ci tiene non solo a pronunciare un NO deciso alla discarica di La Cogna, ma chiede al Consiglio provinciale ed alla conferenza dei sindaci di Latina di prendere una posizione contro il progetto presentato dalla Paguro S.r.l.. Egli evidenzia come abbia a cuore il territorio e come voglia preservarlo da danni ambientali – dice Altissimi -, le cui vittime sarebbero soprattutto i cittadini. Verrebbe da chiedersi come mai il Consigliere, sulla base di quella stessa nobile esigenza, non faccia cenno alla necessità di presentare un progetto di bonifica dei siti in Borgo Montello (LT) di Indeco e Ecoambiente, i cui impianti di smaltimento sono chiusi da tempo, e per i quali non risulta ancora partita la post- gestione”.
Simeone diceva che era giusto ad arrivare a un’autosufficienza in Ambito Provinciale sulla gestione dei rifiuti, e soprattutto la provincia di Latina non vuole servitù da Roma. “Peccato – aggiunge Altissimi – che di autosufficienza la Provincia di Latina non può parlare (non disponendo di una sua discarica di servizio) e che la prima provincia a gravare altri territori della propria servitù è proprio lei (esportando i propri scarti in parte nella provincia di Frosinone ed in parte ancora più consistente fuori regione)”.
“La responsabilità della politica non dovrebbe essere certo quella di nascondere la spazzatura sotto un tappeto (altrui) – aggiunge Altissimi -, quanto piuttosto di intraprendere un discorso serio ed obiettivo sulle strategie per poter chiudere il ciclo dei rifiuti nel proprio ambito territoriale, con scelte consapevoli e responsabili.
Altissimi ci tiene ad aggiungere che l’alternativa a una discarica ad Aprilia sono le discariche di Borgo Montello, ceh potrebbero essere riaperte in virtù di una delibera regionale che, in quanto tale, “dovrebbe conoscere bene, essendo stato sottoposto al vaglio del Consiglio Regionale”.
“In ultimo, va chiarito, ad onor di cronaca, che la Paguro si è limitata a presentare un’istanza di parte (rispettando le normative vigenti), su un’area non considerata come “non idonea” dal piano provinciale dei rifiuti approvato dalla Giunta Provinciale (ossia, e non è poco, il vertice esecutivo a livello provinciale)”, dice Altissimi.
“Naturalmente – prosegue – è possibile che quella di Borgo Montello, dove le distanze dai canali, dai boschi e dalle abitazioni non sembrano costituire un ostacolo insormontabile, sia considerata una collocazione ‘più’ idonea. È sufficiente, allora, che lo si dica francamente a quegli stessi cittadini della provincia di Latina che forse, in questo momento, si sentono considerati come cittadini di serie B…”
“Ci auguriamo – conclude Altissimi – di ricevere anche noi delle risposte concrete. Finora, infatti, abbiamo dovuto solo ascoltare critiche per aver legittimamente presentato un progetto teso a realizzare una discarica che, oltre ad essere indispensabile a chiudere il ciclo dei rifiuti del territorio pontino (e non quello di Roma), ha adottato tecnologie innovative mai utilizzate per una discarica nel Lazio, alla metà del prezzo che costano le attuali discariche laziali. Forse è proprio questo lo ‘scandalo’ di cui siamo (fieramente) colpevoli, e – a questa ‘strana coalizione’ di destra e sinistra contro la Paguro, auguriamo allora buon lavoro!
  Discarica di Borgo Montello, mistero on-line: sparito il progetto della Ecoambiente in attesa di Via
Da Rita Cammarone

28 maggio 2017

“Dai procedimenti in corso soggetti a Via è sparito il progetto di Ecoambiente”. Ad accorgersene è stato l’ecologista Giorgio Libralato, consulente tecnico del comitato di via Monfalcone, facendo il consueto monitoraggio dell’iter degli atti relativi alla discarica pontina di Borgo Montello che tanto esaspera gli abitanti della zona. Potrebbe essere una buona notizia ma… “A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina”, volendo usare l’espressione attribuita a Giulio Andreotti.

“Dalla ricerca nel sito ufficiale della Regione Lazio è sparito dall’elenco il progetto di sopraelevazione della società Ecoambiente, mentre, per esempio, è rimasto quello della società Indeco, presentato lo stesso giorno di Ecoambiente. Quello della società Indeco viene definito “sospeso in attesa di pronuncia Via”. “Che cosa può voler significare?”, s’interroga Libralato. Tutto o niente.
Libralato fa diverse ipotesi: si tratta di un mero errore, inavvertitamente è stato tolto dall’elenco, ma la richiesta di sopraelevazione dell’invaso di via Monfalcone presentata dalla Ecoambiente è ancora giacente in attesa di Via al pari dell’autorizzazione chiesta dalla società Indeco, titolare dell’altra discarica di via Monfalcone; è stato bocciato, ma si sono dimenticati di pubblicare il diniego; il progetto di Ecoambiente non è più tra i progetti da sottoporre a Via perché è stato ritirato dalla società proponente, o dalla Regione Lazio o da qualche autorità; il progetto di Ecoambiente è stato approvato dal settore Via della Regione Lazio nonostante le varie criticità e pareri contrari.
Le ipotesi di Libralato appaiono lecite e si inseriscono a pieno titolo negli ultimi accadimenti, primo fra tutti una recente intervista realizzata da “Buongiorno Regione” all’ingegnere Pierpaolo Lombardi, amministratore delegato di Ecoambiente: il 17 maggio 2017 Lombardi ha dichiarato davanti alle telecamere del Tg3: “Abbiamo richiesto un aumento volumetrico di 400mila metri cubi, per portare rifiuti pre-trattati a bassa concentrazione di organico, che difficilmente producono odori molesti”. Esattamente 11 giorni fa, quindi, l’ad di Ecoambiente ha rivendicato la bontà del progetto, anche a costo di subire un linciaggio. Erano presenti gli abitanti di via Monfalcone. Cosa sarebbe mai potuto accadere in così poco tempo per rinunciare alla sopraelevazione? Sul progetto di Ecoambiente ci punta anche la curatela fallimentare della società Latina Ambiente, proprietaria al 51% di Ecoambiente. Il 17 aprile 2017, Lorenzo Palmerini, curatore fallimentare della Latina Ambiente (51% del Comune di Latina), in audizione in commissione consiliare Ambiente, non ha nascosto l’interesse della curatela a rendere economicamente appetibile la proprietà di Ecoambiente attraverso l’autorizzazione alla sopraelevazione, tanto da riferire (qui gli audio dell’audizione integrale) di essersi recato in Regione per avere garanzie sull’ok al progetto. “Abbiamo parlato con il dirigente: nulla di assicurato, nulla di garantito ma neanche nulla di vietato. L’impressione è che sia solo una questione di tempo”, ha detto ai consiglieri commissari palesando l’intenzione della curatela di vendere al miglior prezzo le quote della Ecoambiente. E dopo un mese esatto le parole “eco” di Lombardi. Difficile credere a una rinuncia. Possibile che trovi ragione l’ultima ipotesi di Libralato, ovvero che il progetto di Ecoambiente sia stato approvato dal settore Via della Regione Lazio? A guardare bene le ipotesi di Libralato c’è anche quella di un intervento d’”autorità” che resterebbe in pista. Quel giorno a Borgo Montello, durante le interviste di “Buongiorno Regione”, una fonte autorevole ha parlato fuori onda di un possibile commissariamento: “Nuove autorizzazioni per gli impianti di Borgo Montello potrebbero arrivare direttamente dal Governo”.
Non è nostra intenzione provocare allarmismo, ma l’assenza dal sito della Regione del progetto di Ecoambiente non è notizia da trascurare tanto più che una misteriosa semi-sparizione è avvenuta anche sul sito della società Latina Ambiente che non ha più in home le informazioni relative al fallimento, ora accessibili solo dalle news del 2016. 
La sentenza di fallimento della società Latina Ambiente fissava alla data del 25 maggio 2017 l’adunanza per l’esame dello stato passivo. Che posizione ha assunto il Comune di Latina? Da indiscrezioni risulta che l’amministrazione comunale avrebbe prodotto documentazione per l’ottenimento della proroga dell’esercizio provvisorio su cui avrà l’ultima parola il giudice delegato.



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La sciagurata delibera di Buschini sui rifiuti


28 maggio 2017 
  Giuliano Armeno  Posted in Gli Articoli

La domanda se la pone Mauro Buschini, assessore regionale all’Ambiente. Lo fa in un articolo apparso sull’edizione romana del Corriere della Sera. Si chiede «Bisognerebbe domandarsi perché la soluzione proposta da Storace su un tema complesso come quello dei rifiuti sia costantemente coincidente con quello di una specifica azienda».
Il riferimento, senza nominarlo, è alla Rida Ambiente di Aprilia, la società che ha in gestione la principale discarica in provincia di Latina.
La risposta arriva direttamente da Francesco Storace. Oggi è il vice presidente dell’aula di Consiglio Regionale, mentre qualche anno fa era il governatore della Regione. C’era lui al timone quando vennero autorizzate la discariche provinciale di Roccasecca (per Frosinone) e Borgo Montello (per Latina) grazie alle quali fino ad oggi il ciclo della raccolta ha funzionato.
Dice Storace sulla sua bacheca Facebook «Bravo Buschini: anziché spiegare perché, voi che avete potere, picchiate duro su un’azienda, ributtate falsamente su di me, che il vostro potere non ho, di volerla favorire. Applausi per la gag».
Nelle righe successive, Mauro Buschini viene definito «l’assessore ai rifiuti della giunta Cerroni, pardon Zingaretti».
L’assessore spiega la strategia del governo Zingaretti per la gestione dei Rifiuti. Illustra i principi chiave delle nuove norme che sono state messe a punto. Fa una serie di valutazioni tecniche, suelle quali sono state appoggiate poi le scelte politiche del governo regionale di cui fa parte.
Replica l’ex Governatore che Buschini «si aggrappa a quella che chiama valutazione tecnica…. Con una faccia tosta senza eguali chi favorisce smaccatamente il monopolista dominante, rimprovera a me l’interesse per un’azienda…».
Ed i dubbi sollevati da Mauro Buschini a proposito delle scelte fatte da Francesco Storace? L’ex ministro della Sanità ribatte «Dubbi che a Palermo definirebbero mafiosi».
Ai quali però fornisce una risposta. Rivolgendosi direttamente a Mauro Buschini: «Domandatelo pure assessore, perché vale anche il contrario. Come mai la volete uccidere. (la società di Cerroni nda). Esilarante il riferimento all’allarme lanciato dalla Regione: sotto inchiesta sono finiti i dirigenti messi a guardia del formaggio proprio da Zingaretti…».
L’affondo è sul piano pratico. Storace fu quello che si assunse la responsabilità di autorizzare le due discariche di Roccasecca e di Borgo Montello. Che oggi sono a ridosso dell’esaurimento: hanno ancora un paio di anni d’autonomia. E’ per questo che Francesco Storace ora domanda «A me non interessa affatto che i rifiuti della Capitale finiscano ad Aprilia, quello lo ha proposto la Raggi in TV da Bruno Vespa. Voglio capire dove manderete quelli della provincia di Latina, visto che le discariche di Borgo Montello sono esaurite e voi volete aumentarne la volumetria considerato quello che non vi siete vergognati di scrivere nella delibera 199. E ci mancherebbe che non debba venire in consiglio regionale quella schifezza che voi e non certo io avete sciaguratamente deliberato».
Perché definisce ‘sciagurata’ quella delibera? «Li’ dentro ci sta 1,4 miliardi di euro d’affari per tutte le discariche esaurite, gestione postmortem compresa. Che tutti sanno di chi sono. Ma su questo Buschini sta zitto. Perché non ha proprio nulla da dire. Dovrà spiegarlo ad altri».



Latina, il sindaco Coletta: Mafia radicata nel nostro territorio

Posted by Redazione
Data:31 maggio 2017

Il sindaco Damiano Coletta interviene sul caso delle minacce ai magistrati di Latina: “Voglio esprimere a nome mio, di tutta la cittadinanza e dell’Amministrazione che guido, piena solidarietà e sostegno incondizionato al pubblico ministero Giuseppe Miliano e al giudice Mara Mattioli per le minacce di morte ricevute di recente, un gesto vile di chiaro stampo intimidatorio da condannare senza riserve e che testimonia una volta di più quanto sia importante e prezioso l’impegno della magistratura, delle Forze dell’Ordine, delle istituzioni tutte nella lotta per diffondere e difendere la verità, la legalità.

Le parole del Prefetto Faloni nella Commissione Antimafia di ieri, quelle della Presidente della Commissione, l’onorevole Rosy Bindi, nella conferenza stampa seguita alle audizioni confermano un quadro preoccupante rispetto al radicamento della presenza mafiosa sul nostro territorio, ci chiamano a una grande e costante attenzione, a non abbassare la guardia, a diventare tutti delle sentinelle della legalità, quotidianamente”.
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Latina, effetto Raggi su Montello. Lo spettro della discarica, presto il sopralluogo Arpa per odori e rumori
17 maggio 2017

Un momento del servizio del Tg3 Buongiorno Regione da Borgo Montello
La sindaca di Roma Virginia Raggi una cosa buona l’ha fatta: con la sua uscita a “Porta a porta” dichiarando di voler conferire i rifiuti della capitale ad Aprilia, suscitando le ire di tutti (unica eccezione il meet up Aprilia 5 Stelle che ha parlato di una trappola mediatica), ha portato questa mattina le telecamere del Tg3 a Borgo Montello, periferia di Latina, noto per la presenza delle discariche Ecoambiente e Indeco, attualmente chiuse ma prontissime a riaprire.
La conferma – qualora ce ne fosse stato bisogno – è arrivata dall’amministratore Ecoambiente delegato Pierpaolo Lombardi al microfono di Mariella Anziano: “Abbiamo richiesto – ha dichiarato l’ad – un aumento volumetrico di 400mila metri cubi, per portare rifiuti pre-trattati a bassa concentrazione di organico, che difficilmente producono odori molesti”. L’approfondimento del Tg3 “Buongiorno Regione” ha affrontato così il tema legato al rischio per i cittadini di via Monfalcone di ripiombare nel bel mezzo del transito e dello stoccaggio dei rifiuti davanti alle proprie abitazioni, il cui spettro si è tutt’altro che dissolto con la cessazione da circa un anno delle attività degli impianti. Le due discariche continuano a levare il sonno da quelle parti, perché gli odori e i rumori non cessano e la notte si palesano nella loro intensità. E nel mentre la Regione Lazio non ha ancora dato risposte alla richiesta di Ecoambiente né alle istanze della Indeco, il collegamento da Montello con lo studio del Tg3 ha proposto l’intervista all’assessore Roberto Lessio sulla raccolta differenziata, al consulente tecnico del comitato dei cittadini di via Monfalcone, Giorgio Libralato, ad altri cittadini del borgo per poi lasciare la parola alla consigliera regionale Cristina Avenali della commissione Ambiente che ha tranquillizzato citando la delibera della Regione che non prevede ulteriori impianti di questo genere e al presidente di Legambiente Lazio Roberto Scacchi che ha proposto come unica soluzione il “porta a porta” per non continuare a bruciare i rifiuti. Una borgata alla sindaca di Roma. Quasi a dirle che invece di cercare un posto per scaricare l’immondizia della capitale pensasse a chiudere il ciclo dei rifiuti in casa.  Intanto, fuori onda, le novità. A seguito delle continue segnalazione di odori e rumori molesti provenienti dalle discariche di Borgo Montello, si è appreso che l’ArpaLazio effettuerà presto dei sopralluoghi, come richiesto dal comitato di via Monfalcone. Ma alla buona notizia si è aggiunta quella cattiva: nuove autorizzazioni per gli impianti di Borgo Montello potrebbero arrivare direttamente dal Governo. Oggi davanti alle discariche qualcuno ha parlato di “commissariamento”.


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Borgo Montello, Ecoambiente non bonifica. Il Comune non fa una piega e batte cassa in Regione

Di Eleonora Spagnolo -

27 febbraio 2017 – Latina Quotidiano

Ecoambiente, come Ponzio Pilato, si lava le mani sulla bonifica della discarica di Borgo Montello, che a questo punto potrebbe gravare per intero sul Comune di Latina. Lo ha annunciato l’Assessore Roberto Lessio durante i lavori della Commissione Ambiente tenuti oggi. Nella seduta è stato fatto il punto sulla situazione della discarica alla periferia di Latina, sia per la parte gestita da Indeco, sia per Ecoambiente. Lessio, armato di slide e proiettore, ha prima ricapitolato la storia della discarica, per poi arrivare all’annuncio: “Ecoambiente non intende procedere più con la bonifica, un progetto nato nel 2009 e non ancora chiuso”. Quindi Ecombiente, partecipata dal comune, quindi semipubblica, si rifiuta di fare la bonifica, un bel paradosso, ma su cui Lessio non trova “contraddizioni”. E la Regione, per arginare il problema, ha suggerito al Comune di provvedere facendosene carico.
Procediamo per ordine: Ecoambiente ha anticipato, in una conferenza dei servizi voluta proprio da Lessio, la sua indisponibilità a bonificare l’invaso S0 di Borgo Montello. La decisione tuttavia dovrà prima essere formalizzata. E poi? “La Regione – spiega Lessio – ha dei fondi, accantonati ogni anno in bilancio per fare le bonifiche, quindi c’è la possibilità di accedere a dei fondi” ha garantito l’Assessore, e quindi con questi fondi si potrebbe procedere con la bonifica. Non sarà direttamente il Comune di Latina a procedere con la bonifica, ma con ogni probabilità, una volta trovati i finanziamenti, sarà fatta una gara di appalto.
Piccolo dettaglio sfuggito all’attento assessore: Ecoambiente è una società che per il 51% è di Latina Ambiente (ora dichiarata fallita), che a sua volta per il 51% è del Comune di Latina. Quindi è come se il Comune fosse indisponibile a se stesso, ma non se ne accorge, sorvola, batte cassa, fa finta di niente.
La società addetta alla gestione di parte della discarica di Borgo Montello si è mostrata indisponibile a effettuare la bonifica, ovvero a mettere in sicurezza l’impianto, se non c’è continuità produttiva. Tradotto: Ecoambiente vuole la possibilità di poter continuare a stoccare rifiuti. Invece Comune, Provincia e Regione avrebbero negato tale possibilità. Per Lessio e l’amministrazione un obiettivo è stato raggiunto: la discarica è definitivamente chiusa. Poi chi paga, che fa?
Non sorgeranno neppure gli impianti TMB, né dalla parte di Indeco né in quella di Ecoambiente, perché la Regione ha revocato le autorizzazioni: basta e avanza Rida, ad Aprilia, che anzi, tratta la metà dei rifiuti per i quali è autorizzata, in pratica è un monopolista si, ma abbondante. Una nuova categoria economica. E soprattutto, Ecoambiente ha fatto ricorso al Tar, e il Comune si è costituito dalla parte della Ragione. Ancora una volta, il Comune si contrappone a una sua partecipata. Il Comune è in guerra con se stesso insomma.
Sorgerà però l’impianto biogas nella sezione Indeco. Si tratta di una struttura piccola, la cui grandezza è stata paragonata da Lessio alla metà della sala protezione civile dove si teneva la commissione. Ll’impianto biogas è previsto per legge, inoltre inquinerebbe 25 volte meno del metano che si produce con l’autocombustione dei gas prodotti dalla discarica autonomamente.

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Gestione rifiuti a Latina, niente più avvocato. In commissione ambiente le discariche di Borgo Montello

23 febbraio 2017 – Latina Corriere

Dario Bellini, capogruppo Lbc, e presidente della commissione ambiente

Annullati gli atti di avviso pubblico per l’incarico legale relativo al parere di fattibilità giuridica della gestione in house del servizio di igiene urbana del Comune di Latina e della successiva graduatoria che vedeva al primo posto l’avvocato Pasquale Cristiano, dello studio “Numeri&Norme” di Roma. L’annullamento dei due atti in regime di autotutela è motivata da “un’evidente contraddittorietà fra i provvedimenti amministrativi” poiché il primo indicava il criterio di selezione dell’offerta al prezzo più basso mentre il secondo formava la graduatoria in base all’offerta a ribasso unitamente ad altri requisiti. Dunque, niente avvocato per l’in house. Salvo riproposta dell’iter per la selezione, o altra forma di incarico, di un professionista che attraverso il proprio parere possa chiarire se l’affidamento del servizio in house per l’ente municipale fosse possibile con il sopraggiunto fallimento della Latina Ambiente.
In entrambi i casi, si tratterebbe di ipotesi improbabili dal momento che il sindaco Damiano Coletta nella giornata di ieri ha dichiarato in Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti che l’amministrazione comunale sta predisponendo un piano che punti alla creazione di un’azienda speciale interamente pubblica, destinata a prendere in carico il servizio di igiene urbana. Un’azienda speciale e non più una società pubblica. Una differenza che, secondo l’amministrazione, potrebbe facilmente bypassare l’ostacolo espressamente posto dal decreto Madia che stabilisce che “nei cinque anni successivi alla dichiarazione di fallimento di una società in controllo pubblico titolare di affidamenti diretti (la Latina Ambiente, ndr), le Amministrazioni pubbliche controllanti non potranno costituire nuove società, né acquisire partecipazioni in società già costituite o mantenere partecipazioni in società qualora le stesse gestiscano i medesimi servizi di quella dichiarata fallita”. Sarà così?
Rimanendo sul tema dei rifiuti, intanto, è convocata per il prossimo 27 febbraio alle 11.30 la commissione ambiente presieduta dal capogruppo di Lbc Dario Bellini. All’ordine del giorno la questione della bonifica della discarica di Borgo Montello e l’aggiornamento del biogas Indeco.

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Borgo Montello, Indeco dice basta. Spunta una lettera a Lessio e Regione

By Stefania Belmonte – Giornale di latina
25 gennaio 2017


La società Indeco avrebbe comunicato alla Regione Lazio, due mesi fa, di non essere più interessata alla discarica di Borgo Montello. Lo ha detto durante l’incontro settimanale del movimento, sventolando una lettera davanti all’assemblea di Latina Bene Comune, l’assessore all’Ambiente Roberto Lessio, che ha poi spiegato ai soci – dal suo punto di vista – quanto accaduto al question time di giovedì scorso in aula consiliare.
“Faccio sempre una verifica alla fonte sulle procedure – ha detto Lessio – Sono quindi andato a chiedere direttamente alla società Indeco cosa intende fare nel futuro. Come assessore so infatti che sia la Indeco, che gestisce una parte della discarica di Borgo Montello, sia la Ecoambiente (che gestisce l’altra parte della discarica, quella pubblica, ndr) avevano fatto richiesta di ampliamento e per la costruzione di un Tmb alla Regione Lazio. La Regione non mi ha risposto, ma la Indeco sì: con una lettera in cui dice che il 10 novembre 2016 ha inviato alla Regione Lazio la propria rinuncia a qualsiasi attività in quel sito“.
Giovedì scorso il question time si era rivelato un incontro molto teso. Il Partito Democratico aveva posto un’interrogazione all’assessore sul perché il Comune non si fosse presentato alla conferenza dei servizi decisoria sull’autorizzazione alla costruzione di una biogas per il recupero del gas prodotto dai rifiuti contenuti nell’invaso S8. Il Comune avrebbe potuto infatti presentare proprie osservazioni oppure dare il proprio parere negativo motivato e, data l’approvazione di una mozione unanime in Consiglio sulla chiusura definitiva della discarica di Borgo Montello, il comportamento dell’assessorato all’Ambiente era sembrato un controsenso. L’assessore aveva ribadito di non essere stato informato dagli uffici di quella conferenza dei servizi indetta dalla Provincia di Latina per il 12 settembre scorso ed il PD, alla fine, aveva chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta interna per fare luce sulla mancata informazione dell’assessore ed aveva invitato il sindaco Damiano Coletta a riflettere sulla permanenza in giunta di Lessio (il cui operato è stato criticato, nelle ore successive al question time, anche dal consulente tecnico del comitato per la tutela del borgo, Giorgio Libralato, chiamato in causa proprio da Lessio nel corso della seduta).
Stefania Belmonte

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Biogas a Borgo Montello, il Pd chiede la testa di Lessio
By Stefania Belmonte – Giornale di Latina
19 gennaio 2017
Istituire una commissione d’inchiesta interna al Comune di Latina per capire come mai l’assessore all’Ambiente Roberto Lessio non fosse informato dell’avvio di una conferenza dei servizi per l’autorizzazione alla società Indeco di un impianto per il recupero del biogas dal bacino S8 presso la discarica di Borgo Montello. E’ questo che chiederà il Partito Democratico al consiglio comunale, per accertare quanto ribadito dall’assessore Lessio durante il question time di questa mattina, e cioè il fatto che non fosse stato informato dagli uffici comunali dell’invito a partecipare da parte della Provincia di Latina alla conferenza dei servizi decisoria del 12 settembre scorso, alla quale avrebbe potuto inviare il proprio parere o le proprie motivazioni per un diniego. Invece gli unici a presentare un parere, tra tutti gli enti interpellati, erano stati i Vigili del fuoco di Latina.
Ieri mattina il tema della biogas è tornato alla ribalta con una interrogazione da parte dei consiglieri del PD Enrico Forte e Nicoletta Zuliani che, chiaramente insoddisfatti della risposta data dall’assessore – definita una “imbarazzante Lessio magistralis” – lo hanno criticato duramente nel metodo e sul piano politico. “Una risposta inconsistente dall’assessore, il quale non è entrato nel merito della vicenda affermando che lui non era a conoscenza della convocazione di quella conferenza dei servizi. Non abbiamo capito perchè questo sia accaduto – ha affermato Forte, in una nota congiunta con Zuliani – come mai l’assessore, e dunque il Comune, fosse assente al tavolo perdendo la possibilità di esprimere proprie valutazioni sul caso. Dirò di più, il question time si è trasformato in una insolita ‘interrogazione all’interrogante’, che ormai l’assessore non manca di offrire quando, chiamato a rispondere su cose specifiche, ripiega su altri argomenti. Invito il sindaco, nell’interesse della città, a riflettere sulla permanenza di Lessio alla guida dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Latina. E’ grave che un assessore consideri superfluo lo strumento della conferenza dei servizi, occasione in cui l’ente comunale ha la possibilità di valutare un progetto, presentare osservazioni, richiedere approfondimenti a tutela dei cittadini che rappresenta. Da parte mia – ha concluso Forte – mi attiverò per presentare una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Lessio”.


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Centrale Biogas a Borgo Montello, il Comune non era alla Conferenza dei servizi: mozione del PD.

5 dicembre 2016


La Provincia di Latina ha autorizzato l’Indeco srl alla costruzione una centrale a biogas all’interno della discarica di Borgo Montello a seguito della convocazione della Conferenza dei servizi così come previsto dalla legge. Alla conferenza, indetta per lo scorso 12 settembre, era stato invitato anche il Comune di Latina e nello specifico l’Area ambiente e territorio Servizio Edilizia Pubblica e privata e Servizio Ambiente, Igiene e Sanità.

Il Comune di Latina, però, non ha preso parte alla riunione né ha presentato opposizione al procedimento che è andato avanti e si è tramutato nell’autorizzazione datata 22 novembre.

Adesso i consiglieri comunali del PD, Forte, Zuliani e Carnevale, vogliono sapere perché il Comune non ha partecipato alla Conferenza dei Servizi di settembre e presentano una mozione per promuovere le azioni necessarie per far sì che non vengano aperti ulteriori impianti di smaltimento dei rifiuti nell’area di Borgo Montello, dal momento che la discarica esistente va chiusa e l’area circostante bonificata.
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Discarica di Borgo Montello, più si scava e più emergono misteri: il sequestro ignorato e l’interrogazione inevasa
13 novembre 2016

Nel mentre si scopre che la confisca, eseguita nei giorni scorsi a carico di Giovanni De Pierro, ha riguardato tutte le particelle della discarica di Borgo Montello in uso ad Ecoambiente, compresi i vecchi invasi S0, S1, S2 e S3, e che l’ultima autorizzazione per il conferimento dei rifiuti concessa dalla Regione Lazio nel 2014 aveva avuto luogo quando lo stesso sito era stato già interessato da sequestro preventivo, si infittisce il giallo sull’omicidio di don Cesare Boschin.

Il 20 ottobre scorso abbiamo dato notizia dell’esito di uno step delle ricerche messe in campo dal giornalista scrittore Felice Cipriani volte a fare luce sull’orribile delitto avvenuto a Borgo Montello nella notte tra il 29 e 30 marzo 1995. Già autore del libro-inchiesta “Quello strano delitto di don Cesare”, lo scrittore aveva scoperto che il brutale omicidio rimasto impunito era stato oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata da Calogero Piscitello nel corso della XIII Legislatura. L’onorevole si rivolse ai ministri dell’Interno, di Grazia e Giustizia, delle Finanze e dell’Ambiente per chiedere conto delle ragioni della sottovalutazione dell’impegno pastorale di don Boschin contro le presenze mafiose sul territorio e delle iniziative della comunità religiosa di Borgo Montello contro gli alti inquinamenti ambientali e politici determinati dalla discarica.

Cipriani, dopo aver recuperato il testo dell’interrogazione, si è nuovamente rivolto a Piscitello per avere notizie su quelle che erano state le risposte dei ministri dell’epoca. Come è andata a finire? Cipriani ha appreso che nessun ministro aveva risposto all’interrogazione parlamentare, come confermato dal senatore del Partito democratico Walter Tocci che pure si è prestato nella ricerca degli atti: “Ho verificato che l’interrogazione non ha avuto risposta, ed è grave, perché fu presentata all’inizio di legislatura”, ha scritto a Cipriani. “Ho sempre avuto la convinzione – ha commentato lo scrittore – che l’omicidio di Don Cesare non sia stato un incidente di ladri maldestri o drogati. Più si scava e più si riscontra che è stata una cosa più grossa di come l’hanno fatta apparire gli organi inquirenti i mezzi di informazione dell’epoca e la Curia di Latina. Chiederò ai parlamentari se sarà possibile presentare un’ulteriore interrogazione sui motivi della mancata risposta all’interrogazione fatta a ben tre ministri”.


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Discarica di Borgo Montello, coro di no del Consiglio comunale di Latina alla riapertura
Da Rita Cammarone -
11 novembre 2016

La delibera regionale trabocchetto 199/ 2016 che prevede la riapertura delle discariche di Borgo Montello provoca disappunto anche del Consiglio comunale di Latina che all’unanimità questa sera ha approvato un ordine del giorno presentato dal consigliere Nicolatta Zuliani.

A tirare in ballo l’argomento, inizialmente appena sfiorato dal sindaco Damiano Coletta ad apertura stamane dei lavori dell’asise sui rifiuti – concluso oltre le 19 – era stato il consigliere Nicola Calandrini (FdI), che aveva evidenziato l’iniziativa dell’amministrazione provinciale di Latina di approvazione di una mozione unanime a contrasto dell’ambito unico regionale che consentirebbe di trasformare il territorio pontino in discarica di Roma, e successivamente il consigliere Enrico Forte (Pd), che si era detto pronto ad occupare la discarica di Borgo Montello per impedirne la riapertura.

Successivamente in serata, al termine del dibattito sui rifiuti anche il sindaco aveva voluto precisare di essere totalmente contrario alla riapertura del sito, ribadendo di aver ricevuto garanzie verbali da Zingaretti, Smeriglio e Buschini (presidente, vice presidente e assessore all’ambiente della Regione Lazio) garanzie sulla chiusura definitiva della discarica, salvo poi scoprire la delibera 199. “Forse ho parlato con dei sosia”, ha detto Coletta promettendo il massimo dell’attenzione su questa ulteriore tegola sui rifiuti.



Dunque, il Comune di Latina – con l’approvazione unanime dell’ordine del giorno – si associa alle barricate della Provincia, accogliendo in parte il senso delle richieste specifiche avanzate ieri dal comitato civico di via Monfalcone preoccupato per gli effetti della delibera regionale numero 199 del 2016.

Il testo dell’odg approvato all’unanimità dei presenti è il seguente: visti gli esiti del Consiglio provinciale che delibera con chiarezza la posizione rispetto alla chiusura della discarica di Borgo Montello, vista la necessità di pronunciarsi con chiarezza anche da parte del Consiglio comunale di Latina, si chiede al sindaco e alla giunta di mettere in atto tutte le misure volte a scongiurare l’ulteriore utilizzo della discarica di Borgo Montello, di attivare tutte le azioni necessarie per la bonifica e il post mortem e di attivare tutte le procedure necessarie volte al ristoro dei cittadini interessati alla presenza della discarica.

Il consigliere Forte ha annunciato che martedì prossimo si riunirà la commissione regionale all’Ambiente, di cui è vice presidente, con all’ordine del giorno le discariche di Malagrotta e Borgo Montello. Sarà occasione per capire meglio il destino della delibera trabocchetto approvata dalla giunta regionale sulla quale il consigliere pontino, dello stesso colore politico, si è detto in totale disaccordo. Una posizione non isolata all’interno del Pd. Gli esponenti dem in Provincia l’altra sera hanno fatto dichiarazioni di fuoco sul colpo basso della giunta regionale.




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Latina, il silenzio del Comune sulla discarica Indeco. 
Paguro congelata, inquietudine a Borgo Montello
Da Rita Cammarone -
4 novembre 2016
C’è un senso di inquietudine in via Monfalcone a Latina. Perché, stando alle premesse della conferenza dei servizi di ieri, indetta per il progetto Paguro finalizzato alla realizzazione di una discarica ad Aprilia a servizio della Rida Ambiente, non c’è nulla di buono all’orizzonte. Come si dice… mors tua vita mea. Non è bello a dirsi, ma chi ha vissuto per quarant’anni accanto alle discariche spera che la prossima la aprano il più lontano possibile. E invece la decisione è rimasta nel limbo e si attende l’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti. Il termine per la messa a punto è stato fissato per la fine dell’anno, termine entro il quale Province e Comuni dovranno dire la loro. L’ente di via Costa un atto lo ha già fatto e contiene la fotografia dello status quo in cui si evidenzia l’esaurimento delle discariche esistenti senza fare accenno alle proiezioni dell’andamento della differenziata. La Regione, anche in occasione dell’audizione del dirigente al ramo, Flaminia Tosini, in Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, ha minacciato decisioni sostitutive per i siti di via Monfalcone a Borgo Montello qualora Provincia e Comune di Latina fossero rimasti inerti.
Le parole del sindaco Damiano Coletta, pronunciate ieri nel bel mezzo del Consiglio comunale, non hanno tranquillizzato i residenti di via Monfalcone. Dire di aver ricevuto garanzie, non scritte, che il progetto di ampliamento della discarica di Ecoambiente non sarà autorizzato è poca cosa. Perché accanto c’è il sito della Indeco, che pure ha in Regione un progetto di ampliamento. Il direttore generale dell’Arpa Lazio, Marco Lupo ha riferito davanti alla stessa commissione parlamentare d’inchiesta che l’inquinamento di Borgo Montello esclude di fatto la possibilità di riaprire i cancelli delle discariche e che sarebbe opportuno avviare subito la bonifica. Ben detto, osservano in via Monfalcone dove tuttavia non sfugge un ulteriore particolare: l’inquinamento è stato accertato a carico di Ecoambiente e non anche di Indeco. Che vuol dire? Il timore è che la Regione, in assenza di indicazioni del Comune di Latina, possa disporre la bonifica del sito Ecoambiente e sbloccare l’Indeco consentendo la ripresa dei conferimenti, andando così a soddisfare il fabbisogno concreto della Rida Ambiente senza aprire un’altra ferita sul territorio. Piaccia o non piaccia all’imprenditore Fabio Altissimi che con la Paguro avrebbe potuto applicare tariffe altamente concorrenziali a favore dei contribuenti.
Per tornare al sindaco di Latina, che in un recente incontro con i residenti di via Monfalcone ha promesso anche l’intitolazione di uno spazio pubblico a don Cesare Boschin riconoscendone il valore della battaglia ambientale combattuta sulla terra dei fuochi pontina, ieri sera sembra aver dimenticato che a Borgo Montello i motori della Indeco sono già accesi e ben riscaldati e che la partenza con una discarica “virtuosa” è stata già “ufficializzata” dall’amministratore delegato l’11 ottobre scorso. Il Comune di Latina ad oggi non ha prodotto alcun atto, lamentano in via Monfalcone, che possa ostacolare la riapertura della Indeco che, sebbene con sito attualmente sotto sequestro, può essere autorizzata dalla Regione con volumetrie aggiuntive finalizzate sia a sanare il maggiore utilizzo dell’invaso ottenendo quindi il dissequestro sia a consentire nuovi conferimenti, mentre resta bloccato al Tar l’iter per la Variante al Prg che prevedeva una fascia di rispetto di cento metri attorno agli invasi esistenti.

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Borgo Montello in Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti: “Situazione critica”

Comunicato Stampa 16 Ottobre 2016
Discarica Borgo Montello
La commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti, ha ascoltato oggi il direttore generale dell’Arpa Lazio Marco Lupo. L’audizione ha riguardato la situazione dei ciclo dei rifiuti nella regione, con un focus particolare sullo stato delle discariche di Roma (Malagrotta) e di Latina (Borgo Montello).
Il Direttore ha illustrato l’attuale situazione dell’impiantistica presente nella regione Lazio, consegnando una relazione sulle verifiche effettuate negli ultimi anni. Per quanto riguarda il 2015 l’Arpa Lazio ha compiuto – nel settore dei rifiuti – 329 controlli, la metà dei quali a supporto dell’autorità giudiziaria o delle forze dell’ordine. Marco Lupo ha quindi illustrato l’attività di analisi dei flussi dei rifiuti nella regione, fornendo alla commissione alcuni dati di particolare rilievo.
Nell’anno in corso, ad esempio, il 70% dei rifiuti prodotti dagli impianti laziali (sostanzialmente Tmb e Tm) è stato inviato fuori regione; il 40% del combustibile per rifiuti, l’80% degli scarti non recuperabili e il 90% della frazione organica stabilizzata lasciano la regione Lazio verso impianti di trattamento in Italia e all’estero.
Particolarmente critica è stata giudicata la situazione della discarica di Borgo Montello, sito sul quale la Commissione sta svolgendo un approfondimento. Secondo quanto illustrato dal direttore dell’Arpa e dal responsabile dell’agenzia per Latina – presente in audizione – vi è unacriticità conclamata della falda acquifera sottostante l’invaso e, in generale, una situazione ambientale particolarmente difficile, vista anche la lunga storia del sito, utilizzato in passato (anni ’80 e ’90) per lo sversamento di rifiuti speciali di origine industriale.
“Sicuramente una discarica che andrebbe messa in sicurezza con una chiusura definitiva e non ampliata”, ha commentato durante la seduta il presidente della Commissione onorevole Alessandro Bratti. All’Arpa, sezione di Latina, è stato poi chiesto di spiegare la difformità esistente tra il piano di monitoraggio dell’agenzia ambientale e i risultati della perizia disposta dal GUP di Latina nell’ambito di un procedimento penale per avvelenamento delle acque. Una differenza che – secondo il perito Munari nominato dal Tribunale – potrebbe far ipotizzare un quadro per Borgo Montello ancora più preoccupante.

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Pericolo esplosioni nella discarica di Borgo Montello, la Regione ne tenga conto prima di autorizzare il raddoppio”


Da Rita Cammarone - 13 Ottobre 2016

“Pericolo di esplosioni nella discarica di Borgo Montello? Chi controlla e chi tutela la salute pubblica?” Il comitato di via Monfalcone, che oggi alle 13,30 ha segnalato alle autorità l’ennesima emissione odorigena molesta proveniente dal sito, coglie la palla al balzo per cerchiare in rosso le dichiarazioni odierne della Indeco a proposito di un progetto innovativo che intenderebbe realizzare per mettere in postgestione l’invaso S8, attualmente sotto sequestro, garantendo l’abbattimento progressivo delle emissioni potenziali raggiungendo, nel trentennio, condizioni di sostenibilità ambientale. Per il comitato si tratterebbe di un’ammissione di colpa laddove la società afferma che “i processi degradativi anaerobici producono biogas che contiene metano e anidride carbonica” e che “i problemi ambientali legati alla presenza di biogas, prodotto appunto dalla degradazione anaerobica, sono diversi come rischio di esplosioni, odori molesti, effetto serra”.
“Tali affermazioni – sottolineano dal comitato – potrebbero, se confermate, far pensare a seri rischi per la salute e la sicurezza pubblica. Per questo motivo abbiamo chiesto alle autorità preposte, Arpa, Asl, Comune, Provincia, Regione, Corpo Forestale, di verificarle anche e soprattutto in sede di esame Via (Valutazione di impatto ambientale) in corso per le sopraelevazioni nella discarica di Borgo Montello da parte delle società Indeco ed Ecoambiente, presso la Regione Lazio”.
Per il comitato di via Monfalcone, da decenni alle prese con i disagi creati in zona per la presenza della discarica, la compresenza delle sopraelevazioni richieste e del progetto presentato oggi alla stampa dalla società Indeco, farebbe emergere la necessità di un monitoraggio e della sorveglianza dell’intero sito.
“E’ evidente – aggiungono dal comitato -, sempre se confermato il pericolo di esplosioni e quanto altro, che andrebbe anche verificato l’effetto domino”.
Il geometra Giorgio Libralato, tecnico del comitato, cerchia in rosso anche un altro passaggio della Indeco: “La gran parte dei problemi ambientali che derivano dalla gestione delle tradizionali discariche controllate – recita la nota di Indeco – è connessa alla presenza della frazione organica putrescibile del rifiuto. Quest’ultima, a seguito dei processi di degradazione biologica, determina la formazione di composti quali metano e ammoniaca in grado di avere un impatto negativo sull’ambiente. Il protrarsi di condizioni anaerobiche all’interno dell’ammasso dei rifiuti inoltre fa sì che tali impatti siano destinati a perdurare per periodi molto lunghi, pari a 200-300 anni come nel caso delle concentrazioni di ammoniaca nel
percolato”. Per il geometra si tratta di un’ulteriore ammissione di colpa: “La dichiarazione appare un’esplicita conferma a quanto lamentato dai cittadini residenti in via Monfalcone e più volte accertato dagli organi di controllo, in merito alle emissioni odorigene moleste definite dalla società Indeco ‘il bersaglio’ delle emissioni. Si rinnova, pertanto, la richiesta che tali informazioni vengano inserite nei fascicoli di Via per gli impianti Indeco ed Ecombiente in fase istruttoria presso la Regione Lazio, per i nuovi volumi e impianti presso la discarica di Borgo Montello”.


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http://www.ilcaffe.tv/articolo/25126/discarica-di-montello-la-regione-nel-mirino

Discarica di Montello, la Regione nel mirino 

Regione intervenuta solo dopo l’avvio delle indagini, costantemente informata sui rifiuti che finivano nel bacino S8 poi sequestrato, impegnata nei sopralluoghi, priva di linee guida sull’abbancamento della monnezza negli invasi. In Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, tanto nel corso dell’audizione degli inquirenti di Latina quanto in quello dei rappresentanti della Indeco, società che gestisce una delle due discariche di Borgo Montello, nel mirino c'è la Regione Lazio più degli stessi imprenditori della monnezza, per quanto riguarda il sito pontino a finire sul “banco degli imputati”. Per quello che ha fatto e soprattutto per quello che non avrebbe fatto al fine di impedire che l’ecobusiness finisse in abuso.

I SIGNORI DEI RIFIUTI
Lo scorso 9 giugno, a rispondere alle domande dei commissari e a presentare documenti sono stati i rappresentanti della Indeco e della Green Holding, società milanese che controlla quella pontina dove per anni sono finiti i rifiuti della provincia di Latina, fatta eccezione per quelli del capoluogo. Un’audizione chiesta dagli stessi imprenditori, dopo aver appreso quanto riferito alla Commissione dal procuratore capo della Repubblica di Latina, Andrea De Gasperis, e dal sostituto procuratore Luigia Spinelli che indaga sulla discarica pontina. A cercare di difendere l’operato dell’azienda, smentendo su alcuni punti quanto sostenuto dagli inquirenti, è stato soprattutto il legale della Indeco, l’avvocato Luca Giudetti, insieme ai rappresentanti delle due società e al collega Salvatore Pino. 

L’INVASO S8
L’avvocato Giudetti ha cercato di smontare le accuse della Procura sull’invaso S8, sequestrato dalla dottoressa Spinelli a gennaio con l’ipotesi che fosse stato superato illegalmente il limite dei rifiuti che era possibile conferire in quell’area in base all’autorizzazione integrata ambientale (Aia) concessa dalla Regione a Indeco. Un provvedimento confermato dal Tribunale del Riesame di Latina e su cui pende ricorso in Cassazione. Il legale ha così ricordato che, prima che scattassero i sigilli a quel bacino, gli inquirenti avevano ottenuto arresti dei vertici dell’Indeco e della controllante, ipotizzando che si fossero resi responsabili di peculato, non avendo accantonato, o meglio lasciato bloccati, 34 milioni di euro, necessari per la bonifica una volta chiusa la discarica. Provvedimenti annullati dal Riesame e bocciati infine dalla Cassazione. Stessa sorte per i successivi arresti, in quel caso con l’ipotesi di truffa sulla tariffa per i rifiuti. «Ci saremmo attesi a quel punto – ha dichiarato l’avvocato Giudetti – una battuta d’arresto di questo procedimento penale, mentre a gennaio ha avuto un nuovo impulso ed è arrivato il sequestro».

‘SMENTISCONO’ IL PROCURATORE
Il legale ha così voluto subito precisare che non corrisponderebbe a verità quanto riferito dal procuratore De Gasperis e dal sostituto Spinelli sul particolare che i limiti di abbancamento sarebbero stati superati senza alcun controllo da parte della Regione Lazio: «Nel novembre 2015, il dirigente regionale dell’area rifiuti, Flaminia Tosini, ha chiesto i rilievi morfologici della discarica, corredando quella richiesta con tutti i dati sui rifiuti abbancati che costantemente aveva fornito Indeco, che aveva anche comunicato che quel sito si sarebbe esaurito nell’agosto 2015. Chi sostiene che la Regione non era informata è dunque smentito da tale documento, il quale prova che il monitoraggio era quotidiano». E ancora: «Ci fu anche un sopralluogo della dirigente Tosini, che rilevò come l’Aia per l’S8 non indicava quanti rifiuti potevano essere abbancati nei diversi periodi di tempo. La stessa sostenne che la Regione non aveva approntato a tal proposito delle linee guida e suggerì l’indizione di un tavolo tecnico ad hoc. Il problema – ha concluso l'avvocato di Indeco – è tutto sulla corretta interpretazione della norma. Il superamento dell’abbancamento era già noto alla Regione e non è vietato da alcuna norma vigente».

I dubbi della Procura

Affatto convinta del controllo sulla discarica da parte della Regione Lazio, il 30 marzo, sempre innanzi la Commissione parlamentare sui rifiuti, è apparsa la Procura. «La Regione – ha dettto il pm Spinelli – è intervenuta solo dopo le nostre indagini. Ma a Borgo Montello sono finiti oltre 5 milioni di tonnellate di rifiuti e chi gestisce le discariche ha incassato circa 276 milioni di euro. Questo per dire che dietro la gestione di una discarica vi sono affari molto molto rilevanti». Alle domande su eventuali responsabilità della Pisana, il procuratore De Gasperis si è limitato a dire che «eventualmente la competenza su tale aspetto è della Procura di Roma».


OMBRE ANCHE SUL COMUNE
Dubbi sono stati avanzati dagli inquirenti anche sull’operato degli uffici comunali. Gli inquirenti hanno infatti riferito ai commissari che dalle indagini è emerso come i benefit, dunque il denaro dovuto al Comune di Latina da chi gestisce le discariche, somme da pagare in base al quantitativo di rifiuti abbancati, vengano stabiliti e comunicati al Comune dagli stessi imprenditori della monnezza e che non sarebbe stato liquidato neppure quanto gli stessi avevano comunicato di dover liquidare. 

MISTERO SUI SOLDI AL COMUNE
«Per il 2011– ha affermato il sostituto procuratore Spinelli - Indeco doveva versare 1.384.000 euro e invece ha versato 1.059.503 euro, senza che nessuno abbia chiesto niente. L’impressione è che non ci sia piena consapevolezza dei benefit ambientali. Ora qualcosa in Comune stanno facendo, ma sempre sotto il pungolo delle indagini e questo non va bene». 



«SEGNALI DA APPROFONDIRE»
Infine, sempre il sostituto Spinelli, rispondendo a domande su eventuali interessi della criminalità organizzata nel settore dei rifiuti: «Vi sono alcuni segnali sintomatici nel ciclo regolare che meritano approfondimento, a partire da rifiuti che vanno fuori dall’ambito territoriale e dal venir meno del principio di prossimità (previsto dalla legge, secondo il quale i rifiuti vanno trattati in impianti vicini a dove vengono prodotti, ndr)». Un affare ricco e a quanto pare affatto tenuto sotto controllo.
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18 luglio 2016
Latina, Marchiella: “Topi e feci nei canali di Borgo Montello: servono soluzioni, subito”
Andrea Marchiella, consigliere comunale di Latina eletto in quota a Fratelli d’Italia, denuncia il malfunzionamento del depuratore di via del Poggio, a Borgo Montello. “L’inquinamento lungo i canali di Borgo Montello – afferma – sta creando una situazione di pericolo per i residenti, non si può ignorare la salvaguardia dell’igiene pubblica limitandosi ad attribuire ad altri delle precise responsabilità: bisogna correre ai ripari, subito”.



“Il borgo risente da 40 anni di questi problemi ma ultimamente la situazione è diventata molto più grave – dichiara Marchiella -: la presenza di feci e di topi nelle acque rende concreto il pericolo di infezioni; non si può assistere a simili scene lasciando i cittadini esposti ai rischi di questa maleodorante sporcizia. Davanti a tutto questo sembra che Acqualatina e Consorzio di Bonifica si siano sollevati con troppa facilità dall’affrontare il problema!”.



Da sempre vicino alle problematiche del borgo, Marchiella sollecita un’immediata risposta sulla questione: “Reputo opportuno e doveroso un maggiore dialogo tra le istituzioni e gli enti coinvolti, possibilmente attraverso un tavolo di confronto composto dai rispettivi responsabili operativi. Vanno individuate quanto prima delle soluzioni e ai cittadini bisogna indicare la tempistica necessaria per mettere in pratica tali rimedi!”.



13 luglio 2016

Borgo Montello, Coletta riceve i residenti esasperati: no all’ampliamento della discarica
Di Redazione LatinaQuotidiano.it -

I residenti delle vie limitrofe alla discarica di Borgo Montello sono stati ricevuti dalsindaco Coletta. Sono mesi che i cittadini fanno segnalazioni per le emissioni odorigene moleste ripetute ma finora nessuno li ha ascoltati, adesso il primo cittadino di Latino ha ribadito l’impegno della sua amministrazione a non lasciarli solinell’inquinamento delle falde e delle emissioni.

Coletta ha anche insistito sul suo no al conferimento di nuovi rifiuti a Borgo Montello,contrarietà che ha già espresso al Presidente della Regione, Nicola Zingaretti. L’impegno del governo cittadino è quello di arrivare al 65% di raccolta differenziata.

Intanto sembra attesa per settembre l’approvazione dei nuovi volumi a Borgo Montello da parte della Regione Lazio.






01 luglio 2016
Latina: il neosindaco Coletta tuona: "No ai rifiuti 'romani' a Borgo Montello."


“È necessario che i due invasi della discarica di Borgo Montello, quello della Indeco (sotto sequestro) e quello della Ecoambiente (ormai esaurito), restino fuori dalla riorganizzazione degli smistamenti dei rifiuti che si è resa necessaria a seguito dell’incendio all’impianto di Trattamento Meccanico – Biologico (TMB) di Roncigliano, nel Comune di Albano Laziale”. Questa la netta presa di posizione del Sindaco di Latina Damiano Coletta. L’ipotesi starebbe al vaglio dell’Assessore regionale all’Ambiente Buschini che intenderebbe “dirottare” buona parte dei rifiuti indifferenziati trattati a Roncigliano, sulla RIDA Ambiente di Aprilia: l’unico TMB in zona in grado di ricevere un quantitativo di rifiuti così elevato. Questa eventualità renderebbe automaticamente necessaria una discarica di servizio che allo stato dei fatti non è possibile individuare a Borgo Montello, salvo ordinanze regionali dettate da quest’ennesima emergenza.

“Proprio il Presidente della Regione Nicola Zingaretti, non più tardi di lunedì scorso” - prosegue il primo cittadino di Latina – “ci aveva rassicurato sulla chiusura di questo sito altamente inquinato, indicandoci Colleferro come eventuale impianto per il conferimento momentaneo dei rifiuti, in attesa dell’avvio su tutto il territorio del Comune di Latina della raccolta differenziata “porta a porta”.

“Una decretazione d’urgenza che riapra uno dei due invasi sarebbe una beffa inaccettabile per i residenti e tutti i cittadini di Latina. Per questo” – conclude il Sindaco di Latina – “ci opporremo in ogni sede ove questa eventualità si concretizzi”.



I rifiuti di Roma alla Rida e poi a Borgo Montello, no di Coletta alla Regione: beffa inaccettabile


La discarica di Borgo Montello

L’incendio alla discarica di Roncigliano, ad Albano, sta inducendo la Regione Lazio a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di dirottare i rifiuti di Roma verso l’impianto TMB della Rida di Aprila, per poi smaltire i rifiuti presso ladiscarica di Borgo Montello. A questa ipotesi si è fermamente opposto il sindaco di LatinaDamiano Coletta.
“È necessario che i due invasi della discarica di Borgo Montello, quello della Indeco (sotto sequestro) e quello della Ecoambiente (ormai esaurito), restino fuori dalla riorganizzazione degli smistamenti dei rifiuti che si è resa necessaria a seguito dell’incendio all’impianto di Trattamento Meccanico – Biologico (TMB) di Roncigliano, nel Comune di Albano Laziale”.

L’ipotesi di ampliamento sarebbe al vaglio dell’Assessore regionale all’Ambiente Buschini, un cambio di rotta della giunta Zingaretti a pochi giorni dall’incontro tra il Governatore e il neosindaco. “Proprio il Presidente della Regione Nicola Zingaretti, non più tardi di lunedì scorso – prosegue il primo cittadino di Latina – ci aveva rassicurato sulla chiusura definitiva di questo sito altamente inquinato, indicandoci soluzioni temporanee per il conferimento momentaneo dei rifiuti, in attesa dell’avvio su tutto il territorio del Comune di Latina della raccolta differenziata ‘porta a porta’. Una decretazione d’urgenza che riapra uno dei due invasi sarebbe una beffa inaccettabile per i residenti e tutti i cittadini di Latina. Per questo – conclude il Sindaco di Latina – ci opporremo in ogni sede ove questa eventualità si concretizzi”.

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VENERDÌ 5 GIUGNO 2015

Scandalo, indagine, arresti e processi sul ciclo dei rifiuti: il maestrale soffia su Latina. Tra i 9 arresti anche l'ingegner Sacchetti e il commercialista Zadotti vicini ad Ecoambiente.

MARTEDÌ 2 GIUGNO 2015
Disastro ambientale a Borgo Montello. L'imbarazzo quasi insuperabile del comune di Latina, per la costituzione di parte civile nel processo per inquinamento delle falde. Ladri di verità, abbiamo costruito una casa e non una tomba. Latina e provincia cancro gratis per tutti.


MERCOLEDÌ 27 MAGGIO 2015
Disastro ambientale nella discarica di Borgo Montello: prime garanzie da regione Lazio e comune di Latina per risarcimento danni, delocalizzazione delle famiglie danneggiate dalla discarica.

MERCOLEDÌ 27 MAGGIO 2015
Commissione ambiente alla Pisana Regione Lazio su richiesta dei consiglieri Pernarella e Porrello del M5S, anche per Regione e comune di Latina, finalmente, i residenti vanno tutelati. Anche il comune di Latina sarà parte civile nel processo per inquinamento delle falde contro ecoambiente. Per Gaia Pernarella il comune si comporta come se non fosse socio.


SABATO 23 MAGGIO 2015
Borgo Montello discarica e degrado ambientale: i residenti invasi dai gabbiani, puzza, dubbi e molestie all'ombra della discarica. I grandi disagi dei cittadini di via Monfalcone. Il fallimento totale della politica, le confessioni e le ammissioni di Renata Polverini ex presidente della regione Lazio.


GIOVEDÌ 21 MAGGIO 2015
Latina Ambiente, una società verso lo scioglimento, con il problema dei fornitori che bussano alla cassa. Dal consiglio di amministrazione dopo Borrelli esce anche Minchella. Bidoni della raccolta dei rifiuti vuoti e strade piene.

Fonte: PontiniaEcologia Blogspot
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17 maggio 2015 

Dati su nuove volumetrie richieste per la discarica di Borgo Montello. 
Vedere i seguenti link a post su Pontiniaecologia/blogspot: 
http://pontiniaecologia.blogspot.it/2015/05/discarica-di-borgo-montello-la.html
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SABATO 2 MAGGIO 2015


Borgo Montello, il disastro ambientale e la discarica, piani urbanistici da rivedere: intesa del sindaco di Giorgi con la Regione Lazio. Ecoambiente e Indeco devono presentare nuove valutazioni di impatto ambientale e ridurre impianti e volumi. Entro un mese il passaggio in consiglio comunale.


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SABATO 25 APRILE 2015

Gestione dei rifiuti Latina Ambiente oppure gara europea? Il comune sembra vada verso la proroga alla società partecipata dal comune di Latina per il 51%




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VENERDÌ 24 APRILE 2015

Per la Regione Lazio, per il principio di precauzione, a tutela della salute bisogna scongiurare ampliamenti discarica di Borgo Montello

In base all'art.246 l'analisi di rischio del sito non è attuale e va rifatto. In assenza di certezze scientifiche vale il principio della precauzione. L'inquinamento è accertato ma non è nota quale sia la fonte di inquinamento primaria. Non sono noti i danni sulla salute. Quindi vanno scongiurati ampliamenti. Dove ci hanno portato gli interventi finora svolti che dovevano portare alla bonifica del sito. E' obbligatoria e urgente la messa in sicurezza operativa permanente del sito (art. 242). Se è certo che le procedure e le normative sono da rispettare l'attendibilità e la rispondenza delle tecnologie adottate sono controverse e non certe.


MERCOLEDÌ 22 APRILE 2015

24 aprile tavolo tecnico esame attività relative al sito delle discariche di Borgo Montello - comune di Latina - Regione Lazio.



SABATO 18 APRILE 2015

Discarica di Borgo Montello: contro i rifiuti di tutto il Lazio l'ultima spiaggia è il ricorso al Capo dello Stato. Il ritorno di Grazia de Simone all'ufficio ambiente del comune di Latina. Due strade per Latina ambiente, il comune deve decidere che fare della sua gestione dei rifiuti al 51%.





DOMENICA 19 APRILE 2015

Latina il caso rifiuti visto dal tecnico di tutti i progetti e gli impianti, consulente pubblico e privato, il professor Gian Mario Barruchello: non esiste il mercato privato. Rida ambiente è arrivata dopo Cerroni e Landi, prima c'era il progetto di Ecoambiente, il tmb è da rivedere.



SABATO 18 APRILE 2015

Il caso della discarica di Borgo Montello è arrivato alla regione Lazio grazie al M5S a Gaia Pernarella e a Devid Porrello, ma l'assessore Civita non c'era.

MARTEDÌ 14 APRILE 2015

Discarica Borgo Montello Latina: aggiornata l'audizione della commissione

Il comunicato ufficiale della regione Lazio: 

14/04/15 - E' stata aggiornata ad altra data l'audizione della Commissione VI Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica, presieduta da Enrico Panunzi (Pd), sulle problematiche legate alla gestione della discarica di Borgo Montello. Erano stati invitati: il direttore generale Arpa Lazio, Marco Lupo e Dini Chianucci della stessa direzione; il dirigente regionale area ciclo integrato dei Rifiuti, Flaminia Tosini; il consulente tecnico comitato residenti via Monfalcone, Giorgio Libralato.

La proposta di aggiornare l'audizione è stata avanzata dalla consigliere Gaia Pernarella (M5S) richiedente dell'audizione stessa perché: "Credo sia fondamentale il pensiero della Giunta regionale sul problema e in considerazione dell'assenza ampiamente giustificata dell'assessore Civita, ne chiedo l'aggiornamento ad altra data".

Il vicepresidente della commissione, Enrico Forte (Pd), rimarcando che la problematica investe tutto il territorio laziale e in particolare quello della provincia di Latina, ha auspicato la presenza in audizione anche dell'assessore all'ambiente del Comune di Latina.

Il consigliere Giuseppe Simeone (Pdl-Fi) ha richiesto l'opportunità della presenza all'incontro anche della struttura operativa dell'assessorato all'Ambiente della Regione Lazio, per la sua conoscenza in merito del problema.

Il Presidente Panunzi, dichiarando la propria disponibilità ad estendere gli inviti a partecipare ad altri interlocutori, ha aggiornato l'audizione ad altra data.

Presenti anche i consiglieri: Cristiana Avenali (Pd) e David Porrello (M5S).

(Fonte: PontiniaEcologia)

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SABATO 11 APRILE 2015







LUNEDÌ 6 APRILE 2015


Chi vuole l'impianto specchietto per le allodole a Borgo Montello: il gruppo Tmb eccolo qui. C'è poi Enrico Forte, Giovanni di Giorgi, Manlio Cerroni, Michele Civita





LUNEDÌ 6 APRILE 2015


Latina caso rifiuti: resta il nodo della società partecipata dal comune Latina ambiente. Per il consigliere Marino di Girolamo (FI) la maggioranza (quella ufficiale o quella con il pd?) è pronta per una soluzione. Perfino per De Amicis il sindaco Giovanni di Giorgi è senza idee chiare e chiede che il piano passi per il consiglio comunale


SABATO 4 APRILE 2015

Polizza fideiussoria discarica di Borgo Montello società Ecoambiente richiesta informazioni e copia



AL SINDACO DEL COMUNE DI LATINA

ALL'ASSESSORE ALL'AMBIENTE DEL COMUNE DI LATINA 



Oggetto: polizza fideiussoria discarica di Borgo Montello società Ecoambiente richiesta informazioni e copia 



Si apprende dagli organi di informazione che la polizza fideiussoria a favore della società Ecoambiente per operare nella discarica di Borgo Montello sarebbe stata emessa dalla società COFACE.

Si chiede di sapere se corrisponde al vero e si chiede una copia della medesima polizza fideiussoria.

Qualora tale emissione di polizza venisse confermata si chiede di sapere se si tratta dello stesso Istituto COFACE, con il quale l'IVASP con il PROVVEDIMENTO N. 2996 DEL 2 AGOSTO 2012 ha concesso Autorizzazione al trasferimento totale del portafoglio assicurativo da Coface Compagnia di Assicurazioni e Riassicurazioni S.p.A., con sede in Milano, a Compagnie Française d’Assurance pour le Commerce Exterieur S.A. (Coface), con sede in Puteaux (Francia), conseguente alla fusione per incorporazione di Coface Compagnia di Assicurazioni e Riassicurazioni S.p.A. in Compagnie Française d’Assurance pour le Commerce Exterieur S.A. (Coface).

Si chiede inoltre di sapere se tale Compagnia possiede i requisiti indicati dalla Banca d'Italia:

INTERMEDIARI FINANZIARI ISCRITTI NELL’ELENCO GENERALE EX ART. 106 T.U. BANCARIO Agli intermediari iscritti nel solo elenco generale ex art. 106 del T.U. - assoggettati a forme di controllo ridotte da parte della Banca d’Italia - è consentito l’esercizio dell’attività di rilascio di garanzie in via non esclusiva, né prevalente o rilevante rispetto ad altre attività finanziarie. In tal caso, agli stessi sono comunque richiesti requisiti aggiuntivi rispetto a quelli standard previsti per l’iscrizione nell’elenco generale. Questi operatori devono essere in possesso in via continuativa dei seguenti requisiti: · natura giuridica di società per azioni; · oggetto sociale che preveda espressamente l’esercizio di attività di rilascio di garanzie nei confronti del pubblico; · capitale sociale versato non inferiore a € 1.500.000 (detenuto in forma liquida o investito in titoli prontamente liquidabili ai sensi delle disposizioni vigenti; cfr. art. 11 D.M. n. 29/2009) e mezzi patrimoniali complessivi non inferiori a € 2.500.000. 

Si chiede inoltre di sapere se è la stessa COFACE Assicurazioni citata in giudizio dal Commissario Liquidatore della Comunità Montana Savuto - Santo Stefano Rogliano CS in quanto non avrebbe escusso la polizza come richiesto in base alla deliberazione n. 92 del 6 dicembre 2006 (sono passati oltre 8 anni...) e delibera n. 47 dedl 03 giugno 2008 (sono passati quasi 7 anni...).

Qualora fosse verificato quanto sopra si chiede, a garanzia del patrimonio pubblico e dell'interesse pubblico rappresentato dal comune di Latina, di adottare le necessarie garanzie di cautela.





SABATO 4 APRILE 2015


Latina caso rifiuti: niente consiglio comunale, dopo l'impegno assunto dall'amministrazione comunale di destra con Giovanni di Giorgi. Salta la seduta monotematica proposta attraverso la mozione della maggioranza, ennesima figuraccia. Doveva essere l'occasione indicata dal sindaco, che anche in questo caso non mantiene gli impegni, per chiarire gli aspetti sugli scenari del mare di rifiuti che arriverà a Borgo Montello da Roma e da tutto il Lazio su volere dei poteri capitali e della maggioranza pd. Nessuna decisione nemmeno sulle società partecipate Latina ambiente ed ecoambiente. Nessun riscontro com'era prevedibile nemmeno dall'assessore Civita beccato nelle intercettazioni a servizio di Cerroni. L'interesse del comune di Latina per ecoambiente: un controllo senza interessi. Tante le responsabilità da individuare: le tensioni su Latina ambiente. E' il segnale definitivo che l'attuale amministrazione tra destra, pdl e pd ha deciso di consegnare Latina al volere dei signori dei rifiuti e dei poteri romani?


SABATO 4 APRILE 2015


Latina e Borgo Montello saranno sommersi dai rifiuti di tutto il Lazio se il comune non si oppone al polo industriale dei rifiuti: Civita (assessore pd della regione beccato nelle intercettazioni con Cerroni a servizio dell'imperatore della monnezza) e il sindaco Giovanni di Giorgi colpiscono il territorio. Attacco de l'altra faccia della politica. Latina ambiente prossima alla liquidazione e le quote in ecoambiente la pazza idea del comune di Latina

VENERDÌ 3 APRILE 2015


Latina continua volutamente l'emergenza rifiuti per consentire ai soliti speculatori di fare affari e far approvari nuovi inutili impianti. Lo specchietto delle allodole del Tmb inutile per fermare la raccolta differenziata come imposto dal pd alla pisan. Il progetto di finanza salva il privato. Nella pluri inquinata discarica di Borgo Montello allarme sul sito saturo, nuova interrogazione del M5S, denunciato un conferimento tre volte superiore a quello del 2013

(rassegna stampa - Fonte: PONTINIAECOLOGIA)


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16 MARZO 2015
GESTIONE RIFIUTI A LATINA: ENNESIMO NULLA DI FATTO IN CONSIGLIO

Consiglio comunale oggi a Latina sul tema dei rifiuti, dalla Latina Ambiente alla vicenda della costruzione dell'impianto TMB a Borgo Montello. In aula anche i residenti di Borgo Montello.

In aula anche i residenti di Borgo Montello con scriscioni di protesta. Gli abitanti del borgo non vogliono nessun impianto e soprattuto vogliono la chiusura della discarica. Maggioranza divisa e confusa ancora in cerca di una posizione unitaria. Chiara e netta invece la posizione dell'opposizione. I consiglieri del Pd hanno fatto mancare il numero legale. «Un'altra prova della necessità di chiudere l'esperienza fallimentare della Latina Ambiente» Hanno dichiarato i consiglieri del Pd Sarubbo, De Marchis e Fioravante, che in una nota dicono: L'ennesima seduta consiliare andata a vuoto si è consumata questa mattina. La commissione Ambiente si è riunita alle 9.00 per votare il Piano economico finanziario della Latina Ambiente, ma i lavori si sono conclusi in un nulla di fatto. Peggio, non sono proprio iniziati perché mancavano all'appello tanto la delibera da votare quanto la maggioranza presente solo con quattro consiglieri su sette. Verificata la situazione i consiglieri del Partito democratico Omar Sarubbo, Giorgio De Marchis e Marco Fioravante hanno deciso di non rispondere all'appello facendo mancare il numero legale. «Continua la telenovela dell'inefficienza» affermano i tre esponenti del Pd sottolineando che le operazioni per arrivare al voto del Pef si protraggono ormai da mesi senza partorire alcun risultato. «Ad ottobre, in piena crisi di maggioranza – ricordano i consiglieri democratici - il presidente Luca Bracchi convocò ben quattro sedute per votare il Pef, ma fu costretto a disdirle. Due mesi dopo la maggioranza ha convocato di nuovo la commissione, all'ordine del giorno c'era sempre la votazione del Pef entro il 31 dicembre, peccato che al 29 dicembre l'assessore all'ambiente non aveva ancora consegnato la delibera relativa, dunque tutto è slittato un'altra volta. Arriviamo a questa mattina e nell'ennesima seduta convocata per votare il Piano prendiamo atto dell'ennesimo rinvio». «Il 31 dicembre di quest'anno - sottolineano anche Sarubbo, De Marchis e Fioravante - scadrà il contratto con la Latina Ambiente. A nostro giudizio si dovrà procedere con l'individuazione, tramite gara pubblica, di un nuovo partner privato che si occupi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Anche gli ultimi fatti di questa mattina e le divisioni interne alla maggioranza dimostrano la necessità di un cambio di rotta: nell'interesse della cittadinanza, che deve tornare ad essere perseguito e tutelato in via prioritaria, si deve chiudere al più presto questa stagione segnata dall'inefficienza dei servizi di cui sono responsabili la società partecipata e una destra giunta ormai al capolinea».


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16 marzo 2015
COMITATI AL CONSIGLIO COMUNALE, MONTA LA PROTESTA SULLA DISCARICA DI BORGO MONTELLO

LatinaQuotidiano

di Marco Carpanese – Nemmeno il tempo di iniziare il Consiglio Comunale sull’ambiente e subito la seduta è stata sospesa per una conferenza dei capigruppo. Dopo più di un’ora, quando finalmente l’Assise viene ripresa, tra il pubblico c’era già un bel po’ di agitazione.
Proteste e cartelloni sono stati esibiti in faccia ai consiglieri ritenuti incapaci, da ormai troppo tempo, di prendere decisioni in merito alla spinosa questione della discarica di Borgo Montello. Sonodiversi i Comitati di cittadini che hanno voluto presenziare alla riunione del Consiglio comunale, in primis quelli riuniti di Borgo Montello e Borgo Bainsizza, sostenuti dal comitato di Campoverde, e il comitato “Il Gigante Buono”. Proprio quest’ultimo si è fatto promotore di una petizione popolare, “Salviamo le aree verdi”, che mira a tutelare le aree verdi pubbliche e a sospendere la revisione del PPE R3 e, conseguentemente, le licenze concesse.
Senza speranze il geometra Giorgio Libralato, rappresentante del comitato dei cittadini residenti in via Monfalcone, che sostiene che “anche oggi il Consiglio non approverà niente di concreto. Sono 40 anni che cerchiamo di avere risposte, senza ottenere alcunché. Vogliamo che il Comune si esprima in modo chiaro su quali impianti e soprattutto su quali rifiuti andranno in discarica e, ovviamente, la loro provenienza. Gli abitanti di Borgo Montello sono esasperati, vogliono sapere a cosa vanno incontro”.
I comitati chiedono, inoltre, la riesamina dei progetti in corso, dal Biogas al Tmb, e norme di salvaguardia in merito alla variante urbanistica di cui si parla in questi giorni. “Chiediamo nient’altro che una regolamentazione dell’area – prosegue Libralato – e che il Comune tenga fede al risarcimento dei residenti, per i noti motivi relativi alla salute ma anche alla svalutazione delle aree in questione”. Una cosa è certa: Latina non può e non deve diventare la discarica di Roma.


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DOMENICA 15 MARZO 2015 

E' scaduta la valutazione di impatto ambientale (VIA) del progetto di Tmb di Ecoambiente non essendo stato realizzato o avuto inizio entro i 5 anni. 
Lo stabilisce il decreto n. 152 del 2006 (http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2006_0152.htm
e la sentenza della Corte Costituzionale Sentenza 145/2013 
Norme in materia ambientale (G.U. n. 88 del 14 aprile 2006) 
Decisione (articolo così modificato dall'art. 2, comma 22, d.lgs. n. 128 del 2010):
6. I progetti sottoposti alla fase di valutazione devono essere realizzati entro cinque anni dalla pubblicazione del provvedimento di valutazione dell'impatto ambientale. Tenuto conto delle caratteristiche del progetto il provvedimento può stabilire un periodo più lungo. Trascorso detto periodo, salvo proroga concessa, su istanza del proponente, dall'autorità che ha emanato il provvedimento, la procedura di valutazione dell'impatto ambientale deve essere reiterata. I termini di cui al presente comma si applicano ai procedimenti avviati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4.(comma così modificato dall'art. 23, comma 21-quinquies, legge n. 102 del 2009) 
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15 MARZO 2015

Lo scandalo AIA. Rilasciato dalla regione Lazio con troppi lati oscuri, pareri e documenti ignorati. Omesso il verbale della polizia provinciale di Latina che aveva accertato la mancata bonifica nella discarica di Borgo Montello. L'istruttoria non chiusa.


Tra affare rifiuti e ignoranza della materia: la legge 1150 LEGGE URBANISTICA STATALE 17 agosto 1942, (vedere http://www.dipist.unina.it/1.PDF) sulle norme di salvaguardia annulla le autorizzazioni edilizie / urbanistiche che non hanno avuto inizio quando la norma urbanistica ed entrano in vigore le norme di salvaguardia urbanistiche. Quindi l'impianto di TMB della socità ecoambiente senza variante ulteriore (approvata da consiglio comunale di Latina e Regione Lazio) non può avere inizio.

Latina: ancora verifiche sulle società dei rifiuti; trattative nella maggioranza per condividere la mozione per il consiglio comunale di lunedì che metterà ancora una volta in crisi il PD diviso tra i servi ubbidienti de La Pisana che vuole scaricare tutti i rifiuti romani a Borgo Montello e quelli che vogliono difendere il territorio. Per il dopo Latina ambiente Bracchi vorrebbe una municipalizzata.
Fonte: PontiniaEcologia


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SABATO 14 MARZO 2015

I consiglieri comunali di Latina di FI : non saremo la discarica del Lazio, mostrano i muscoli prima del consiglio di lunedi. Su Borgo Montello quasi due milioni di metri cubi di aree in approvazione. Indeco: passa il mini ampliamento. La regione Lazio (in passato complice dei signori della monnezza) concede alla srl di poter conferire altre 25 mila tonnellate di rifiuti in discarica. Sempre da via della Pisana ossigeno per altri 5- 6 mesi. Inchiesta sul post mortem, la procura di Latina dispone il dissequestro delle quote societarie.


SABATO 14 MARZO 2015
Gli scandali sui rifiuti a Latina continuano con il video denuncia sulla discarica di Borgo Montello che fa discutere. L'altra faccia della politica (Fabio Cirilli e Gianbattista Ferreri) ricostruisce le vicende: i cittadini devono sapere cosa sta accadendo: recapiteremo il filmato anche a Zingaretti. Due visioni opposte della risoluzioni del problema rifiuti tra l'ex assessore Fabrizio Cirilli e l'attuale Alberto Pansera a confronto. Dal pd una mozione per la nuova gara.


VENERDÌ 13 MARZO 2015
Caso rifiuti: discariche in proroga a Borgo Montello. Autorizzato un sopralzo anche all'invaso della scietà Indeco in via di esaurimento per un massimo di 25 mila tonnellate. La procura dissequestra le quote di Indeco. L'altra faccia della politica "un'emergenza che dura da vent'anni tra veleni e affari". Il documentario-denuncia dell'ex assessore Cirilli.


VENERDÌ 13 MARZO 2015
Il potere de Zi Michele Coppola: dal processo sfinge nuove ombre, sul parente dei boss casertani dei casalesi e fattore a Borgo Montello. Un pentito ha svelato: Cascone si rivolse a lui per chiedere protezione.


VENERDÌ 13 MARZO 2015
Una volta chi attentava deliberatamente alla salute veniva chiamato assassino: discariche di Borgo Montello, quel rischio non considerato. Nel rinnovo Aia rilasciato dalla regione Lazio (Zingaretti, pd, sel, legambiente) per il Tmb e il relativo invaso viene ignorato il parere contrario della Asl. Nessun accenno ai pericoli per la salute. Il M5S alla Pisana teme l'invasione dei rifiuti dalla provincia di Roma e dalla capitale a Borgo Montello. Presentata interrogazione a Zingaretti e Civita sul progetto dell'impianto di tmb di Borgo Montello.


VENERDÌ 13 MARZO 2015


Scandalo discarica Borgo Montello: si può vivere vicino all'impianto ? La Asl di Latina risponde in modo secco ed eloquente: NO. I residenti delle case sparse: ci hanno assicurato che l'ente non darà più pareri perchè non si può vivere in ambienti inquinati e compromessi. I 5 controllori, i controllati e le case sparse.
Fonte: PontiniaEcologia


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9 marzo 2015 
PANSERA IGNORA QUESTIONI SU RIDA, BORGO MONTELLO E TMB. 
IL PD ATTACCA L’ASSESSORE “TECNICO”

Latina Quotidiano.it

Il PD si scaglia contro l’assessore all’Ambiente Alberto Pansera. In una recente intervista l’esponente tecnico della giunta di Giovanni Di Giorgi ha lasciato intendere di avere alcune pesanti lacune sulla gestione dei rifiuti, in particolare sul futuro Tmb che dovrebbe essere costruito a Borgo Montello. Per esempio, non sapeva che la Rida di Aprilia avesse un Tmb autorizzato a contenere 409 mila tonnellate. Né conosceva l’autonomia residua della discarica di Borgo Montello. E nella stessa intervista Pansera ammette di non essere al corrente della variante urbanistica necessaria per l’autorizzazione del Tmb di Borgo Montello, perché, dice, di competenza degli uffici dell’Urbanistica.

“Allucinante”, così ha reagito Alessandro Cozzolino alle parole di Pansera. Il capogruppo del PD con un post sul suo blog si chiede come sia possibile che un assessore tecnico, quindi scelto sulla base delle competenze, mostri tante lacune sul tema dei rifiuti. Sulla stessa posizione di Cozzolino si colloca anche il collega di partito Omar Sarubbo. Che aggiunge, incredulo: “È strano, azzardato e imprudente che l’assessore pur non avendo ben chiaro il quadro, si pronunci a favore della costruzione di un impianto a Montello”.
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doMENICA 22 FEBBRAIO 2015


Rinnovo dell'AIA per la discarica (con ampliamento e Tmb?) di Borgo Montello: un atto dovuto. Ecco i funzionari, amministratori, politici e dirigenti all'opera: usano questo prodotto....

...PRODOTTO ANTI-RESPONSABILITA'

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VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015 

Scandalo rifiuti a Borgo Montello, il progetto per conferire oltre un milione di tonnellate. Ecoambiente avrebbe già presentato la richiesta di un'altra discarica di appoggio al piano. L'idea maturata nell'ottobre 2009. Per l'assessore all'ambiente del comune di Latina erano già troppe 25 mila tonnellate.

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VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015
Cerronopoli la pista della truffa dopo il blitz dell'antimafia: cittadini svenati per la monnezza. Sotto la lente anche il denaro per Borgo Montello.


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DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015
NEWS DA: PontiniaEcologia/Blog e stampa


Discarica di Borgo Montello: Bruno Landi vince un anno dopo l'arresto. Un iter lungo e difficile per Ecoambiente. Il sindaco di Latina Giovanni di Giorgi aveva promesso la chiusura del sito inquinante invece arrivano 25 tonnellate in più. L'ex assessore Marco Gatto di forza Italia chiede al comune cosa voglia fare e un indennizzo per chi subisce le servitù e i disagi. Le reazioni "Zingaretti come Attila" -  risposte dure da parte di Cirilli e dei comitati.



Discarica di Borgo Montello: l'impianto di Tmb sorgerà su un campo minato. Tra le condizioni per il contratto di locazione c'è la presenza di una società pubblica e Latina Ambiente non può sparire fino al 2016. Il comitato anti discarica evidenzia irregolarità edilizie ed immobiliari sul terreno che Ecoambiente vorrebbe trasformare in polo industriale.



Discarica di Borgo Montello: pista libera per ecoambiente. L'arrivo dell'aia da parte della regione Lazio garantisce il futuro al principale gestore. L'AD della società festeggerà con gli operai. Il pd non commenta -  M5S scatenato: vergogna, Zingaretti ha gettato la maschera. Lo sconforto del comitato dei cittadini.



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SABATO 14 FEBBRAIO 2015
Il rinnovo delle AIA a Borgo Montello nel disastro ambientale: il premio Attila alla regione Lazio di Zingaretti, del pd, sel e legambiente

La scandalosa grazia ad Ecoambiente da parte della servile regione Lazio più volte colta con le mani nella marmellata per aiutare i padroni della monnezza. Sbloccate le autorizzazioni per le attività a Borgo Montello nella discarica inquinata con il disastro ambientale in corso. Movimento 5 stelle contro il governatore Zingaretti e la maggioranza pd, sel e legambiente responsabile dell'ennesimo atto vergognoso. 
La Finanza in comune a Latina questa volta nel mirino le assunzioni e il progetto della metro. La grande truffa degli assegni, 14 arresti dei carabinieri: 2 ad Aprilia e uno a Sezze. Sabaudia, bruciata un'altra auto dopo il vertice in Prefettura, sfregio alle istituzioni. 
(Fonte PontiniaEcologia/Blogspot - Il Giornale di Latina))


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12 febbraio 2015

INQUINAMENTO DISCARICA BORGO MONTELLO, DUBBI SULLE ANALISI DELL’ARPA

 • LATINAQUOTIDIANO.IT

di Daniele Barbieri – Sull’ampliamento della discarica di Borgo Montello potrebbe pesare quanto rivelato dall’Ordine dei Chimici e cioè che le analisi dei pozzi spia sono state firmate da un dipendente di Arpa Latina, abilitato come farmacista e non come chimico. Ma anche le stesse analisi fatte sui corsi d’acqua della Provincia sarebbero state validate da un farmacista (e controfirmate dalla Asl). 

La notizia inizia a circolare sui media locali e sui social network. A quanto si apprende, l’Ordine dei Chimici di Latina avrebbe redatto un rapporto interno in cui rileva l’anomalia. E non esclude di presentare un esposto in Procura per rintracciare i responsabili di questa condotta. Già, perché la questione non è affatto marginale.A rischio c’è la validità delle analisi sulla bonifica della discarica Ecoambiente di Borgo Montello. Se queste fossero invalidate salterebbe anche l’ampliamento.
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29 GENNAIO 2015
Indagini alla discarica di Borgo Montello,
la Cassazione respinge il ricorso

H24 NOTIZIE.COM

Con riferimento all’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Latina relativamente alla discarica di Borgo Montello gestita dalla Ind.Eco. S.r.l., società appartenente al Gruppo Green Holding, nella giornata di ieri, mercoledì 28 gennaio, la Suprema Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla Procura avverso le ordinanze con cui il Tribunale del Riesame di Roma aveva in precedenza stabilito l’insussistenza della condotta di peculato per distrazione e la conseguente liberazione dei soggetti che erano stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Il Gruppo Green Holding, “rimanendo in attesa delle correlate motivazioni, accoglie con soddisfazione il suddetto pronunciamento, che, al pari delle ordinanze emesse dal Tribunale del Riesame di Roma, attesta la bontà e la correttezza dell’operato dei soggetti attenzionati dai provvedimenti della Procura di Latina”.

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Venerdì 23 gennaio 2015


Caso discarica di Borgo Montello:

La società Indeco può esercitare in discarica. Il Tar dichiara legittima l'autorizzazione integrata ambientale (AIA) concessa dalla regione Lazio: "adottate le misure per lo svolgimento dell'attività in condizioni di sicurezza della salute e dell'ambiente" Respinto il ricorso del comune di Latina. Guerra dei veterinari, Pietro Giuliani licenziato, denuncerà la Asl, sarebbero stati manipolati i terminali.


 Fonte: pontiniecologia.blogspot

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14 Gennaio 2015 
 RISPOSTA DEL COMMISSARIO UE AI GRILLINI

Falda B.go Montello inquinata, l'Ue rimprovera l'Italia: accerti responsabilità

La discarica di Borgo Montello deve rispettare "le disposizioni della direttiva relativa alle discariche di rifiuti e, in caso di superamento delle soglie prescritte, anche la direttiva sulle emissioni industriali". A ricordarlo all'Italia, secondo quanto riportato dall'Ansa, è il commissario europeo all'ambiente, Karmenu Vella, nella sua risposta all'interrogazione presentata dagli eurodeputati pentastellati Fabio Massimo Castaldo, Piernicola Pedicini, Eleonora Evi e Laura Agea, secondo cui "stando ai rapporti dell'ARPA Lazio risalenti al 2005, la discarica di Borgo Montello poggia su una falda acquifera ormai largamente contaminata". Inoltre "analisi svolte nel 2013 hanno rilevato la presenza di alte concentrazioni di metalli in alcuni pozzi adiacenti ad aree agricole" aggiungono gli eurodeputati del M5S, secondo cui "la bonifica realizzata tra il 1998 e il 2001 dalla Società Ecoambiente è stata realizzata in modo incompleto causando l'irreversibile contaminazione delle falde acquifere adiacenti". Ciononostante, "nel mese di luglio 2014, la Regione Lazio ha autorizzato il rinnovo dell'Autorizzazione integrata ambientale (AIA) per le attività della Ecoambiente". 

Fare chiarezza sulla vicenda ed eventualmente comminare sanzioni, spiega chiaramente il commissario europeo all'ambiente, è prima di tutto responsabilità dell'Italia. "Spetta agli Stati membri - scrive Vella - la responsabilità primaria di garantire la conformità e di assicurare che i gestori degli impianti e le autorità competenti adottino misure adeguate per far rispettare le condizioni di autorizzazione e le norme ambientali, anche attraverso ispezioni ambientali e sanzioni".

http://www.ilcaffe.tv/articolo/10248/falda-b-go-montello-inquinata-l-ue-rimprovera-l-italia-accerti-responsabilita






SABATO 10 GENNAIO 2015

Un progetto definito specchietto per le allodole: 20 cittadini diffidano regione Lazio e Comune di Latina a non rilasciare l'AIA per Ecoambiente e impianto Tmb nella discarica di Borgo Montello.

Alla Regione Lazio

Direzione Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti

Area ciclo integrato dei rifiuti

Al Comune di Latina

Al Tribunale di Latina

alla Procura di Roma

Alla Curatela Fallimentare Ecomont

C.A. rispettivi Rappresentanti Legali e Responsabili


Oggetto: procedimento di rinnovo AIA discarica di Borgo Montello nel comune di Latina società Ecoambiente. Diffida a non rilasciare il rinnovo AIA ovvero a rilasciarlo previo adempimento di specificate condizioni. Invito a comunicare gli atti del procedimento agli organi giudiziari ivi indicati.







Riferimento: protocollo n. 155116 del 12 marzo 2014 Regione Lazio Direzione Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti – Area ciclo integrato dei rifiuti. Incontro tecnico del giorno 18/03/2014. Istruttoria degli atti di rinnovo dell’istanza della società Ecoambiente srl presentata ai sensi dell’art. 29-octies del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. con nota del 05/10/2011 prot. n. 335 acquisita al protocollo regionale n. 180107 del 12-10-2011, di rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale emessa con Decreto Commissariale n. 35 del 06/04/2007 e s.m.i. relativo al complesso impiantistico per il trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti non pericolosi e impianto di discarica per rifiuti non pericolosi sito in via Monfalcone n. 23/b località Borgo Montello, comune di Latina 



si diffida:



1. la Regione Lazio a rilasciare il rinnovo AIA alla società Ecoambiente srl non sussistendo obiettivamente, a parere dei sottoscritti, le condizioni previste dalla normativa nazionale, regionale e delle direttive Europee in materia di smaltimento dei rifiuti, così come risulta dalla sanzione UE in merito alle discariche nel Lazio e quindi di Borgo Montello;



2. la Regione Lazio ad apportare le dovute correzioni al verbale di cui al protocollo 155116/2014 per le notizie incomplete o non vere ivi riportate in merito al sequestro dell’immobile e alla disponibilità dei terreni in oggetto;



3. la Regione Lazio a rilasciare il rinnovo dell’AIA in assenza delle garanzie di legge per la gestione post mortem della discarica ;



nonché, si invita



la Regione Lazio a comunicare al Tribunale di Latina, alla Procura di Roma, al GDF GICO PER CONTO DEL TRIBUNALE DI ROMA, i documenti e le dichiarazioni inerenti il procedimento del rinnovo dell’AIA per eventuali provvedimenti oppure per eventuali reati per dichiarazioni non corrispondenti al vero;



la Regione Lazio a coinvolgere in eventuali ulteriori incontri, provvedimenti, riunioni aventi ad oggetto l’esame del rinnovo AIA a favore di Ecoambiente, il Tribunale di Latina, la Procura di Roma, la Gdf GICO per conto del Tribunale di Roma, la Curatela Fallimentare Ecomont, la società Capitolina per quanto di competenza in merito alla disponibilità degli immobili

 GIORGIO LIBRALATO – PontiniaEcologia
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MERCOLEDÌ 7 GENNAIO 2015

Caso discarica di Borgo Montello:

 Indeco e Comune avversari - Sull’Aia regionale si va al Tar.

 Nel ricorso valutazioni durissime sull’operato della Regione


SI CHIEDE LA SOSPENSIONE DEL PROVVEDIMENTO DI SETTEMBRE 
«GRAVI EFFETTI SULL’AMBIENTE E LA SALUTE DEI CITTADINI» 

 Ancora una volta potrebbe essere la magistratura amministrativa a sbrogliare l’ingarbugliata matassa dei rifiuti e del proseguimento dell’attività di abbancamento di materiale di risulta dei rifiuti a Borgo Montello. Domani infatti si discute davanti al Tribunale amministrativo il ricorso presentato dal Comune di Latina e con cui si chiede la sospensione del rilascio dell'AIA ai fini della «tutela e salvaguardia della salute pubblica e dell'ambiente, seriamente e gravemente compromesse dalla prosecuzione delle attività in difetto della bonifica del sito ». Come si sa il Comune di Latina aveva posto come condizione essenziale il completamento della bonifica secondo l’iter e i metodi stabiliti in conferenza di servizi, obiettivo che non risulta, al momento, raggiunto e ciò nonostante la Regione Lazio lo scorso 9 settembre ha comunque autorizzato Indeco a proseguire con la coltivazione dell’invaso e anzi si prevede l’ampliamento in un contesto territoriale e ambientale già molto compromesso. Sia l'Arpa Lazio che l'Asl di Latina hanno più volte evidenziato l'inconciliabilità delle attività di abbancamento dei rifiuti in assenza degli interventi di bonifica disposti, appunto, dal Comune di Latina. La sospensione cautelare del provvedimento contenente l’Aia viene considerata nel ricorso «necessaria per la tutela dei lavori primari nella persistenza della mancata attuazione delle misure disposte». Sempre nel ricorso si sottolinea che l’eventuale prosecuzione dell’attività potrebbe causare «pregiudizio grave ed irreparabile» all’ambiente e alla salute dei cittadini. Di qui la necessità di arrivare subito alla sospensione di ogni efficacia. Come si sa questa autorizzazione è stata avallata dalla Regione in assenza di alcuni elementi fondanti della domanda, che comunque non vengono richiamati nel procedimento davanti al Tribunale amministrativo. Indeco al momento della presentazione della domanda non ha presentato la prova delle polizze di garanzia, necessarie e previste dalle legge; ciò nonostante la Regione ha dato il via libera, imponendo un termine di 90 giorni per il deposito delle polizze; termine che Indeco non ha rispettato adducendo tra le motivazioni anche l’inchiesta in corso da parte della magistratura ordinaria che avrebbe pesato sul giudizio e l’atteggiamento di banche e asicurazioni. In questo modo la società ha chiesto e ottenuto dalla Regione un’ulteriore dilazione per il deposito delle polizze assicurative e adesso il termine scadrà a fine mese. Ma nel frattempo il Tar si pronuncerà sulla legittimità dell’autorizzazione regionale e in caso di accoglimento del ricorso del Comune verrebbe meno del tutto la necessità di produrre le polizze. Secondo il ricorrente la bonifica non è adeguata e la Regione ha rilasciato l’autorizzazione prima che intervenisse il provvedimento finale della conferenza di servizi. In particolare non sarebbero state tenute in considerazione le risultanze delle verifiche sullo stato di attuazione del procedimento di bonifiche. In altri termini: la Regione non ha valutato con la dovuta attenzione il fatto che le falde sono ancora a forte rischio inquinamento e che l’isolamento dal percolato non è completo né credibile e in queste condizioni ha acconsentito che Indeco potesse proseguire e ampliare l’attività di abbancamento di materiale di risulta del pretrattamento dei rifiuti.

IL QUOTIDIANO - Mercoledì 7 Gennaio 2015

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VENERDÌ 2 GENNAIO 2015

A Brù dopo che hai sistemato tutti i cognati ricordate degli 11 lavoratori


Se per la questione rifiuti il 2014 è stato un anno importante, il 2015 potrebbe diventare, finalmente, quello del riscatto, della normalità, del rispetto della salute dei cittadini, dell'ambiente, del territorio e dell'agricoltura. 

4 grandi inchieste nell'anno hanno interessato i 4 maggiori gruppi italiani del settore dei rifiuti e ogni volta società, persone e aziende che hanno interessi, operano nella discarica di Borgo Montello, cioè la dove tutto sembra sia cominciato anche secondo alcune ricostruzioni storiche legate alla malavita e alle confessioni. 

Inchieste che sembra possano portare nuove clamorose verità alcune immaginate e annunciate altre meno che solo in parte spiegano il degrado politico e amministrativo, oltre che ambientale e territoriale. 

Poi ce ne sono altre già in corso come il processo per inquinamento delle falde o le sanzioni perfino della comunità europea. 

La pubblicazione delle intercettazioni e le reazioni penose degli interessati, hanno evidenziato l'asservimento di una classe politica e dirigente al volere di chi gestisce il potere dei rifiuti e quindi ha il potere di vita o morte per inquinamento. 

Periodicamente si agita la minaccia e il ricatto dei posti di lavoro per far approvare progetti che, nelle indagini, vengono definiti specchietto per le allodole, comunque incompatibili con il territorio e quindi inutili e devastanti. 



Ormai sappiamo che chi dovrebbe garantire la tutela della salute pubblica è invece a disposizione solo dei soliti noti  “ "a sua disposizione avvocato" http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/12/lasessore-alla-regione-lazio-michele.html

Se il presidente Zingaretti dichiarava ai cittadini di Borgo Montello, la scorsa estate, che lui non poteva fare nulla contro il rinnovo delle AIA o non conosce i documenti, gli atti e i progetti o, forse, è mal consigliato, almeno questo dimostrano le indagini. 

A chi contrappone al rispetto della salute, dell'ambiente, dell'interesse pubblico 11 posti di lavoro, ricordiamo che se nel comune di Latina fosse stata attuata la raccolta differenziata avremmo avuto circa 500 posti di lavoro in più, oltre all'indotto del recupero e riciclo e qualche migliaio in provincia di Latina. 

Senza contare il consistente risparmio per le casse comunali e quindi per le famiglie e i contribuenti. 

I cittadini lo chiedono da anni o in favore dei posti di lavoro, della salute, dell'ambiente, dell'agricoltura di qualità o contro tra Tmb, discariche e inceneritori. 

Alcuni cittadini, famiglie sono state licenziate dalla vita, dalla qualità della vita, dai diritti civili e sociali e aspettano da oltre 20 anni un pò di giustizia e di essere tenuti in giusta considerazione. Loro non hanno ricevuto nè la difesa, nè la solidarietà di sindacati o di Confindustria, nè dei partiti e da oltre 9 mesi chiedono inutilimente di essere ricevuti dal Sindaco. 

Nemmeno il Vescovo ha trovato il tempo di rispondere. 



Giorgio Libralato 



Tanto per ricordare: 

Discarica di Borgo Montello le note di trascrizione della conservatoria sui sequestri dentro la discarica di Borgo Montello http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/08/discarica-di-borgo-montello-le-note-di.html

Atti sequestri Capitolina e dichiarazioni a verbale che in seguito ai sequestri nessuna notifica è arrivata alla società Ecoambiente




Discarica di Borgo Montello le planimetrie delle aree sequestrate nell'ambito dell'inchiesta De Pierro alla società Capitolina


il alto la planimetria con indicati i vari invasi.

Al centro la planimetria catastale.

In basso la restituzione dell'immagine della carta tecnica regionale dell'area interessata http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/08/discarica-di-borgo-montello-le.html 





e anche: 

Riferimento: protocollo n. 155116 del 12 marzo 2014 Regione Lazio Direzione Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti – Area ciclo integrato dei rifiuti 



Incontro tecnico del giorno 18/03/2014 



Istruttoria degli atti di rinnovo dell’istanza della società Ecoambiente srl presentata ai sensi dell’art. 29-octies del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. con nota del 05/10/2011 prot. n. 335 acquisita al protocollo regionale n. 180107 del 12-10-2011, di rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale emessa con Decreto Commissariale n. 35 del 06/04/2007 e s.m.i. relativo al complesso impiantistico per il trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti non pericolosi e impianto di discarica per rifiuti non pericolosi sito in via Monfalcone n. 23/b località Borgo Montello, comune di Latina 


Il protocollo n. 155116 del 12 marzo 2014 che riporta, tra l’altro: 



Pag. 3 del protocollo 155116/2014, primo capoverso, al terzo rigo si legge: 



“Dopo la conferenza del 10/10/2013, con nota prot. n. 131096 del 14/10/2013, acquisita al protocollo regionale con numero 36417 del 18/10/2013, l’Area Ambiente e Territorio, Servizio Urbanistica del comune di Latina, aveva chiarito la propria posizione riportata nel parere di cui alla nota prot. n. 129233 del 09/10/2013, acquisita nella predetta conferenza del 10/10/2013, richiamando i contenuti della stessa e dichiarando l’incompatibilità dell’impianto TMB approvato con la sopraggiunta norma cui lo stesso deve adeguarsi ai fini di fattibilità”. 



Pag. 3 del protocollo 155116/2014, quinto capoverso, si legge: 



La Regione Lazio, successivamente, a seguito dei recenti accadimenti giudiziari e delle notizie apparse a mezzo stampa, con nota prot. 54456 del 29/01/2014, ha richiesto ad Ecoambiente srl se i sequestri dei terreni “De Pirro” (De Pierro ndr) di cui si era venuti a conoscenza trovavano effettivo riscontro e se tale accadimento comportava problematiche nella gestione della discarica. 





Pag. 3 del protocollo 155116/2014, sesto capoverso, al terzo rigo si legge: 



La società Ecoambiente srl con nota prot. n. 18 del 30/01/2014 acquisita al prot. 66411 del 04/02/2014 ha comunicato che nella giornata 29/02/2014 non è avvenuto alcun sequestro dei terreni nella disponibilità Ecoambiente srl e che i suddetti terreni sono di proprietà della curatela del fallimento Ecomont… terreni per i quali viene corrisposto regolare canone di locazione. Inoltre ha comunicato che il curatore fallimentare contattato a riguardo, ha confermato di non aver ricevuto nessuna notifica di sequestro. 



Pag. 3 del protocollo 155116/2014, settimo e ultimo capoverso, al terzo rigo si legge: 



In merito alla disponibilità dei terreni della società Ecoambiente srl si rappresenta che il tema era stato oggetto di discussione nella conferenza dei servizi del 03/10/2013 nel cui verbale si legge “in merito ai chiarimenti richiesti sull’effettiva disponibilità per l’intera durata del rinnovo dell’esercizio e delle attività di post gestione, delle aree attualmente in gestione operativa e post operativa, Ecoambiente s.r.l. consegna un parere legale a firma dell’Avv. Luigi Marino, che viene acquisito agli atti e di cui viene data lettura. 



Alla luce degli esiti illustrati nel parere su menzionato la società Ecoambiente srl dichiara la propria volontà di acquisire l’area una volta concluse le procedure attivate dalla Curatela del fallimento Ecomont srl ed in ogni caso 



(Prosegue a pag 4 del protocollo 155116/2014) 



di essere disponibile a sostenere i costi di un eventuale esproprio del terreno per pubblica utilità, così come peraltro stabilito anche dalla stessa legge regionale n. 27/1998”


GIORGIO LIBRALATO

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Giovedì 8 gennaio 2015

A Latina la legalità é un optional, disse un ex Presidente del TAR
Fonti: pontiniaecologia.blogspot.it / www.comitato-antimafia-lt.org

Discarica di Borgo Montello. Diktat della provincia di Latina: subito la bonifica. Franano le strade e la credibilità residua della regione Lazio guidata da Zingaretti a maggioranza pd, sel e legambiente: riapre la Flacca ma frana il Circeo - Comune di Latina assediato dalla Procura: dallo stadio alla variante urbanistica per Malvaso, fino alle cooperative per la gestione del verde, senza contare la discarica di Borgo Montello. Troppi i fascicoli aperti. Quella sulla metro leggera solo l'ultima inchiesta. Bancarotta Permaflex cognato contro Alberto nella guerra dei Veneruso 


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MERCOLEDÌ 7 GENNAIO 2015 
Fonte : pontiniaecologia.blogspot.it


Discarica di Borgo Montello e inquinamento continuo delle falde, tempo scaduto per la politica complice e servile dei padroni dei rifiuti -  Il comitato dei cittadini ci sarà ed ha richiesto l'annullamento al TAR della delibera del comune di Latina che elimina i vincoli per far realizzare l'impianto di Tmb, far conferire altri rifiuti, scavare altri invasi sopratutto per i rifiuti della provincia di Roma, considerati che quelli in provincia di Latina sono esuberanti



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27 dicembre 2014 – LATINA TODAY

Rifiuti, il Pd a Zingaretti: “No ad altri impianti in provincia di Latina”

Documento del Partito Democratico in cui spiega la sua posizione sulla chiusura del ciclo provinciale dei rifiuti e sulla tutela ambientale dell'area dei borghi nord di Latina chiedendo un incontro urgente al governatore del Lazio.



“Non ravvediamo la necessità di autorizzare la costruzione di altri impianti di trattamento. In ogni caso, qualora la Regione Lazio decidesse di favorire la realizzazione di ulteriori impianti questi, a nostro giudizio (lo ribadiamo), andrebbero realizzati in zona industriale e non a Borgo Montello”.

Sono questi due passaggi fondamentali del documento scritto nei giorni scorsi e firmato da tutti i consiglieri comunali del Partito democratico, dal segretario provinciale, dal segretario comunale e dal segretario di circolo e inviato questa mattina al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Una lettera in cui il Pd ribadisce la propria posizione relativamente alla chiusura del ciclo provinciale dei rifiuti e alla tutela ambientale dell’area dei borghi nord di Latina chiedendo un incontro urgente al governatore del Lazio: “Siamo certi che il presidente ci riceverà presto e che il nostro consigliere regionale Enrico Forte si adopererà da subito per agevolare questo incontro” commentano in una nota.

Intanto durante l’ultima direzione provinciale del Partito Democratico si è deciso di tenere, entro la fine di gennaio, una pubblica assemblea (aperta ai cittadini) sulla questione dei rifiuti nella quale, a partire da questo documento, elaboreremo e renderemo pubblica la nostra posizione su questo argomento.



IL DOCUMENTO INVIATO AL PRESIDENTE ZINGARETTI

“Spett.le Presidente,

Da sempre ci siamo battuti nel sostenere l’inutilità di realizzare un inceneritore dei rifiuti in provincia di Latina. Una battaglia vinta nel momento in cui il piano regionale dei rifiuti approvato dalla Giunta Marrazzo escluse questa ipotesi considerando non sufficiente il volume di rifiuti prodotti in provincia di Latina per giustificare un nuovo impianto di termovalorizzazione. Il Piano, confermato dalla precedente Giunta Regionale, ha sempre previsto due impianti di TMB, uno per l’area nord che avrebbe poi conferito il CDR a Colleferro ed uno per l’area sud che avrebbe conferito a San Vittore.

Oggi lo scenario è profondamente mutato. Nella nostra provincia vengono prodotte poco più di 300 mila tonnellate di rifiuti e l’impianto di trattamento meccanico biologico sito ad Aprilia è già sufficiente per trattare il quantitativo che residua dalla differenziata. Non ravvediamo dunque la necessità di autorizzare la costruzione di altri impianti di trattamento. E’ essenziale che la capacità di trattamento dell’impianto di Campoverde (Aprilia) sia a servizio dei rifiuti della provincia di Latina e non di Roma. In caso di emergenza il trattamento dei rifiuti di Roma nell’impianto di Campoverde deve prevedere con certezza il rientro dei rifiuti trattati e degli inerti a Roma. 

Per il sud della provincia sarebbe utile riportare in ambito provinciale l’impianto sito a Castelforte che dalla precedente Giunta regionale fu inserito nell’ambito provinciale di Frosinone.

In ogni caso, qualora la Regione Lazio decidesse di favorire la realizzazione di ulteriori impianti questi, a nostro giudizio (lo ribadiamo), andrebbero realizzati in zona industriale e non a B.go Montello.

Da sempre siamo convinti che l’area di B.go Montello (e di tutta la Valle dell’Astura) debba essere valorizzata e riconsegnata alla propria vocazione agricola, turistica, archeologica attraverso la chiusura e bonifica integrale delle discariche presenti in loco. La presenza sul posto di produzioni del kiwi e vini di eccellenti qualità esportati in tutto il mondo, degli scavi archeologici e del museo di Satricum, della casa del Martirio di S.Maria Goretti, di numerosi reperti di età romana, di una filiera dell’artigianato di rara qualità e la prossimità con il litorale ci convincono della necessità di non infierire ulteriormente su questa preziosa porzione di territorio provinciale e di evitare che questa venga condannata all’impropria funzione di zona industriale per il trattamento rifiuti.

Le indagini in corso sulle irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti e sugli inquinamenti provocati, ai quali sono seguiti arresti di alcuni dirigenti delle società che gestiscono le discariche, hanno provocato l’interruzione dell’iter autorizzativo regionale per la costruzione di impianti tmb.

E’ un fatto positivo ma temporaneo e noi crediamo che sia opportuno andare oltre rendendo definitiva questa scelta.

Per questo Le chiediamo un incontro urgente nel quale rappresentare e ribadire nello specifico questa nostra posizione convinti di poter rappresentare in questo modo gli interessi generali del nostro territorio".

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22 dicembre 2014 - da LATINA PRESS

CLICCARE QUI PER IL DIALOGO DE AMICIS - LANDI

Le intercettazioni pubblicate dal Giornale di Latina riguardo i rapporti che sarebbero emersi tra Bruno Landi e l'esponente Pd Enzo De Amicis. Intanto il Partito Democratico ha preso le distanze dal consigliere comunale De Amicis apprezzandone la decisione di autosospendersi. Il segretario provinciale Salvatore La penna ha annunciato che il partito ha scritto una lettera aperta la presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ribadendo la propria posizione rispetto alla questione rifiuti sul territorio pontino.
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SABATO 20 DICEMBRE 2014
Bruno Landi manager scaricato (ecoambiente e Latina ambiente) La discarica di Borgo Montello - Montello Gate


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GIOVEDÌ 18 DICEMBRE 2014
Fonte: Pontiniaecologia.Blogspot
Rassegna Stampa

Rifiuti e intercettazioni tra Bruno Landi e gli amministratori di Latina Fabrizio Cirilli - l'altra faccia dei rifiuti "in ballo un affare da 120 milioni" - "sul porta a porta gara ormai impossibile, si va verso una municipalizzata" allarme sul futuro. Confessa infine: era interesse del Comune di Latina l'impianto di Tmb. Poi forse perchè non si è letto gli atti, le analisi, le perizie "niente bonifiche irregolari di Indeco e Ecoambiente" o forse solo un tentavivo estremo di salvare la sua posizione?



Caso rifiuti: Bruno Landi, il sindaco di Latina Giovanni di Girogi interviene - L'ex amministratore di Ecoambiente si raccomandava anche al primo cittadino per favorire le attività nella discarica di Borgo Montello. Sul fronte rifiuti Di Giorgi si impegnava sulla regione Lazio e sui suoi consiglieri e assessori. Sulla famosa variante per favorire il tmb di ecoambiente, il progetto specchietto per le allodole, tutto apposto nella commissione urbanistica. In consiglio comunale Di Giorgi si scagliò contro la Pisana per favorire i programmi sulla monnezza.


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MERCOLEDÌ 17 DICEMBRE 2014




Non necessari per la provincia, ma utili ad evitare l’emergenza su Roma. Ora le prime prove Impianti a Montello, la beffa.

In Regione sapevano che sarebbero andati in porto nonostante tutti i nodi.




Arresti Indeco e Green Holding. Dopo la decisione del Riesame ricorso in Cassazione. Scandalo della discarica, la Procura rilancia non è finita qui.



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 16 dicembre 2014 - H24 Notizie

Borgo Montello, falde acquifere inquinate: tre rinvii a giudizio
di Clemente Pistilli
Trascorsi quasi due anni dalla perizia disposta dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Guido Marcelli, per far luce sull’inquinamento delle falde acquifere di Borgo Montello, il magistrato ha rinviato a giudizio i tre signori della discarica. Disposto un processo per Vincenzo Rondoni e Bruno Landi, all’epoca dei fatti vertici di Ecoambiente, società che nel borgo gestisce la discarica dove vengono smaltiti i rifiuti di Latina, e di Nicola Colucci, anche lui imprenditore nel settore dei rifiuti. I tre imputati, secondo gli inquirenti, sarebbero responsabili dell’inquinamento dell’acqua, non avendo controllato la sicurezza degli invasi S1, S2 ed S3. I tre inoltre, non avendo eseguito le opere di impermeabilizzazione di tali impianti, nonostante le carenze fossero a loro note a partire dal 1995, avrebbero consentito al percolato di fuoriuscire dagli invasi e “avvelenare” appunto la falda acquifera. Nel procedimento già sono costituite come parti civili diverse associazioni, a partire da Legambiente. La prima udienza è fissata per il 16 giugno, davanti al II collegio penale del Tribunale di Latina.

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MARTEDI' 16 DICEMBRE 2014
Fonte : Pontiniaecologia.blogspot
Rassegna Stampa


La perizia che inchioda la società Ecoambiente. I cittadini di Borgo Montello e i verdi: finalmente chiarezza sui danni. Tutte le anomalie riscontrate dal dottor Tomaso Munari Ctu del Tribunale di Latina, sulla bonifica colabrodo, con le varie censure sulle gaffe e superficialità
Scandalo intercettazioni e favoritismi del pd ai signori della discarica. Il partito molla De Amicis, Sarrubbo ammette che c'è un problema di fiducia nei rapporti, ma la pubblicazione delle nuove intercettazioni smentisce le ridicole scuse di qualcuno beccato in atteggiamento troppo ossequioso

Il rapporto di Fabrizio Mattioli (pd) con Bruno Landi AD di Ecoambiente era di ferro. Il geometra di Borgo Bainsizza fornisce precise garanzie al manager dei rifiuti che gestisce la discarica di Borgo Montello nelle nuove intercettazioni che mostrano una luce ancora più coinvolgente sui rapporti



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DOMENICA 14 DICEMBRE 2014
Fonte: Pontiniaecologia.blogspot  
Rassegna Stampa


Nel comune di Latina il sistema salva discarica si serve anche del PD: Enzo de Amicis chiede il favore a Bruno Landi "ricordate de mi cognato" Il geometra di Borgo Bainsizza Fabrizio Mattioli fa finta di essere contro la discarica e gli impianti, ma tutto preoccupato chiama Landi: "mi scuso per quei cittadini".




Affari e speculazioni nel sistema regionale e pontino dei rifiuti coinvolge la discarica di Borgo Montello. Per l'antimafia l'avvocato Bruno Landi (amico dei consiglieri comunali del pd che si raccomandano a lui o si scusano) è l'alter ego del supremo, Manlio Cerroni. Il processo cerronopoli rompe il sistema. Gli arresti di gennaio vero spartiacque nella storia dell'ecobusiness nel Lazio. La Rida Ambiente di Aprilia ostacolata per favorire gli affari e i conferimenti nella discarica di Borgo Montello. Così il Supremo regna anche in terra pontina.





Scandalo discarica di Borgo Montello "terra senza onore". La corsa contro il tempo per l'avvocato Bruno Landi per far realizzare l'impianto di Tmb (lo specchietto per le allodole) per far rinnovare l'autorizzazione AIA alla società Ecoambiente - Commissione e consiglio comunale osservano e approvano richieste per accelerare sui rifiuti.




Le mille ombre e la storia infinita della discarica, fantasmi vecchi e nuovi nella discarica di Borgo Montello, mentre ancora i residenti protestano grandi interessi si sono addensati in via Monfalcone con la complicità della politica.




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LUNEDÌ 8 DICEMBRE 2014

Quegli esposti su Manlio Cerroni, quando tutto è cominciato lo scandalo sulla gestione dei rifiuti nel Lazio e nella discarica di Borgo Montello (Il Quotidiano di Latina 8 Dic. 2014)




LUNEDÌ 8 DICEMBRE 2014
L'ora x per la discarica di Borgo Montello. L'AIA rilasciata il 9 settembre alla società Indeco non è valida. La polizza fideiussoria doveva essere presentata prima, invece la regione Lazio per incapacità o complicità (lo stabiliranno le indagini) incredibilmente concede 3 mesi per la presentazione della polizza. E i 90 giorni scadono domani.




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SABATO 6 DICEMBRE 2014

Mafia Capitale. L’intreccio sull’immondizia. Tra i cento indagati spunta anche #### ####, consulente per la discarica di Borgo Montello e la Sep di Pontinia.

Così si dividevano i profitti della differenziata. E anche il controllo sul campo nomadi 



Un filone rosso unisce gli interessi: quello sui rifiuti. Un filo nero mette insieme una serie di personaggi della Roma criminale e colletti bianchi dai ruoli eccellenti nella capitale e in giro per il Lazio. Il nome che fa eco (ma non è l’unico) è quello di  #### ####, che a Latina nel campo delle discariche ha fatto di tutto negli ultimi venti anni: consulente del gruppo Cerroni, ha redatto tutti i progetti delle discariche, i collaudi, il piano per la realizzazione del polder che doveva impermeabilizzare i vecchi siti e salvare le falde, le verifiche, le relazioni ambientali. E ora sappiamo che tante, troppe cose non vanno a Montello. Ad ogni modo #### è uno dei cento indagati nell’inchiesta condotta dal Ros di Roma con il coordinamento del Procuratore Giuseppe Pignatone. Il mondo dei rifiuti risulta effettivamente essere una miniera d’oro per tutti. Ma ancor più per certe cooperative che hanno inquinato gli appalti di Ama e che avevano cominciato a tendere una fitta rete di rapporti e contratti per entrare nella gestione dei rifiuti anche in provincia di Latina. Per esempio Cns, che partecipa in Cisterna Ambiente proprio insieme ad Ama e si occupa del servizio rifiuti in quella città. Come si evince dagli atti Cns era una creatura «affidata » a Salvatore Forlenza che in un passaggio delle intercettazioni parla anche della Indeco (società che gestisce i rifiuti in uno degli invasi di Montello): «... Indeco ha inviato dichiarazione di non disponibilita al conferimento ad Ama», è il contenuto del messaggio che riceve appunto Forlenza. In altri colloqui intercettati ancora tra Forlenza e Salvatore Buzzi della coop 29 Giugno: «...Buzzi accennava infatti ad una ‘bu s t a ’ contenente ’5000,00’ che Forlenza sarebbe dovuto passare a prelevare... il dato che si ritiene utile ribadire è che C.N.S., come già ampiamente evidenziato, risultava funzionale allo stesso Buzzi per l’ottenimento dei lavori di raccolta dei rifiuti per le gare indette da Ama spa... successivamente all’accordo raggiunto per la gara AMA n. 30/2013, Franco Cancelli della cooperativa Edera avrebbe detto a Buzzi di pagare una tangente a Eugenio Patanè, consigliere regionale del Pd». E ancora a proposito della coop 29 Giugno viene rilevato che «tutti e quattro i lotti (dell’appalto Ama ndc), erano stati successivamente affidati dall’aggiudicataria Cns, alle cooperative di Salvatore Buzzi.... Infatti, nella relazione si legge: ‘Alla fine dell’anno 2012 la cooperativa ha avviato, insieme alla cooperativa 29 Giugno Servizi, la gestione integrale dei servizi di raccolta differenziata del rifiuto organico (lotti 2, 3, 4, 5) e del multimateriale (lotto 4) eseguiti in qualità si associata di CNS e per conto di Ama spa». Osserva altresì la Procura che «non meno rilevante appare la capacità di interlocuzione espressa dal sodalizio nei confronti del gruppo Casamonica, noto clan familiare attivo nel quadrante sud-est della città e dedito a una vasta gamma di attività delittuose nei settori del narcotraffico, dell’usura, del riciclaggio e altro. Come si vedrà meglio più avanti il sodalizio diretto da Massimo Carminati aveva acquisito un appalto per l’ampliamento e la gestione del Campo Nomadi di Castel Romano attraverso la cooperativa Ati 29 Giugno presieduta da Buzzi Salvatore... il territorio in esame rientrava in quello in cui era maggiore la permeabilità all’in - fluenza del clan Casamonica, senza contare la natura della popolazione (nomade) con cui il sodalizio del Carminati si sarebbe dovuto relazionare... Per tali motivazioni, l’o rga n i z z a z i o n e facente capo al Carminati si avvaleva del supporto fornito dal clan presente in quel contesto, in modo da tenere sotto controllo le problematiche che sarebbero potute sorgere nel rapporto con i nomadi».

 IL QUOTIDIANO - Mercoledì 3 Dicembre 2014

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2 DICEMBRE 2014

Discarica di Borgo Montello

IERI IL VIA AL MONITORAGGIO DEI PIEZOMETRI. 

DAL 10 DICEMBRE PARTE LA CAMPAGNA DI ANALISI


Ecoambiente bonifica il sito, si comincia col capping di S0 Ecoambiente ha avviato ieri le operazioni di monitoraggio dei piezometri di sua competenza, ai fini dell’eventuale immissione di soluzioni inertizzanti per attenuare lo stato di inquinamento chimico della falda acquifera. Si tratta del primo intervento operativo nell’ambito dei lavori di messa in sicurezza definitiva dell’i nva s o S0, lavori formalmente iniziati il 27 novembre scorso. Sempre nello stesso protocollo, è previsto per il 10 dicembre l’avvio della campagna di analisi preliminare per determinare lo stato di salute delle acque in falda attorno al bacino S0. Affinché le operazioni di messa in sicurezza dell’invaso (che fino agli anni ‘80 è stato gestito dal Comune di Latina che ne aveva fatto la propria discarica) possano essere condotte all’insegna della massima trasparenza, Ecoambiente ha invitato gli enti coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti, dalla Regione alla Provincia, dal Comune capoluogo alla Asl, a nominare dei propri tecnici di riferimento da affiancare agli incaricati dalla srl che attualmente gestisce una delle due discariche di Via Monfalcone a Borgo Montello. Contestualmente all’annuncio dell’avvio della bonifica dell’invaso S0, che consiste nella realizzazione di un cosiddetto cappingla cui funzione è quella di isolare l’invaso e dunque contenerne gli sversamenti di percolato nel sottosuolo, Ecoambiente ha chiesto agli stessi enti interessati la convocazione di un tavolo tecnico insieme ad Indeco (l’altra azienda che gestisce la seconda discarica del sito di via Monfalco ne) per definire le modalità tecniche ed economiche della loro partecipazione alla messa in sicurezza operativa dell’area. La questione che Ecoambiente non si stanca mai di ribadire è che rispetto alle problematiche dell’in - vaso S0 l’azienda si considera soggetto interessato ma non soggetto responsabile, non avendo mai avuto alcun ruolo nella gestione di quella particolare area, sempre ed esclusivamente gestita dal Comune di Latina, peraltro in un momento storico in cui le norme in materia ambientale non imponevano alcun tipo di cautela per la gestione dei luoghi adibiti a discarica di rifiuti urbani. Malgrado non si ritenga responsabile dell’inqui - namento, Ecoambiente ha comunque avviato già da tempo una serie di attività propedeutiche alla bonifica appena intrapresa del sito, riservandosi in ogni caso di resistere in giudizio contro le determine del Comune che le imponevano di procedere alla bonifica, e di promuovere un’azione riscarcitoria nei confronti di coloro che dovessero risultare gli effettivi responsabili della gestione in vita dell’inva - so S0. L’interesse di Ecoambiente per quell’invaso è dettato dal fatto che la bonifica del sito è la condizione insuperabile per il rilascio della definitiva autorizzazione per la realizzazione di un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti, impianto che consentirebbe alla stessa Ecoambiente di continuare ad utilizzare la propria discarica per ospitare i residui di lavorazione del Tmb, condizione per la prosecuzione dell’a t t iv i t à industriale altrimenti insostenibile.

IL QUOTIDIANO - Martedì 2 Dicembre 201
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30 NOVEMBRE 2014
Comuni e cittadini truffati dalle tariffe gonfiate secondo le ipotesi di truffa nella discarica di Borgo Montello. Il gip parla di «spiccato pericolo di reiterazione criminosa»

SCARICABARILE SUI MIASMI
Ecoambiente, il «nemico» di sempre Come accade da anni Indeco ed Ecoambiente fanno a scaricabarile su chi inquina di più. Così quando a maggio 2014 Arpa Lazio certifica (finalmente) che ci sono problemi di cattivi odori per la presenza di percolato, i vertici di Indeco dicono che è il perc olato depositato nell’area dei concorrenti a creare guai: «... come si evince dalle foto che l’Arpa allega alla sua relazione, nel bacino di Ecoambiente insiste una forte presenza di percolato sulla sommità della stessa discarica valutato in uno spazio pari a circa 2000 metri quadrati e quindi trattasi di percolato in piena maturazione e sicuramente maleodorante ». Le preoccupazioni di Indeco nascono dalla diffida del Comune datata 19 giugno 2014 e che porterà  **** a dire che l’assessore all’ambiente «è proprio un testa di c....». La nota dei Verdi «Finalmente un po’ di luce» «Dopo decenni di buio, di abusi e soprusi anche per la triste e dolorosa storia della discarica di Borgo Montello si inizia vedere la luce della verità e forse, finalmente, della giustizia che, come vorrebbe la logica, anche la chiusura e il superamento di un sistema di gestione di rifiuti che, secondo le indagini, è stato condotto da organizzazioni disoneste». E’ il commento dei Verdi che su Montello stanno conducendo da anni una battaglia insieme ai residenti, che aggiungono «..nella provincia dove nel passato è successo di tutto c'è l'occasione di riscatto. Ma c'è bisogno, appunto, di un cambiamento, di azioni di prevenzione, come di informazione e di gestione del territorio per evitare certe degenarazioni».   

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28 NOVEMBRE 2014
Scandalo discarica di Borgo Montello, la Procura ricorre in Cassazione Rifiuti, il pm rilancia contro le società Indeco e GreenHolding

Dopo il pronunciamento del Riesame sul peculato
Per i sei indagati il quadro indiziario era cambiato

RETROSCENA: AL TELEFONO GLI INDAGATI PARLANO DI UN CANALE «BUONO» CHE C’E’ IN REGIONE

Se il Tribunale del Riesame di Roma poteva aver sparigliato le carte decretando l’annullamento della prima misura cautelare nei confronti degli indagati della prima tranche sullo scandalo di Montello, il pubblico ministero Luigia Spinelli che aveva richiesto la prima ordinanza di custodia cautelare, non molla la presa e ha presentato ricorso in Corte di Cassazione. I magistrati romani infatti avevano «rivisitato» l’inchiesta che lo scorso 16 ottobre aveva portato agli arresti domiciliari i vertici della Green Holding, tra cui proprio Andrea Grossi e poi erano stati arrestati anche ****, residente a Latina, presidente **** e poi Enzo Cimini, consigliere del consiglio di amministrazione della Green Holding spa e Stefano Lazzari, 51 anni consigliere del Cda della Indeco, Antonio Romei e poi Paolo Titta. La difesa nel suo ricorso aveva puntato l’indice sull’insussistenza dell’ipotesi di reato contestata nel provvedimento cautelare e cioè quello di peculato per distrazione e alla fine i giudici romani avevano accolto questa linea su cui aveva poggiato le basi gran parte del ricorso. Ma come erano nate le indagini sulla discarica di Borgo Montello? Dopo una serie di esposti dei residenti di Borgo Montello, gli investigatori della Squadra Mobile coordinati dal vice questore aggiunto Tommaso Niglio, avevano puntato sulla discarica e anche i filmati della doppia pesatura dei camion sembravano fin troppo eloquenti sul sistema dei rifiuti. In realtà come è emerso dall’inchie - sta, gli indagati avevano architettato una finta emergenza per ottenere l’ampliamento della discarica e fare in questo modo altri affari. Come è emerso anche in una intercettazione telefonica annotata dalla Squadra Mobile e che risale allo scorso giugno quando Vincenzo Cimini, membro del Cda della Green Holding, la società per azioni che controlla Indeco, ad Andrea Grossi, il rampollo della famiglia, general manager della Green Holding che «in Regione c’è un canale proprio buono, lì c’è il responsabile d el l ’area... dell’as s es s or at o .. . quello lì che fa il factotum area tecnica dell’assessore e con gli uffici preposti...». Già proprio in Regione nessuno si è accorto di quello che accadeva a Latina, una svista clamorosa, con i soldi che finivano in Lussemburgo. Adesso la Procura torna alla carica.

IL QUOTIDIANO - Venerdì 28



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27 Novembre 2014 - Quotidiano


La «cresta» sul noleggio dei mezzi.

Spese gonfiate per la bonifica, sequestrate anche le quote di Indeco



DOPO IL RESPONSO DEL RIESAME LA PROCURA E’ TORNATA ALLA CARICA



Spese gonfiate per rifiuti d’oro. Una montagna di immondizia che all’improvviso diventa di soldi, quasi ci fosse la bacchetta magica in via Monfalcone nella discarica di Borgo Montello. Continua ad essere una «storia sorprendente», come aveva e ha (ri) scritto il gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario nell’ordinanza di custodia cautelare, quella sullo scandalo dei rifiuti, sulla finta emergenza nel sito di Montello, sul vortice di soldi finiti in Lussemburgo e sulle risatine degli indagati al telefono. E’ una storia sorprendente di un colossale raggiro e di una frode che ieri mattina ha portato nuovamente gli agenti della Squadra Mobile a notificare sette ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari che hanno decapitato il gruppo Green Holding di Milano, di cui fa parte anche Indeco, proprio la società che gestisce la discarica di Borgo Montello. Dopo che il Riesame di Roma nei giorni scorsi sembrava aver sparigliato le carte, l’accusa ha rilanciato a suon di altre contestazioni e gli inquirenti sono tornati alla carica. E così ieri mattina i detective della Mobile, coordinati dal vicequestore aggiunto Tommaso Niglio e dal Questore Giuseppe De Matteis, hanno bussato a casa degli indagati con in mano un’altra ordinanza di custodia cautelare. I reati contestati dal pubblico ministero Luigia Spinelli sono quelli di truffa e poi frode nelle pubbliche forniture e falso: sei arresti sono stati eseguiti a Milano e uno a Latina. Nella bufera giudiziaria è finita la famiglia Grossi, una vera e propria dinasty del mondo dei rifiuti in Lombardia. Sul registro degli indagati le due gemelle Paola e Simona e poi l’altro fratello Andrea, sono i figli del «Re delle bonifiche», morto qualche tempo fa e poi nell’inchiesta c’è anche Lady Grossi, la vedova dell’imprenditore, la signora Marina Cremonesi. Le nuove ordinanze cautelari sono state notificate proprio come lo scorso 16 ottobre anche ad ****, Paolo Titta e Vincenzo Cimini, direttore di Indeco e componenti del Cda della Green Holding. Gli agenti della Squadra Mobile hanno scavato nel ginepraio di società allestito dal management della Green Holding insieme agli amministratori di un’altra azienda riconducibile sempre allo stesso gruppo e cioè l’Alfa Alfa che porta ancora una volta alla famiglia Grossi grazie ad altre società la Adami, la Raps e sfruttando questo stratagemma, gli indagati, secondo l’accusa, hanno ingannato la Regione Lazio nella determinazione della tariffa d’ingresso dei rifiuti nel sito di via Monfalcone. Un esempio? Sono undici i mezzi finiti sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, i costi di noleggio per lo smaltimento dei rifiuti infatti sono stati sovrastimati determinando in questo modo una tarifffa maggiore. Il passagio chiave è uno: Indeco-Alfa Alfa presieduta proprio da Simona Grossi. La lista della spesa o meglio del noleggio è ricca e assortita: un compattatore costato 48mila euro è stato noleggiato ad Indeco per sette anni (fino al 2015) a quasi un milione e mezzo di euro e poi spunta una pala cingolata che costava 25mila euro ed è stata affittata a 446mila euro e spicci, senza dimenticare un escavatore, una ruspa, un trituratore. Di tutto di più. Il sipario su questa inchiesta non è calato: oltre al sequestro delle quote sociali della Indeco è stata delegata la polizia giudiziaria di acquisire negli uffici della Regione Lazio le polizze fideiussorie dovute da Indeco a tutela degli impegni di natura finanziaria per la gesione post mortem dell’invaso S4 «Tenendo conto che quest’ultimo è stato autorizzato ad una ricarica - fa sapere la Questura di Latina in una nota - che ha consentito di abbancare ulteriori 600 tonnellate circa con un importo da garantire pari a 36 milioni di euro». Il 16 ottobre i primi arresti, poi la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame, ieri mattina gli agenti della Squadra Mobile di Latina sono tornati alla carica e hanno notificato altre ordinanze di custodia , emesse dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario e richieste dal pubblico ministero Luigia Spinelli, nei confronti dei vertici del gruppo Green Holding di Milano, di cui fa parte la società Indeco che gestisce una delle due discariche di Borgo Montello. Le accuse contestate nell’ordinanza di custodia cautelare sono quelle di falso ideologico, frode in pubbliche forniture e poi truffa aggravata ai danni dei comuni della provincia di Latina che hanno conferito i rifiuti negli invasi della discarica di Borgo Montello che sono gestiti dalla Indeco. Le perquisizioni dello scorso 16 ottobre hanno permesso agli investigatori di raccogliere importanti documenti e «cristallizzare» una serie di elementi che hanno smascherato il meccanismo della management della Green Holding con la complicità degli amministratori di un’altra società l’Alfa Alfa, riconducibile alla famiglia Grossi che controlla la Green Holding. In quattordici sul registro degli indagati Sono 14 le persone iscritte sul registro degli indagati dal pubblico ministero Luigia Spinelli: **** classe ****, residente a ****, presidente ****, Stefano Lazzari, classe 1963 residente in provincia di Brescia, Antonio Romei, classe 1965, residente in provincia di Milano, Antonella Bertagna, classe 1967, residente a Rho (Milano), consiglieri del consiglio di amministrazione della Indeco. E poi Piergiorgio Cominetta, classe 1943 residente a Milano, presidente del Cda della Green Holding, Vincenzo Cimini classe 1967, originario di Latina ma residente a Sabaudia e consigliere del Cda della Green Holding, Simona Grossi, nata a Treviglio, classe 1977, consigliere del consiglio di amministrazione della Green Holdign e amministratore della Adami, Paolo Titta, nato a Varese, classe 1967, amministratore dio fatto della Greeen Holding, Andrea Grossi, nato a Treviglio nel 1982 consigliere del consiglio di amministrazione della Greeen Holding e della Alfa Alfa, Rina Marina Cremonesi, classe 1950 residente a Inzago (Milano) amministratore della Raps, Fausto Vittucci nato a Roma, Luigi Valdemarca nato a Udine, residente a Pavia, presidente del consiglio di amministrazione della Alfa Alfa, Stefano Bassi classe 1959, residente a Garlasco (Pavia) consigliere della Alfa Alfa.

PUBBLICATO DA GIORGIO LIBRALATO  
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26 NOVEMBRE 2014   - Il Fatto Quotidiano

Rifiuti, “gestione criminale” della discarica Indeco: arrestati i figli di Grossi

Operazione della squadra Mobile di Latina. Le indagini potrebbero allargarsi anche alla Regione Lazio, la cui azione di controllo viene definita dal pm “inefficace salvo ulteriori approfondimenti investigativi”



Una gestione “illecita e criminale” della discarica Indeco di Borgo Montello, in provincia di Latina. Un “vero e proprio saccheggio” di risorse pubbliche e del territorio, senza che “nessun segmento della filiera sia stato risparmiato all’illecito”. È quanto scrive il pm Luigia Spinelli, coadiuvata nelle indagini dalla squadra mobile di Latina, nella richiesta di arresto per quattro membri della famiglia Grossi, proprietari del gruppo lombardoGreen Holding con sede a Segrate nel milanese – che controlla la società Indeco – e per tre manager del gruppo. Ai domiciliari con l’accusa di truffa aggravata agli enti pubblici, frode in pubbliche forniture e falso ideologico sono finiti Andrea Grossi, figlio di Giuseppe Grossi “re delle bonifiche” lombardo coinvolto nel 2009 nello scandalo della bonifica gonfiata del quartiere Santa Giulia di Milano (e morto nel 2011), le sorelle Paola e Simona Grossi, la madre Rina Marina Cremonesi e i manager di **** e di Green Holding Vincenzo Cimini e Paolo Titta.



Secondo gli inquirenti i manager di Green Holding (la cui controllata Ambienthesissi è aggiudicata i lavori di bonifica delle ex aree Falck di Sesto San Giovanni avrebbero gonfiato i costi di gestione della discarica di Borgo Montello “inducendo in errore la Regione Lazio in merito alla correttezza delle voci di spesa per la quantificazione della tariffa del conferimento dei rifiuti”.Costi inesistenti che venivano fatti ricadere sulle spalle dei comuni del Lazio che smaltivano i rifiuti a Borgo Montello, imponendo una tariffa “ideologicamente falsa, in quanto inclusiva di costi fittizi” di 61,5 euro a tonnellata. L’“ingiusto profitto” per Indeco, solo per la gestione dell’invaso S8 negli anni 2010-2013, è stato di quasi 3 milioni di euro. E le indagini potrebbero allargarsi anche alla Regione Lazio, la cui azione di controllo viene definita dal pm “inefficace salvo ulteriori approfondimenti investigativi”.



I costi gonfiati dalla società “Alfa Alfa”



Andrea Grossi, ****, Cimini e Titta erano stati già arrestati perpeculato – e poi scarcerati dal tribunale del Riesame – il 16 ottobre 2014 con l’accusa di aver fatto sparire in Lussemburgo 34 milioni di euro di soldi pubblici che sarebbero dovuti servire al risanamento della discarica di Borgo Montello, e finivano invece a tre società di diritto lussemburghese, Adami Sa, Double Green Sa e Green Luxemburg Sa. In quel caso il gip di Latina osservava come la sottrazione di soldi pubblici fosse avvenuta “nella sorprendente e per questo inspiegabile inerzia degli organi amministrativi statali deputati al controllo, Regione Lazio in primo luogo”. Proprio dai documenti sequestrati lo scorso ottobre nelle sedi delle società di Green Holding dagli agenti della squadra mobile di Latina, coordinati dal vicequestore Tommaso Niglio, sono emersi nuovi elementi a carico degli indagati. Una condotta fraudelenta che – secondo il pm – sarebbe ancora “in atto per l’autorizzazione della tariffa per il nuovo invaso S9” della discarica di Borgo Montello, sintomo di una “pervicace volontà degli indagati di depredazione del territorio e delle risorse della collettività”.



Al centro della truffa contestata a Green Holding è la società “Alfa Alfa” con sede a Inzago (Bg), “riconducibile nella misura del 100% alla famiglia Grossi”, che fornisce a Indeco i mezzi per la gestione della discarica di Borgo Montello. Il pm Spinelli elenca i prezzi del noleggio imposti (in un giro tutto interno a società dei Grossi) ad Indeco: un compattatore acquistato da Alfa Alfa per 48mila euro, ad esempio, veniva noleggiato per sette anni a Indeco per 1milione e 488mila euro; una pala cingolata da 25mila euro poteva arrivare a costarne 446mila. E così via, fino a determinare una “penalizzazione economica” di Indeco per quasi 11 milioni di euro, anche se non vi erano “impedimenti a una cessione diretta” dei mezzi da parte delle altre società del gruppo Green Holding. Icosti inesistenti sarebbero serviti per gonfiare la tariffa rifiuti calcolata dalla Regione Lazio. Centrale, secondo gli inquirenti, il ruolo della società di revisione contabile di Indeco, la Vitucci Fausto & C. – che “certifica, tra l’altro, anche i bilanci ordinari e consolidati del gruppo Green Holding” – che avrebbe rilasciato “false certificazioni” e non sarebbe stata scelta, come prevede la legge, dalla Regione secondo una procedura di “rotazione” dei revisori contabili.



Elicotteri, barche e auto d’epoca





Oltre agli escavatori e alle pale meccaniche, la società Alfa Alfa è in possesso di un patrimonio ben più “prestigioso”. Fondata nel 1989, controllata al 50% da Andrea Grossi e dalla Adami srl (derivazione italiana della controllante lussemburghese Adami Sa, a sua volta controllata dalla Raps Sas della madre Rina Marina Cremonesi, che controlla indirettamente la capofila del gruppo industriale Green Holding), possiede parte della “collezione privata” della famiglia Grossi: 11 milioni di euro di “autovetture e moto d’epoca”, 5 milioni di automobili e moto, imbarcazioni per un valore di 1 milione, un elicottero da 131mila euro. Era nota la passione del patron del gruppo Giuseppe Grossi per le auto d’epoca e sportive (“Venti Ferrari, svariate Lamborghini, Fiat Balilla e moto Guzzi” raccontava il Corriere nel 2009) e per gli orologi. Un’attrazione per i beni di lusso condivisa dal figlio Andrea, che intercettato nel giugno scorso dalla polizia di Latina progettava diimpiegare i soldi riservati alla gestione del “post mortem”della discarica Indeco in Lamborghini (da immatricolare in Polonia) e nella ristrutturazione dello storico castello di Brignano Gera D’Adda di proprietà di Green Holding, nel bergamasco. Lontano da Borgo Montello, dove i magistrati indagavano sull’“attività predatoria nella gestione della discarica”, nella campagna del sud pontino. 



Di A. Tornago



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26-11-2014 - Da IL CORRIERE DI LATINA

Si allarga l'inchiesta sulle discariche: altri sette arresti, sequestrate le quote societarie della Indeco

Truffa ai danni del Comuni pontini per quasi tre milioni di euro, frode nelle pubbliche forniture e falso: ai domiciliari l'intera famiglia Grossi, due membri del cda Green Holding e il direttore della ***



Si allarga l'inchiesta sulla gestione delle discariche di Borgo Montello: sequestrate le quote societarie della Indeco. La Squadra Mobile di Latina nelle prime ore del mattino ha eseguito altre sette ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari a carico di altrettanti componenti del gruppo Green Holding di Milano, di cui fa parte anche Indeco, la società che gestisce la discarica di Borgo Montello. L'ipotesi è quella di una truffa ai danni dei Comuni della provincia di Latina che conferiscono i rifiuti nel sito di via Monfalcone, ma anche di frode nelle pubbliche forniture e falso. Le ordinanze emesse dal Gip Giuseppe Cario sono state richieste dal sostituto procuratore Luigia Spinelli, titolare dell'inchiesta che lo scorso 16 ottobre portò a sei arresti per peculato (ordinanze poi annullate dal Riesame), sulla base delle risultanze investigative e delle perquisizioni effettuate nelle ultime settimane dalla Squadra Mobile di Latina, diretta dal dottor Tommaso Niglio. I provvedimenti del Gip sono stati notificati, sei a Milano e uno a Latina, a tutti i componenti della famiglia Grossi, della Green Holding: Paola, Simona e di nuovo Andrea - figli di Giuseppe considerato il "re delle bonifiche" - e della madre Marina Cremonesi. Sono accusati, insieme agli altri destinatari delle nuove ordinanze ***, Paolo Titta e Vincenzo Cinini, direttore Indeco e componenti del cda della Green Holding, di truffa, di quasi tre milioni la stima, frode nelle pubbliche forniture e falso. Una storia di fatturazioni gonfiate emerse nel corso delle indagini coordinate dal pm Spinelli che hanno portato in questa seconda ondata di provvedimenti anche al sequestro delle quote societarie della Indeco.



IL CASTELLO DI AZIENDE Il lavoro investigativo svolto dalla Squadra Mobile ha permesso di disarticolare quello che gli inquirenti hanno definito un complesso meccanismo fraudolento messo in piedi dal management del gruppo Green Holding con la complicità degli amministratori di un’altra società dello stesso gruppo industriale, la Alfa Alfa, riconducibile anche questo alla famiglia Grossi per il tramite di altre società, la Adami srl e la Raps sas, un escamotage utile a indurre la Regione Lazio in errore nella determinazione della tariffa d’ingresso del rifiuto in discarica.



IL MECCANISMO Il gestore della discarica, nel caso di specie Indeco srl, nella presentazione della domanda di autorizzazione è tenuto ad elencare i costi per l’avvio, l’esercizio e la chiusura della discarica, al fine di consentire all’ ente preposto, in questo caso la Regione Lazio, di determinare una tariffa congrua. Ebbene, è stato accertato nel corso delle indagini una sovrastima dei costi per noleggio dei mezzi d’opera necessari allo smaltimento dei rifiuti nella discarica alla periferia di Latina. L'amplificazione fittizia dei costi ha determinato una quantificazione della tariffa maggiore rispetto a quella che sarebbe stata applicata ove fossero stati computati i costi reali, con conseguente danno per i Comuni conferenti. Le società locataria dei mezzi d’opera alla Indeco era proprio la Alfa Alfa srl., il cui presidente del consiglio di amministratore è Simona Grossi, mentre il fratello Andrea è risultato consigliere delegato.



ALCUNI ESEMPI DI COSTI SOVRASTIMATI. Gli inquirenti avrebbero scoperto, ad esempio che la società Alfa Alfa avrebbe acquistato un compattatore per 50mila euro. Lo stesso mezzo preso in affitto dalla Indeco per un costo complessivo di 1.488.000 euro dal 2008 al 2015. E ancora: un Caterpillar pagato dalla Alfa Alfa a 15mila euro sarebbe risultato dato in affitto per 325mila euro, con contratto di dieci anni. In poche parole la Indeco avrebbe potuto acquistare per la stessa somma più di 20 mezzi. 



IL SEQUESTRO DI INDECO I provvedimenti restrittivi di oggi sono stati emessi sulla scorta del materiale acquisito nel corso delle perquisizioni disposte dal tribunale di Latina il 16 ottobre scorso in occasione dei primi sei arresti, documentazione che secondo gli inquirenti accerterebbero in maniera inequivocabile gli illeciti commessi all'interno del gruppo milanese. Insieme alle sette ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, l’autorità giudiziaria ha disposto anche il sequestro delle quote della società Indeco srl per impedire che possano essere aggravati gli effetti della condotta illecita, e quindi arrecare ulteriori danni alla collettività.



L'ACQUISIZIONE DELLE FIDEJUSSIONI Il magistrato ha poi delegato la polizia giudiziaria per l'acquisizione presso gli uffici della Regione Lazio delle polizze fideiussorie dovute da Indeco a tutela degli impegni finanziari riguardanti la gestione post-mortem del bacino S4, ovvero la bonifica dell'invaso, tenendo conto che quest'ultimo è stato autorizzato ad un innalzamento (la cosiddetta "ricarica") che ha consentito di abbancare ulteriori 600 tonnellate circa di rifiuti (per un totale di 2.610.800 tonnellate), con conseguente importo da garantire pari a circa 36 milioni di euro.


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GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014

da: Pontinia Ecologia e Territorio

Discarica di Borgo Montello, dopo gli arresti e le scarcerazioni del tribunale del Riesame del gruppo Indeco e Green Holding per aver investito i soldi che dovrebbero essere utilizzati per la bonifica al termine dell'attività della discarica, secondo Fabrizio Cirilli, analizzando l'evolversi della situazione "una legge sbagliata e da cambiare". Giorgio Libralato per conto dei cittadini residenti in via Monfalcone "i problemi della discarica vanno ben oltre il problema del post mortem".



Le inchieste sui rifiuti: il caso Indeco e Green Holding

Il 2014 è stato percorso dalle varie inchieste sui gruppi di gestione dei rifiuti: il gruppo Cerroni (con Landi ed altri), il gruppo Colucci, il gruppo De Pierro e infine Indeco e Green Holding, con gli arresti del mese scorso, tutti rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame. Per ogni inchiesta e reato vale il principio dell’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva. Per il gruppo Indeco e Green Holding quanto stabilito dal tribunale del Riesame sembrerebbe escludere addirittura l’esistenza del reato contestato. Bisogna sempre attendere la conclusione delle indagini e gli eventuali processi. Di certo ricordiamo le importanti dichiarazioni degli Inquirenti, sia in conferenza stampa, nelle interviste e nelle trasmissioni tv che facevano pensare ad altri sviluppi. Rimane il ringraziamento agli organi di Polizia e del Tribunale che hanno messo in evidenza con coraggio e competenza una situazione critica nella gestione del ciclo dei rifiuti. Diversi cittadini di Borgo Bainsizza hanno espresso anche pubblicamente l’apprezzamento e il sostegno ai Magistrati e alla Questura.

La parte politica

Se la parte giudiziaria è in attesa di sviluppi, chiarimenti, pubblicazione di atti che rendano più chiara la situazione, rimane la forte presa di posizione della parte politica. Il Sindaco Di Giorgi, l’allora vice sindaco Fabrizio Cirilli ed ex assessore all’ambiente avevano chiesto con chiarezza e decisione il cambiamento della norma per lasciare in mano pubblica e certa la quota per la gestione post mortem di invasi e discarica. In questo sono stati appoggiati da diversi esponenti locali e regionali e anche da alcuni consiglieri regionali. La parte più eclatante va sicuramente alla commissione parlamentare sui rifiuti che come primo atto hanno effettuato un sopralluogo di approfondimento proprio nella discarica di Borgo Montello.

I problemi della discarica non solo post mortem

Ovviamente per i cittadini più che dei soldi per la gestione del post mortem interessa la situazione attuale e quella passata di evidente inquinamento delle falde e dell’aria più volte ribadito anche nel 2014 insieme alla gestione non conforme del ciclo dei rifiuti, anche questa certificata nel 2014 che ha portato alle sanzioni della UE per le discariche della regione Lazio. Manca l’analisi epidemiologica, le indicazioni e le precauzioni per l’evidente inquinamento. Il CTU Dottor Munari del Tribunale di Latina oltre a confermare l’inquinamento delle falde già riscontrato dall’Arpalazio dal 2005 mette in serio dubbio la validità della bonifica e la correttezza dei controlli e monitoraggi dall’ArpaLazio stessa. Se è evidente, da quanto stabilito dal Tribunale del Riesame che la normativa attuale, sicuramente da rivedere, consente di investire (e quindi di mettere a rischio) le somme del post mortem, con la possibilità che poi questi soldi ancora una volta ce li debba mettere la parte pubblica, è chiaro che qualcosa deve migliorare nella parte di controllo e di rilascio di autorizzazioni. Ricordiamo che le indagini (e questo non mi sembra sia stato smentito) che le autorizzazioni sono state facilitate da chi doveva controllare e tutelare i cittadini. Visto l’inquinamento accertato e il mancato rispetto delle prescrizioni qualcuno, nelle istituzioni, dovrà spiegarne il motivo. Possibilmente con regole che, una volta tanto, tutelino la salute pubblica, l’ambiente e l’agricoltura di qualità.


Fonte:

http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/11/discarica-di-borgo-montello-dopo-gli.html



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9 Novembre 2014

Inquinamento discarica Borgo Montello



La Pisana conferma i controlli rispondendo ai cittadini - Rifiuti, la Asl chiede lumi alla Regione

Da ILQUOTIDIANO 

Non divulgata la relazione del 30 ottobre -  L’AMMISSIONE «LA AZIENDA LOCALE HA PROVVEDUTO, PER GLI ASPETTI DI COMPETENZA, A PRODURRE OSSERVAZIONI E PRESCRIZIONI» 

Adesso, sullo scandalo scoppiato per le discariche di Borgo Montello, la palla passa alla Regione Lazio. 



Già, perché proprio in queste ore, dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’ente della Pisana, è pervenuta una comunicazione ufficiale - richiesta dai diversi Comitati cittadini della zona - dove si legge che in data 30 ottobre 2014 la Asl di Latina aveva prodotto una sua relazione sulla situazione degli impianti che però dalla Regione non è mai stata resa pubblica né trasmessa ai cittadini interessati. «Con riferimento al sollecito in oggetto - recita la nota della Regione ai cittadini a firma della dottoressa Amalia Vitagliano, dirigente Area sanità pubblica, promozione della salute, sicurezza alimentare e screening - si è provveduto a contattare la Azienda Usl di Latina che in data 30 ottobre ha trasmesso una relazione alla scrivente (la Regione, ndr) riguardo le problematiche concernenti la discarica di Borgo Montello, nella quale si comunica che la Asl ha provveduto per gli aspetti di competenza, relativi alla tutela e alla salvaguardia della salute pubblica, esprimendo pareri e partecipando alle conferenze di Servizio indette dagli enti procedenti per i vari procedimenti che hanno interessato la discarica e ha prodotto osservazioni-prescrizioni. Pertanto - conclude la nota - si ritiene che il ticket debba essere trasmesso per competenza agli enti procedenti. In particolare, nella Regione Lazio, alle direzioni regionali competenti in materia di ambiente e rifiuti». La Asl, dunque, aveva provveduto ai controlli di sua competenza e adesso spetterà alla Regione spiegare perché la documentazione della stessa Asl non sia stata ancora resa pubblica. Come è noto gli accertamenti complessivamente avviati sulle discariche di Borgo Montello sono nati da più esposti dei cittadini della zona che da un anno e mezzo chiedevano controlli più stringenti ed efficaci a causa dei fortissimi miasmi promanati dai siti in coltivazione. Le analisi di Arpa, Asl e polizia provinciale sono partite in netto ritardo e la loro divulgazione pubblica è stata ancora più lenta, ma alla fine, anche considerate le proteste civiche, è stata la Procura di Latina ad intervenire per cercare di risalire alle cause. Buona parte delle quali erano comunque state accertate già la scorsa primavera da Arpa Lazio che aveva rilevato il malfunzionamento del processo e delle strutture utilizzate per lo stoccaggio e il trattamento del materiale proveniente dagli impianti di trattamento meccanico biologico, l’unico che ora può entrare nelle discariche. Nel caso di Indeco la Procura ha contestato, anche sulle base delle intercettazioni telefoniche, che il processo di stoccaggio produceva cattivi odori perché si era scelto di risparmiare sulla tipologia di trattamento necessario per tamponare, appunto, i miasmi. L’attività di protesta dei residenti riuniti in comitato e in attesa di un risarcimento, almeno morale, da queste inchieste, ha prodotto in seconda battuta l’accertamento finanziario sui bilanci e il movimento di denaro di Indeco e da cui è emerso che non c’è stato accantonamento dei fondi destinati alla tenuta della discarica quando sarà esaurita l’attività corrente per i successivi 30 anni.

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5 Novembre 2014
RICORSO DI INDECO
Odori molesti a Montello, verso cittadini e aziende all'esterno della discarica si va al Tar
Da IL QUOTIDIANO
La Indeco srl era stata diffidata dal Comune di Latina perché ritenuta almeno parzialmente responsabile dei cattivi odori registrati nell’area della discarica di Borgo Montello. Ma la società ha impugnato davanti al Tar la diffida del Comune ad effettuare interventi volti a ridurre il fenomeno dei miasmi e nel ricorso ha chiamato in causa anche Regione e Provincia, ossia tutti gli enti di controllo coinvolti nella prima forma di lotta contro i cattivi odori che (si è scoperto in seguito all’inchiesta della Procura) derivano dal pessimo funzionamento delle procedure previste nonché al risparmio sull’iter da seguire. Adesso l’amministrazione provinciale ha deliberato di costituirsi contro Indeco e si tratta di una novità quasi assoluta visto il «buon» rapporto che era esistito finora tra questa srl e l’ente Provincia. Ora sarà il Tar a decidere se la diffida del Comune è legittima ma l’ente di piazza del Popolo non sarà solo nel processo. L’atto impugnato risale allo scorso giugno e dunque fino ad oggi non è stato ancora eseguito da Indeco; si basa sulle «segnalazioni dell’Ufficio bonifiche della Regione Lazio circa la presenza di odori molesti provenienti dai bacini di discarica di Borgo Montello - Esiti delle attività di indagine dei giorni 8 e 9 maggio 2014». Da quasi sei mesi quindi si attendono l’applicazione della diffida e interv enti tampone sull’emissione di odori molesti nell’ambito di una battaglia che prima di diventare giudiziaria è stata civica, promossa dai residenti della zona.  
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1 Novembre 2014 

Latina, Indeco e fondi per la bonifica spariti: 

battaglia in aula, il Riesame si riserva

www.ilmessaggero.it

LATINA - E’ stato discusso ieri mattina il ricorso presentato al tribunale del Riesame per tre delle sei persone arrestate dalla Squadra mobile di Latina nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta distrazione dei fondi, circa 34 milioni, destinati al risanamento della discarica gestita da Indeco, coordinata dal sostituto procuratore Luigia Spinelli che ieri ha voluto essere in aula.



Ai domiciliari, con l’accusa di peculato in concorso, sono finiti ****, Stefano Lazzari, il primo presidente, l'altro membro del cda della società che gestisce una delle discariche di Montello, e altre quattro persone che fanno capo alla controllante Green Holding di Milano.



Ieri al tribunale della Libertà ieri si sono discussi i ricorsi di ****, Cimini e Lazzari. La difesa ha puntato a smontare l’accusa di peculato sostenendo che le somme contestate sono di proprietà della società. Tesi repinta dal pm Spinelli, secondo la Procura i soldi non sono della società, ma sono anticipati dai cittadini per la gestione della bonifica e, nel caso specifico, secondo la Procura quei fondi non ci sono più. I giudici del Riesame si sono riservati la decisione.

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30  OTTOBRE  2014
VIDEO - LAZIO TV - TRASMISSIONE "MONITOR"
La discarica di Borgo Montello causa "certificata" di inquinamento
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29 Ottobre 2014

Da “Il Caffè TV” 

http://www.ilcaffe.tv/articolo/8395/discarica-di-latina-decenni-di-malaffare-il-caffe-apre-le-scatole-cinesi



Discarica di Latina: decenni di malaffare. 
 Il Caffè apre le scatole cinesi


I giochi di parole sono facili ma la questione è maledettamente seria. La vicenda “indeco-rosa” della discarica di Borgo Montello - Bainsizza, ha registrato nei giorni scorsi un ulteriore clamoroso sviluppo. Con l’operazione denominata significativamente “Evergreen” (sempre verde), visto che “green” compare sempre nelle denominazioni delle società coinvolte, è stata eseguita l’ordinanza del GIP del Tribunale di Latina Giuseppe Cario che ha portato agli arresti domiciliari di 6 persone, con tanto di braccialetto elettronico di segnalazione. Eseguite anche una ventina di perquisizioni. L’inchiesta era stata avviata dalla Procura della Repubblica di Latina e condotta in tempi rapidi dalla Questura del capoluogo pontino attraverso la sezione della squadra mobile, coordinate rispettivamente dal neo questore Giuseppe De Matteis e dal vice questore Tommaso Niglio.

Il reato contestato è quello di peculato relativamente ai fondi “post mortem” della discarica, valutati in oltre 34 milioni di euro. Per ogni tonnellata smaltita infatti, i contribuenti pagano circa 13 euro al fine di mantenere in sicurezza per almeno 30 anni l’area dismessa e per evitare ulteriori pesanti inquinamenti dopo l’abbandono del sito (cosa peraltro già avvenuta proprio nella discarica in oggetto). Invece di accantonare i soldi che i cittadini pagano con le bollette per tale scopo, le somme incassate venivano fatte sparire in misteriosi conti di società all’estero. Misteriosi neanche poi tanto. Dai nostri riscontri risulta che delle tre società “lussemburghesi” coinvolte, la Adami, la Double Green e la Green Luxenbourg (tutte e 3 residenti al medesimo indirizzo nella capitale del Granducato), le prime due sono state “radiate” dal locale registro delle imprese il 2 gennaio di quest’anno (segno della percezione che tirava una brutta aria), mentre la terza, controllata dalla radiata Adami, proprio in queste settimane è stata fusa per incorporazione transfrontaliera dal Lussemburgo nella italiana Kimberland Srl. Entrambe le società, la incorporanda e la incorporata, sono amministrate da Simona Grossi, sorella gemella di Paola (coproprietaria della Sas di famiglia) e sorella maggiore del trentaduenne Andrea Grossi, il più in vista degli arrestati. I tre sono figli del defunto “re delle discariche” Giuseppe Grossi, già arrestato a sua volta due anni prima del suo decesso per reati legati al ciclo dei rifiuti e morto l’11 ottobre 2011 per complicanze postoperatorie a seguito di un trapianto cardiaco. La Kimberland Srl ha sede proprio presso la villa della famiglia Grossi nel Comune di Inzago (Milano).

Tra gli arrestati spicca anche il nome di ****, residente a ****, ma originario del sud pontino, che è  ****, la società che fin dall’inizio degli anni Novanta gestisce l’unica discarica esistente in provincia di Latina (poi sdoppiata con la cessione dei primi bacini esauriti alla Ecoambiente Srl). Gli altri quattro soggetti arrestati, tra i quali c’è il latinense Vincenzo Cimini (da tempo trasferitosi dalle parti di Milano), sono tutti amministratori e procuratori sia di Indeco che del gruppo Green Holding, il quale ne controlla il 100% delle azioni dalla fine del 1994.

Green Holding infatti non è altro che la variazione di denominazione sociale del ramo italiano della Browing Ferris Industries Ltd (BFI); colosso americano dell’immondizia attivo all’epoca in tutta Europa (attività poi ceduta all’attuale Veolia Environment): la variazione è avvenuta il 30 giugno 1997 a seguito dell’atto di compravendita realizzato con Giuseppe Grossi. Attraverso la Servizi Industriali SpA, già all’epoca la BFI, la Green Holding controllava interamente Indeco avendone acquistato il 50% in mano gruppo Acqua dei fratelli Pisante (Giuseppe e Ottavio), cioè dei fautori, oltre che dell’operazione Acqualatina proprio con i francesi di Veolia, anche della costituzione di Latina Ambiente in tandem con la famiglia campana dei Colucci e della Ecoambiente con il “supremo” Manlio Cerroni; personaggi di lungo corso questi ultimi, a loro volta finiti agli arresti all’inizio di quest’anno. Ma ci vuole ancora un po’ di memoria per completare il quadro. Dopo averla acquisita dal palermitano Biagio Maruca, ad amministrare la discarica di Borgo Montello i Pisante ci misero un loro cugino, Adriano Musso. Questi è stato presidente ed amministratore delegato sia della Ecomont Srl (proprietaria del sito), della Ecotecna (rifiuti industriali) che della stessa Indeco (rifiuti solidi urbani). Contestualmente alla presidenza di Musso, nel CdA di Indeco fu nominato consigliere l’americano Thomas Savage in rappresentanza di BFI. Sarà poi quest’ultimo a condurre l’operazione con Giuseppe Grossi. Musso infatti sarà costretto a lasciare tutte le cariche nel novembre 1995: pochi mesi prima c’era stato l’omicidio del parroco di Borgo Montello, Don Cesare Boschin, e la tensione tra i residenti era palpabile. A dirigere l’attività di Indeco venne chiamato l’Ing. Achille Cester, un tecnico molto esperto del settore. I pluriindagati Pisante comunque, avendo nel frattempo incorporato la Colucci Appalti SpA, avevano deciso di temporeggiare restando comunque sulla piazza. Tra il 1996 e il 1998, si presentò l’occasione giusta per “cambiare cavallo”, scaricando gli americani. Il Comune di Latina aveva deciso di privatizzare il servizio della raccolta dei rifiuti costituendo la Latina Ambiente. L’apposita commissione valutatrice delle offerte pervenute dalle ditte invitate alla gara era presieduta dall’Ing. #### (poi divenuto membro del CdA della stessa Latina Ambiente). Le due migliori offerte arrivate al “ballottaggio” furono quelle della SLIA di Manlio Cerroni e quella del raggruppamento d’impresa Colucci Appalti – Tecno Trattamento Rifiuti (entrambe società controllate dai Pisante). Vincerà ufficialmente la seconda che, non appena costituita la Latina Ambiente SpA, la indebiterà pesantemente (circa 18 miliardi di lire) per rinnovare l’intero parco automezzi e sostituire tutti i cassonetti stradali. L’odore di un accordo di cartello era fortissimo, ma nessuno se ne accorse (almeno apparentemente). Passano gli anni e ad ottobre 2008 davanti ad un notaio di Latina si presenta il cugino “incensurato” del clan dei Casalesi Antonio Schiavone che firma con il rappresentante legale della Indeco Srl il preliminare d’acquisto di oltre 15 ettari di terreno adiacenti alla discarica. Terreni acquistati dagli Schiavone con la lungimiranza di un’aquila nel lontano 1989. Sarà poi il subentrato amministratore unico di **** ****, a stipulare i contratti con i Comuni della Provincia di Latina nei quali si specifica che proprio su quei terreni è in programma la realizzazione di un impianto detto di Trattamento Meccanico Biologico che tutti i problemi di smaltimento dei rifiuti risolverà (inclusa la “noiosa” raccolta differenziata). Nel frattempo i camion in ingresso venivano pesati due volte, prendendo con la stessa fava tre piccioni: 1) far pagare un costo di smaltimento che non c’era; 2) addebitare i costi “post mortem” per immondizia mai smaltita; 3) gridare in continuazione all’emergenza prossima futura per ottenere l’autorizzazione di nuovi invasi o l’ampliamento di quelli esistenti. Promettendo la bonifica, volavano bonifici che era una bellezza. Ma con pazienza le “scatole cinesi” prima o poi si trovano. E visto che non sono infinite, poi si aprono.



La discarica inquina: bonifichiamo? No, facciamocene sopra un’altra!



A fine gennaio 1998, le Guardie Provinciali effettuano un sopralluogo presso i vecchi siti dismessi della discarica di Borgo Montello (S zero, S1, S2 e S3). Venne riscontrato uno sversamento di percolato dalla vasca di accumulo direttamente nel fiume Astura. Risultava dagli atti che la società proprietaria, la Ecomont, era fallita e che della fidejussione bancaria che doveva garantire la gestione “post mortem” di quei siti non c’era alcuna traccia. Tutto naturalmente finì all’italiana. Invece di perseguire i responsabili, nacque una girandola di passaggi amministrativi per mezzo dei quali da una “bonifica urgente”, si passò all’autorizzazione per abbancare ulteriori rifiuti su quei siti dismessi ed altamente inquinanti. A firmare il progetto e a dirigere i relativi lavori sarà #### . Nasce così la gestione Ecoambiente Srl, nel cui CdA (2000), oltre al rappresentante del Comune Vincenzo Rondoni (ex Assessore all’Ambiente), siederanno Manlio Cerroni, Bruno Landi, Nicola Colucci e Achille Cester, uomo, quest’ultimo, inviato da Giuseppe Grossi a mettere ordine dentro Indeco, ma poi dalla stessa “cacciato” (parole sue) inducendolo a cambiare casacca ma non il sito.



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MARTEDÌ 28 OTTOBRE 2014 

Discarica Borgo Montello - La bonifica è un bluff: 

Non c’è stato collaudo 

e il percolato viene diluito di proposito 



Il contenuto inquietante della relazione di Tommaso Munari consegnata ieri 


DI GRAZIELLA DI MAMBRO - IL QUOTIDIANO

Le opere di bonifica messe in campo nei siti S1,S2 e S3 di Borgo Montello «non sono state né correttamente realizzate, né idoneamente collaudate, né dotate di presidi funzionali al monitoraggio ambientale delle stesse». E’ scritto nelle conclusioni della relazione tecnica di Tommaso Munari, il perito incaricato dal gip Marcelli nell’ambito del processo per inquinamento delle falde a carico dei vertici di Ecoambiente che riprende domani in Tribunale a Latina. La redazione della consulenza tecnica non è stata semplice e ha richiesto più tempo del previsto per una serie di «ostacoli» tra cui il fatto che Arpa Lazio, originariamente chiamata a far parte della squadra tecnica, si è tirata indietro per motivi organizzativi ed è stato quindi necessario appoggiarsi ad un laboratorio privato. Ci sono due punti nodali nella ricostruzione del dottor Munari. Il primo riguarda la realizzazione del cosiddetto polder, ossia la cintura che doveva impermeabilizzare i siti. E’ emerso che questo non è stato costruito in modo corretto e c’è stato un sostanziale cambio in corsa su cui non esistono autorizzazioni né collaudi e non è certa la sua efficacia anzi forse ci sono le prove del contrario. Il secondo buco nero dell’opera - zione di bonifica è rappresentato dai pozzi. Si legge nella relazione: «...sebbene le modalità realizzative dei pozzi e piezometri di monitoraggio ostacolino l’accertamento del reale contributo alla contaminazione della falda acquifera da parte delle discariche S1,S2 e S3, è possibile ritenere che esista un loro contributo effettivo al deterioramento dello stato generale delle acque sotterranee... l’accertata rimozione di acque sotterranee dai pozzi spia interni al cosiddetto polder indica che vi sia contezza di un effetto negativo sull’ambiente delle discariche ». In pratica durante i sopralluoghi tecnici è risultato che gli operatori di Ecoambiente captino acque sotterranee con il preciso e consapevole intento di diluire il percolato e questo abbassa i valori che risultano dalle analisi. In questo senso si può affermare che c’è «contezza» di ciò che sta avvenendo a Borgo Montello. Va ricordato per la cronaca che il processo ai vertici di Ecoambiente si tiene in totale assenza dai banchi della parte civile degli enti locali deputati al controllo e alle autorizzazioni, ossia Comune di Latina (peraltro socio indiretto della Ecoambiente), Provincia di Latina, che ha sbagliato gli atti di costituzione ma non li ha neppure mai ripetuti, Regione Lazio che giusto in queste settimane si accinge a dare una nuova autorizzazione all’ampliamento di siti in uso alla stessa società «imputata».

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IL QUOTIDIANO - Martedì 28 Ottobre 2014 

Latina, Ecoambiente, il perito conferma: 

«A Montello inquinamento consapevole» 

di Marco Cusumano 



LATINA - Depositata la relazione tecnica del perito Tomaso Munari sull’inquinamento nella discarica di Borgo Montello. Il professore universitario di Genova, dopo aver anticipato alcuni aspetti in una relazione preliminare, ha depositato l’intera perizia con le risposte ai quesiti posti dal giudice Guido Marcelli. Il perito scritto con estrema chiarezza che «sebbene le modalità realizzative dei pozzi e piezometri di monitoraggio ostacolino l’accertamento del reale contributo alla contaminazione della falda acquifera da parte delle discariche S1, S2 e S3, è possibile ritenere che esista un loro contributo effettivo nel deterioramento dello stato generale delle acque sotterranee. L’accertata rimozione di acque sotterranee dai pozzi spia interni al “polder” indica che vi sia contezza di un effetto negativo sull'ambiente delle discariche». In sostanza, secondo il perito, non solo c'era una contaminazione delle acque ma soprattutto esisteva una consapevolezza di tali effetti sull’ambiente da parte dei responsabili.



La seconda risposta fornita da Munari riguarda la bonifica. «Dalla verifica documentale - scrive il perito - nonché dai riscontri di campo, è emerso che le opere di bonifica, segnatamente il “polder” di cinturazione delle discariche, non sono state né correttamente realizzate, né idoneamente collaudate, né dotate di presidi funzionali al monitoraggio ambientale delle stesse».

L’udienza prevista per oggi potrebbe essere rinviata per dare la possibilità alle parti di studiare la perizia appena depositata. Sotto accusa Vincenzo Rondoni e Bruno Landi, vertici di “Ecoambiente”, e l’imprenditore Nicola Colucci. I tre non avrebbero provveduto alla impermeabilizzazione degli invasi nonostante fossero a conoscenza dei rischi. Il percolato sarebbe così uscito dagli invasi colpendo la falda acquifera sottostante. Il perito sottolinea inoltre che le analisi sul percolato sarebbero state falsate tramite una sorta di diluizione nell’acqua. Infine la protezione delle vasche sarebbe stata inefficace perché effettuata con iniezioni di cemento, una tecnica non adatta al tipo di terreno.

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Mercoledì 29 Ottobre 2014
Giorgio Libralato 
Fonte : http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/10/oggi-ore-10-udienza-processo.html
 

Oggi ore 10 udienza processo inquinamento continuo fuori e dentro la discarica di Borgo Montello a carico di 3 rappresentanti di ecoambiente Dopo che il CTU dottor Tomaso Munari (vicepresidente nazionale dei chimici) incaricato dal Tribunale di Latina oggi attese importanti novità nel processo che rischia di diventare clamoroso se venissero confermati i dubbi sul controllo dell'ArpaLazio. E' chiaramente un'illusione sperare che regione Lazio e comune di Latina si costituiscano parte civile dopo gli errori storici nel rilascio delle autorizzazioni e dei rinnovi nella discarica. Senza contare i mancati o errati controlli, la mancata tutela della salute pubblica, del territorio. Allo stesso modo è evidente che se forse la questione si sta chiarendo e forse si arriverà ad una parte di verità e di giustiza è solo merito delle famiglie Piovesan che anche in questo caso si sono costituite parte civile. Grazie alla pazienza e al lavoro di ricerca di Carla Piovesan forse si riuscirà a dare dignità a via Monfalcone e ai Borghi Montello e Bainsizza. Adesso è facile per tanti strapparsi le vesti, affermare io l'avevo detto, io ho fatto questo e denunciato quest'altro (a chiacchere). Molto più difficile il lavoro dei cittadini oppressi da aziende e istituzioni. In tanto cercheranno come sempre di averne un vantaggio, usando il solito opportunismo. Dopo che per anni hanno abbandonato le famiglie Piovesan. Se mai ci sarà l'ipotesi di un risarcimento arriveranno pure da San Felice Circeo o da Roccamassima a costituirsi. Speriamo che almeno oggi Legambiente faccia chiarezza sul rapporto con la maggioranza della regione Lazio (responsabile secondo le inchieste di diversi abusi nel rinnovo delle autorizzazioni 2014) e che la regione Lazio almeno davanti all'evidenza non faccia disinformazione e che si assuma, finalmente, le dovute responsabilità.
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25 OTTOBRE 2014
"IL QUOTIDIANO"
Articolo di Antonio Bertizzolo

Ieri gli altri interrogatori degli indagati: tutti in silenzio tranne uno Indeco, la pista della truffa

L’unico a parlare dal gip è stato Cimini che chiede la scarcerazione


L’unico ad aprire bocca e a tentare di difendersi è stato Vincenzo Cimini, 47 anni, originario di Sabaudia ma da molti anni trapiantato a Milano. Il componente del consiglio di amministrazione della Green Holding spa, l’azienda che ha dato lo spunto anche al nome dell’indagine diventata più semplicemente «Evergreen », ha parlato e ha respinto le accuse. «Sono estraneo ai fatti, non c’entro», ha fatto verbalizzare al gip del Tribunale di Milano che ha ascoltato per rogatoria uno dei sei arrestati per lo scandalo della discarica di Borgo Montello. Giovedì invece era stato interrogato a Latina ****, presidente del Consiglio di Amministrazione della **** e anche le sue dichiarazioni sono state coerenti e in linea con quelle di Cimini. Gli altri arrestati invece hanno preferito la strada del silenzio e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere non presentando alcuna richiesta di scarcerazione mentre lo stesso Cimini ha chiesto una misura meno afflittiva come gli obblighi di polizia giudiziaria ma il pm Luigia Spinelli ha rispedito al mittente l’istan - za con un parere negativo, adesso l’ultima parola spetterà al gip Giuseppe Cario che aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare. Sono dunque rimasti in silenzio Stefano Lazzari, originario di Salò in provincia di Brescia, 51 anni consigliere del Cda della Indeco, Antonio Romei, anche lui del Cda e poi Paolo Titta, bergamasco di 47 anni amministratore della Green Holding spa e infine Andrea Grossi, milanese di 32 anni. La scelta di non rispondere alle contestazioni degli inquirenti così come l’assenza di istanze di scarcerazione sembra rafforzare indirettamente e in questo momento il castello accusatorio costruito dagli agenti della Squadra Mobile dopo la denuncia presentata da alcuni cittadini di Borgo Montello. Ma quella che il gip Giuseppe Cario aveva definito nella sua ordinanza «una storia sorprendente », non sembra essere finita qui e potrebbe riservare nuove puntate. Gli scenari che gli investigatori stanno valutando sono anche altri e se il reato contestato nel fascicolo è quello di peculato non è escluso che nelle prossime ore gli investigatori ipotizzino anche la truffa. Secondo l’accusa alle spalle della Indeco si cela un groviglio di interessi di personaggi inseriti negli ambienti della finanza della Milano che conta, grazie anche ad alcune società anonime lussemburghesi, successivamente «italianizzate» con cui sono riusciti in pochi anni a distrarre 34 milioni di euro di soldi pubblici destinati alla bonifica della discarica di Borgo Montello. Sarebbe una truffa che per gli inquirenti è stata ben strutturata compreso il bluff dell’emergenza dei rifiuti, veicolato dal punto di vista comunicativo in diverse direzioni per portare l’at t e nz i on e sull’ampliamento di un invaso. Le indagini della Squadra Mobile e i riscontri raccolti nel giro di pochi mesi, grazie anche all’installazione di alcune microtelecamere che hanno ripreso la doppia pesatura dei camion, hanno permesso di accertare il funzionamento del «Sistema rifiuti», un meccanismo complesso che gli investigatori continuano ancora a studiare.

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21 OTTOBRE 2014
"IL GIORNALE DI LATINA"
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21 OTTOBRE 2014
"IL MANIFESTO"
Latina, gli affari della discarica finivano in «paradiso»
 Marco Omizzolo, Roberto Lessio, 21.10.2014  “IL MANIFESTO

Rifiuti. In manette per peculato il vertice Indeco e altre 5 persone. Nell’inchiesta pontina emerge il ruolo della camorra e una serie di società fittizie. 34 milioni scovati in Lussemburgo


La discarica di Borgo Montello
Indeco Srl è la società che dagli anni Novanta gesti­sce la disca­rica di Borgo Mon­tello (Latina). Un impianto ceduto in parte alla Ecoam­biente Srl con una pro­ce­dura ancora da chia­rire. Ammi­ni­stra­tore unico della **** **** da circa cin­que mesi si diceva deluso. Lui che «aveva supe­rato sem­pre tutti i con­trolli senza pro­blemi», che «non era mai stato coin­volto in alcuna inda­gine penale», che aveva alle spalle «una Hol­ding che lavo­rava in tutta Ita­lia», era pre­oc­cu­pato del futuro dei suoi trenta dipen­denti se non fos­sero arri­vate le enne­sime auto­riz­za­zioni della Regione Lazio per la rea­liz­za­zione dei nuovi invasi.
Oggi **** è agli arre­sti domi­ci­liari insieme ad Andrea Grossi (figlio del «re delle disca­ri­che» Giu­seppe, dece­duto nel 2011) e ad altri quat­tro inda­gati. L’accusa è di pecu­lato per aver fatto spa­rire nei para­disi fiscali circa 34 milioni di euro. Soldi pagati con le bol­lette dei cit­ta­dini (circa 13 euro a ton­nel­lata) che per legge i gestori degli impianti di smal­ti­mento devono accan­to­nare per la gestione «post mor­tem» della disca­rica stessa (almeno per 30 anni). Invece gli ammi­ni­stra­tori e i dipen­denti della Indeco e della sua pro­prie­ta­ria, la Green Hol­ding SpA, li face­vano tran­si­tare sui conti delle società dello stesso gruppo con desti­na­zione estere. La truffa è stata sma­sche­rata dall’operazione «Ever­green», con­dotta dalla Pro­cura della Repub­blica di Latina, attra­verso il Pro­cu­ra­tore aggiunto Nun­zia D’Elia, il sosti­tuto Lui­gia Spi­nelli e con l’ordinanza del GIP Giu­seppe Cario. L’attività inve­sti­ga­tiva, che ha coin­volto anche Milano, Bre­scia, Ber­gamo, Padova e Rapallo, luo­ghi di resi­denza di una delle società coin­volte e degli arre­stati, è stata svolta dalla squa­dra Mobile della Que­stura di Latina coor­di­nata dal nuovo que­store, Giu­seppe De Mat­teis. L’origine dell’inchiesta si deve ad un espo­sto di un’associazione ambien­ta­li­sta che sol­le­vava dubbi sulle ope­ra­zioni di con­fe­ri­mento in disca­rica, salvo poi sco­prire un reato molto più consistente.
I soldi veni­vano tra­sfe­riti dalla Indeco alla Green Hol­ding sotto forma di finan­zia­mento e senza alcuna garan­zia, per finire nelle casse della Adami Sarl e della Dou­ble Green Sarl, società «lus­sem­bur­ghesi» che con­trol­lano il capi­tale sociale del gruppo «ita­liano». Società resi­denti allo stesso indi­rizzo di Ave­nue Char­les de Gaulle n. 2 nella capi­tale del Gran­du­cato e in realtà «radiate» entrambe dal locale regi­stro delle imprese il 2 gen­naio di quest’anno. **** comun­que le cose le aveva fatte bene. Aveva fir­mato con­tratti di fatto «mono­po­li­stici» con vari Comuni pon­tini, visto che quella di Mon­tello è l’unica disca­rica esi­stente nella Pro­vin­cia di Latina e che presso l’invaso Ecoam­biente pos­sono sca­ri­care solo tre Comuni auto­riz­zati dalla Regione Lazio. Si era anche pre­mu­rato di indi­care il posto pre­ciso dove l’Indeco avrebbe rea­liz­zato l’impianto di Trat­ta­mento Mec­ca­nico Bio­lo­gico dei rifiuti (TMB). In molti con­tratti sono ripor­tate le par­ti­celle cata­stali dei ter­reni interessati.
Il caso vuole che que­gli immo­bili siano stati acqui­stati dalla Green Hol­ding, attra­verso la lati­nense Indeco e la mila­nese Alice Acque­dotti, tra il 2008 e il 2009, da un certo Anto­nio Schia­vone; cioè dal cugino «incen­su­rato» (così defi­nito in un ver­bale d’interrogatorio) sia del pen­tito di camorra Car­mine Schia­vone, lo stesso che nei giorni scorso ha defi­nito «Latina pro­vin­cia di Casale», che dal capo dei Casa­lesi Fran­ce­sco Schia­vone (detto San­do­kan). Insieme ad una casetta adia­cente alla disca­rica, dive­nuta poi la resi­denza di Michele Cop­pola, a sua volta indi­cato dallo stesso Car­mine Schia­vone come refe­rente del clan per la zona a nord della Pro­vin­cia pon­tina e il sud della Pro­vin­cia di Roma, que­gli immo­bili erano stati acqui­stati dai Casa­lesi nel 1989; cioè quando la disca­rica era appena agli inizi della sua atti­vità. Ter­reni clas­si­fi­cati come agri­coli e che senza l’autorizzazione della Regione Lazio tali resteranno.
Un ana­logo impianto Tmb dovrebbe sor­gere presso la stessa disca­rica Ecoam­biente Srl; società con­trol­lata, si fa per dire, dal Comune di Latina ma di fatto ammi­ni­strata dall’apparato politico-affaristico Man­lio Cerroni-Bruno Landi (ex pre­si­dente socia­li­sta della Regione Lazio). Una vicenda, quella dell’acquisto in zona di immo­bili da parte del clan camor­ri­stico in tempi remoti e non sospetti che non ha impen­sie­rito né i «padroni dell’immondizia», né gli ammi­ni­stra­tori locali, regio­nali e nazio­nali. Nep­pure quando è stato ammaz­zato l’anziano par­roco di Mon­tello Don Cesare Boschin, nella notte tra 29 e 30 aprile del 1995, per aver denun­ciato il traf­fico ille­cito di rifiuti e di droga che inte­res­sava la disca­rica pon­tina. Non si con­ta­vano più le denunce pre­sen­tate dai resi­denti e dalle asso­cia­zioni ambientaliste.

Ora, anche se per «via con­ta­bile», ini­ziano ad emer­gere riscon­tri giudiziari.
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16 Ottobre 2014
PROGRAMMA "MONITOR"
Lazio-TV-Latina
(Le indagini della polizia sulla Discarica di Borgo Montello)
(Ci scusiamo per la cattiva qualità del video dovuta alla registrazione effettuata manualmente durante lo streaming-web. La qualità audio è buona. Ci riserviamo di sostituirlo non appena saremo in possesso di una versione migliore. )
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16 ottobre 2014


Rifiuti: arrestato Andrea Grossi, figlio del “re delle bonifiche”. 

“Spariti soldi pubblici”

Ordini di custodia della Procura di Latina per sei manager nell'inchiesta sulla Green Holding. "Drenati soldi dei cittadini" per 34 milioni, destinati al risanamento della discarica di BorgoMontello e finiti in "castelli e vetture di lusso"


di Andrea Tornago – IL FATTO QUOTIDIANO | 16 ottobre 2014
Una storia “sorprendente”, che ha portato all’arresto di Andrea Grossi, figlio di Giuseppe, il “re delle bonifiche” coinvolto nell’affare Montecity-Santa Giulia. Quella di un fiume di soldi nascosti dal gruppo Green Holding, colosso dello smaltimento rifiuti, in alcune società con sede in Lussemburgo. Circa 34 milioni di euro che sarebbero dovuti servire alla bonifica e al risanamento della discarica Borgo Montello, in provincia di Latina (la cui situazione ambientale è compromessa) di proprietà di una società del gruppo, la Indeco. E usati, invece, per compensare crediti vantati con società di diritto lussemburghesi e portare a termine operazioni finanziarie. Una vicenda accaduta, secondo il giudice, “nella sorprendente e inspiegabile inerzia degli organi amministrativi deputati al controllo, la Regione Lazio in primo luogo”.

La procura di Latina ha arrestato sei dirigenti del gruppo Green Holding e della società Indeco con l’accusa di peculato: Andrea Grossi, consigliere di amministrazione del gruppo con sede a Segrate; ****, Stefano Lazzari e Antonio Romei, presidente e consiglieri del Cda di Indeco; Vincenzo Cimini, consigliere di Green Holding e Paolo Titta, “amministratore di fatto” del gruppo Green Holding. Il giudice ha disposto per i manager gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico e il divieto assoluto di comunicazione con l’esterno.

L’indagine, condotta dalla polizia di Latina, è nata dall’esposto presentato nell’aprile del 2014 dai comitati locali contro la discarica e da una telecamera, piazzata dagli inquirenti all’ingresso dell’impianto Indeco di Borgo Montello, di fronte alla pesa dei camion. Dalle immagini raccolte, come spiega il gip Giuseppe Cairo, “si è aperto un mondo”. Sullo sfondo, le recenti vicende di “monnezza” laziale, e le pressioni del presidente di Indeco per far autorizzare alla Regione l’ampliamento degli invasi a Borgo Montello “che incredibilmente – si legge nell’ordinanza – trova risposta affermativa da parte degli organi regionali”. Si tratta, tra l’altro di una delle discariche per cui il15 ottobre la Commissione Ue ha dichiarato l’Italia inadempiente per la gestione dei rifiuti laziali, interrati fino al 1 agosto 2012 senza un adeguato trattamento).

Le indagini si concentrano sulle fidejussioni della Indeco, che dovrebbero servire a garantire gli interventi di messa in sicurezza e bonifica del percolato: ma “i soldi sono spariti”. Soldi dei contribuenti, 13,9 euro a tonnellata di rifiuto che la società dovrebbe, per legge, fatturare distintamente e accantonare nei bilanci per quando la discarica sarà chiusa. Indeco, nel corso degli anni, finanzierà invece la capogruppo Green Holding, la Rea Dalmine e la Marzano per circa 34 milioni di euro, soldi che a loro volta verranno “girati” a tre società di diritto lussemburghese, Adami Sa, Double Green Sa e Green Luxemburg Sa.

“Verranno in sostanza compensati crediti – scrive il giudice – vantati dalla Green Holding con i relativi debiti che fanno capo alle società estere”. Un gioco che avrebbe permesso ad Andrea Grossi, dopo la morte del padre Giuseppe, di riprendersi “tutto quello che gli apparteneva” estromettendo un vecchio socio: “Io so solo che mi sono comprato l’ultima parte del mio gruppo che mi mancava”, afferma intercettato Andrea Grossi.

L’ampliamento della discarica di Borgo Montello dunque “consentirebbe l’ennesima distrazione di somme (…) in spregio delle esigenze di tutela della salute collettiva”, permettendo di intascare nuovi contributi per la post-gestione. Il giudice ha disposto anche il sequestro delle quote della Indeco per evitare la distrazione di fondi “drenati dalle tasche dei cittadini con tariffe sempre più esose” che anziché servire alla tutela dell’ambiente finiscono nelle tasche dei privati. Per alimentare i capricci dei signori dei rifiuti: “Castelli da sistemare, vetture dal valore di 450mila euro, appartamenti”. Mentre continua l’odore insopportabile della discarica per gli abitanti di Borgo Montello.



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16 Ottobre 2014
LATINA - 6 ARRESTI PER L'INDAGINE
 SULLA DISCARICA DI BORGO MONTELLO

LATINA 16 Ottobre 2014 - Hanno fatto sparire 30 milioni di euro accantonati per il risanamento (il cosiddetto "post mortem") della discarica Indeco di Borgo Montello. Questa è l'accusa mossa a sei amministratori di società del gruppo Green Holding. L'operazione della Squadra Mobile di Latina e del servizio centrale operativo della polizia è in corso in queste ore. I sei sono stati raggiunti questa mattina da altrettante ordinanze di custodia cautelare. Sei le città coinvolte dall'operazione Evergreen: Latina, Milano, Brescia, Bergamo, Padova e Rapallo. Gli ordini di custodia cautelare sono stati chiesti dal pm Luigia Spinelli, e firmati dal gip del Tribunale di Latina. Sono ordinanze di custodia con l'applicazione del braccialetto elettronico. L'accusa è peculato: gli amministratori di due società che hanno sede in Lussemburgo, secondo gli inquirenti, con un vorticoso giro di fatturazioni si sono appropriati di 30 milioni di euro destinati al risanamento della discarica Indeco di Borgo Montello. La legge infatti prevede che ogni hanno vengano accantonati fondi per il post mortem dell'invaso.
L'inchiesta della Mobile di Latina è nata da una denuncia degli ambientalisti.
Fonte: IL MESSAGGERO DI LATINA


                                                                           


Fanno sparire 30 milioni per la bonifica di Montello, 
sei arresti per peculato


Avrebbero intascato il denaro destinato al risanamento della parte della discarica gestita da Indeco. L'operazione della squadra mobile di Latina si è estesa a Milano, Bergamo, Brescia, Padova

16 Ottobre 2014

Con il classico meccanismo delle scatole cinesi avrebbero fatto sparire denaro destinato alla bonifica di parte della discarica di borgo Montello, un ammanco di circa 30 milioni di euro. Erano soldi destinati al risanamento, alle cosiddette procedure di gestione del “post mortem” degli invasi quelle finite nelle tasche di sei persone, componenti del consiglio di amministrazione e figure tecniche, come commercialisti, di una società, la Green Holding, (leader, a livello internazionale, nel campo dei servizi legati al trattamento dei rifiuti), che opera tramite società controllate, tra cui Indeco.
Sono scattate all’alba di questa mattina sei ordinanze di custodia cautelare richieste dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e dal sostituto procuratore Luigia Spinelli e firmate dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario: oltre ai sei arrestati, che si trovano ai domiciliari, controllati attraverso il braccialetto elettronico, ci sono altre quattro persone indagate a piede libero. Per tutti l’accusa è quella di peculato in concorso. Due di questi sono di Latina. 
L’inchiesta, denominata Evergreen, è partita ad aprile da un esposto di un’associazione ambientalista: il contenuto era riferito ad altre circostanze sulle quali si sta ancora indagando, ma, grazie a quella segnalazione, gli investigatori sono riusciti ad andare oltre, scavando nei bilanci della Indeco, la società che gestisce parte della discarica di borgo Montello.
Da un’attenta analisi documentale, gli uomini della terza sezione della squadra mobile si sono resi conto della distrazione delle somme, operazioni attraverso le quali il denaro veniva trasferito a due società che hanno sede in Lussemburgo facenti capo alla Green Holding. Soldi fatti confluire nelle casse delle due società che detengono il capitale sociale della Green Holding, che la Indeco avrebbe girato sotto forma di finanziamento senza nessuna garanzia.
Con l’ausilio di consulenti tecnici della Procura sono stati portati avanti gli accertamenti che questa mattina hanno portato all’operazione che ha riguardato Latina, Bergamo, Brescia e Padova e ha impegnato circa 70 uomini, con il coordinamento dello Sco, servizio centrale operativo e al termine della quale è stato anche notificato il sequestro delle quote societarie. I dettagli sono stati illustrati stamattina nel corso di una conferenza stampa dal questore Giuseppe De Matteis, il capo della squadra mobile Tommaso Niglio e dal capo di gabinetto Manuela Iaione.
“Per sottrarre all’erario le somme – spiegano dalla questura – gli indagati hanno avviato operazioni di finanziamento, senza garanzie, tre le società controllate del gruppo, facendo transitare fondi pubblici su conti corrente intestati alla Adami sa, Double Green sa e Green Luxembourg sa”.
Quello intascato dai sei arrestati era denaro destinato a bonificare parte della discarica: le società che si occupano del trattamento dei rifiuti, infatti, sono obbligate a destinare una parte dei soldi alle opere di risanamento avviate sugli invasi che esauriscono il loro ciclo.
Il tanto discusso ampliamento della Indeco, attraverso la costruzione di nuovi invasi, di cui più volte si era parlato nell’ultimo anno, avrebbe rischiato di far intascare agli indagati altro denaro pubblico. L’attività investigativa è ancora in corso e questa mattina i poliziotti hanno eseguito circa venti perquisizioni alla ricerca di bilanci e altre documentazioni.
“Quella scoperta è solo la punta di un iceberg – ha spiegato il questore De Matteis – dobbiamo andare oltre la convinzione che gli illeciti legati ai rifiuti siano riconducibili solo a gruppi criminali come i casalesi e in generale alla camorra. In molti casi si tratta di livelli più alti”. 
Fonte: LATINATODAY
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15 Ottobre 2014


Fonte: WWW.LATINAPRESS (15-10-2014)

La Commissione Ue ha contestato lo stoccaggio di rifiuti "senza un'adeguata selezione e una qualche forma di stabilizzazione delle diverse frazioni dei rifiuti".

La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha reso noto oggi di aver condannato l'Italia per il trattamento inadeguato dei rifiuti in sette discariche del Lazio, tra cui quella di Malagrotta, il più grande sito di raccolta d'Europa, chiuso da un anno.

La Commissione europea ha contestato alle autorità italiane di aver consentito per anni lo stoccaggio di rifiuti in sette discariche di Roma e Latina "senza un'adeguata selezione e una qualche forma di stabilizzazione delle diverse frazioni dei rifiuti", come invece previsto da due direttive Ue, per "prevenire o ridurre i potenziali effetti negativi sull'ambiente nonché sulla salute umana".

La sentenza riguarda oltre a Malagrotta anche Colle Fagiolara, Cupinoro, Montecelio-Inviolata e Fosso Crepacuore in provincia di Roma, e le due discariche di Borgo Montello a Latina.

La sentenza si riferisce alla situazione al primo agosto 2012.

Nel caso di Malagrotta, il trattamento biologico-meccanico dei rifiuti è iniziato solo nell'aprile del 2013 per terminare a settembre dello stesso anno, quando la discarica è stata chiusa dopo circa 30 anni di attività.

Secondo la Commissione di Bruxelles, "l'affermazione dell'Italia secondo cui l'utilizzo di altri impianti renderebbe l'intero bacino regionale del Lazio autonomo in materia di trattamento dei rifiuti è contraddetta, da un lato, dalla dichiarazione dell'Italia secondo cui sarebbero stati formalizzati accordi nel 2013 per portare i rifiuti fuori da tale regione e, d'altro lato, dagli articoli di stampa relativi a tali accordi".

Per la Corte, infine, nel Lazio è mancata "una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione dei rifiuti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili".


DA "IL QUOTIDIANO" 7 OTTOBRE 2014

DA "IL GIORNALE DI LATINA" 5 OTTOBRE 2014


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Articolo da: IL QUOTIDIANO - Martedì 23 Settembre 2014  -  Latina 


C’è un falso nelle autorizzazioni della discarica di Borgo Montello.
La Regione Lazio di Zingaretti (PD SEL e Legambiente in maggioranza) non ha imposto la bonifica preventiva. Il Comune annuncia un esposto. 


Ieri la contestazione nel verbale finale sul monitoraggio effettuato all’interno dei due invasi
IL MATERIALE ABBANCATO IN MODO IRREGOLARE CAUSA I CATTIVI ODORI «C’E’ DIFFORMITÀ TRA QUANTO STABILITO NELLE CONFERENZE DI SERVIZI E GLI ATTI DELL’AIA CONCESSA ALLA SOCIETÀ INDECO» 

DI GRAZIELLA DI MAMBRO

Blitz a sorpresa ieri mattina presso i due invasi di Borgo Montello che raccolgono il materiale di risulta del trattamento Tmb e da un anno emanano odori nauseabondi contestati con decine di esposti dai cittadini della zona. Ma ciò che è emerso va oltre le polemiche ed è forse anche più grave perché attiene un «falso» nel recente rinnovo dell’aut orizzazione Aia alla Indeco srl e che diventerà oggetto di un esposto alla Procura da parte di Comune e Provincia di Latina. Si va allo scontro istituzionale. Senza risolvere alla base il problema cardine dell’inquinamento delle falde e della bonifica che, in base alla conferenza di servizi, doveva essere la condizione essenziale e propedeutica a qualsiasi nuova bonifica. In particolare dal verbale redatto dopo l’ispezione presso Indeco emerge che «alla luce del mancato rispetto della realizzazione del progetto di bonifica, in particolare il capping di S0» è «in contraddizione rispetto a quanto espresso in sede di conferenza di servizi». Inoltre sempre nel verbale di ieri la Provincia di Latina ha fatto rilevare che nel rinnovo dell’Aia ad Indeco «non vi è un immediato riscontro ai pareri espressi in conferenza» sempre in relazione alla bonifica. Per quanto concerne, nello specifico i cattivi odori, i maggiori problemi sono stati riscontrati nell’invaso di competenza di Ecoambiente e sembrerebbero legati sia al sistema usato in loco che denota delle irregolarità, sia alla tipologia di materiale conferito da impianti di Trattamento romani cui la Regione ha annunciato fornirà ulteriori direttive per le migliorie. Nell’invaso di Indeco invece sono stati «riscontrati ristagni di percolato all’interno del bacino in aree funzionali al rilancio presso i siti di pertinenza». In sintesi la Regione Lazio rischia in questo momento di essere denunciata da Comune e Provincia per aver rinnovato le autorizzazioni senza chiedere ai gestori il rispetto delle condizioni circa l’esecuzione della bonifica in un’area così fragile e compromessa. Dunque si va oltre il ricorso al Tar per l’annullamento degli atti amministrativi. E’ pressoché certo che dopo le autorizzazioni Aia ci sarà un «sì» all’ampliamento funzionale degli invasi, una procedura che non richiede un ulteriore passaggio in conferenza, ossia il confronto con altri soggetti (Arpa, Asl, Provincia, Comuni). Ancora ieri i tecnici della Regione Lazio intervenuti sul posto hanno sostenuto che «è condizione indispensabile che venga proseguita l’attività di bonifica da parte di Ecoambiente con l’immissione di reagenti anche nei piezometri ricadenti nell’ambito di competenza Indeco». Quest’ultima fino ad oggi non ha consentito l’accesso ai suoi pozzi (per avviare la bonifica) e ieri ha sostenuto che tale atteggiamento era motivato dal fatto che l’accesso si stava facendo senza la presenza di rappresentanti degli enti pubblici. La Regione ha ribadito che «l’attività deve essere ripresa indipendentemente dalla presenza degli enti». Come si può notare gli ostacoli a questa bonifica imposta e tanto attesa sono molteplici e quasi si è dovuti arrivare alla imposizione della immissione dei reagenti. Eppure tutto questo non basta perché mentre gli interventi di tutela vengono procrastinati dai due gestori, la Regione ha già varato le autorizzazioni che, come è stato confermato ieri, risultano essere propedeutiche agli ampliamenti (seppure funzionali) degli invasi. Ciò significa che si andrà ad abbancare materiale residuale del tmb sui vecchi siti, con il sicuro risultato dei cattivi odori, e con probabili conseguenze sulle falde.

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28 SETTEMBRE 2014
SU RAI 3 - AMBIENTE ITALIA -  E' ANDATO IN ONDA UN SERVIZIO CHE EVIDENZIA IL FILO CHE COLLEGA LE ATTIVITA' DELLA CAMORRA SVOLTESI INTORNO ALLA DISCARICA DI BORGO MONTELLO CON LA TRAGICA FINE DI DON CESARE BOSCHIN.
QUI DI SEGUITO LO RIPORTIAMO:


DISCARICA DI BORGO MONTELLO

Da:  IL QUOTIDIANO - Latina, Giovedì 18 Settembre 2014

La fase preliminare per nuovi invasi, 
tutto il contrario di quanto annunciato finora.
E arriva un altro ampliamento
Via libera della Regione all’Aia per Indeco 
e a seguire per Ecoambiente

PROVVEDIMENTO DEL 9 SETTEMBRE SCORSO,
SI PARTE CON IL «SOVRALZO» DEL SITO ATTUALE

DI GRAZIELLA DI MAMBRO
Il Settore Ambiente della Regione Lazio ha autorizzato i primi ampliamenti degli invasi della discarica con determina del 9 settembre scorso e in vigore alla prossima settimana. Il via libera riguarda la Indeco per il cosiddetto «sovralzo» dell’attuale invaso e che consentirà di accogliere il materiale del pretrattamento rifiuti almeno fino a gennaio 2015; entro le prossime settimane è previsto l’esame e l’ulteriore via libera al nuovo invaso, quello cioè che dovrebbe evitare l’emergenza vera e propria. Stessa procedura per la Ecoambiente. Anche se la determina regionale fa passare questo ampliamento della discarica per il rinnovo dell’Autorizzazione di impatto ambientale scadute da due anni e mezzo. Come è evidente l’ultima determina della Pisana va esattamente nella direzione opposta a quanto annunciato anche di recente, ossia la progressiva chiusura della discarica di Borgo Montello che si estende ormai su cinquanta ettari di terreno. Al momento vengono conferiti nelle due discariche materiali residuali del pretrattamento dei rifiuti sia della provincia di Latina che (in parte) di quella di Roma. I residenti della zona continuano a lamentare che dal materiale conferito promanano miasmi e cattivi odori. L’Arpa per due volte ha  attestato che le modalità di abbancamento dei rifiuti sono tra le cause dei cattivi odori ma finora nessun ente, neppure la Regione e l’Arpa, hanno intimato provvedimenti in grado di ridurre l’entità del problema. Ed è in questa situazione che si innesta il sì al rinnovo dell’Aia, il quale include la possibilità di nuovi abbancamenti e aumenti delle volumetrie. La Regione Lazio nelle determine non fa alcun cenno alla provenienza del materiale di trattamento conferito a Montello, che pure è stato argomento di discussione degli ultimi mesi. L’assenza di autorizzazione sull’impatto ambientale ha reso il conferimento a Montello formalmente «smaltimento illegale» anche se si tratta di un’ipotesi mai contestata. D’altro canto un blocco dei conferimenti avrebbe messo fuori uso l’unica discarica della zona in grado di accogliere il materiale degli impianti di Tmb in provincia di Latina. A questo provvedimento si arriva dopo un’istruttoria lunga ma tutto sommato semplice e dall’esito prevedibile, poiché vietare l’accesso agli invasi o arrivare alla loro saturazione avrebbe portato a sicura emergenza. E così è prevalsa la ragione, non il sentimento che poteva guardare agli interessi e ai diritti dei cittadini residenti in zona. Due mesi fa proprio la Indeco aveva sollevato il problema dell’esaurimento degli invasi paventando la possibilità di problemi specifici qualora non fosse arrivata la nuova Aia, propedeutica agli ampliamenti, i quali andranno ad aggiungersi agli abbancamenti esistenti sui quali l’Arpa ha invitato ad effettuare ulteriori indagini circa lo stato dell’inquinamento delle falde.


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Agosto 2014 - Cresce la preoccupazione

Intervista a Giorgio Libralato su Lazio tv.




 Mancata bonifica, inquinamento delle falde, rinnovo dell'AIA nella discarica di Borgo Montello nonostante dati ArpaLazio, relazione CTU dottor Munari e il sequestro dei terreni interessati dall'invaso. 
(da: http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/08/borgo-montello-intervista-giorgio.html )

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GLI ABITANTI DI BORGO MONTELLO PROTESTANO VIVACEMENTE DURANTE LA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI LATINA (da "LATINA OGGI" -  11 LUGLIO 2014)
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Discarica di Borgo Montello, 
risultati inquietanti dalle indagini del consulente del Tribunale
Teresa Salivi | lug 01, 2014 | www.h24notizie.com
Il consulente tecnico del Tribunale di Latina Tomaso Munari ha presentato ieri, nell’ambito dell’udienza preliminare relativa agli indagati Bruno Landi, Vincenzo Rondoni e Nicola Colucci, accusati di essere i responsabili dell’inquinamento della discarica di Borgo Montello, un bilancio delle attività svolte e dei sopralluoghi effettuati.
Nel documento vengono individuate criticità relative all’intervento di bonifica delle discariche S1, S2 e S3, per la quale era stato presentato un progetto della Ecoambiente terminato nel 2012. L’ingegnere di Genova hachiesto una nuova proroga per la perizia, concessa dal giudice per le indagini preliminari Guido Marcelli che ha rinviato al prossimo 29 ottobre. In aula oltre agli imputati anche le parti civili: Legambiente Lazio assistita dall’avvocato Luigi Di Mambro, i residenti assistiti dall’avvocato Stefano Noal e i legali della Regione Lazio parte lesa nel procedimento.
Le prime risultanze del lavoro condotto dal perito sono però inquietanti. Munari riprende le precedenti indagini effettuate sul sito dalle quali risulterebbe che l’invaso S0 sia stato realizzato senza impermealizzazione sia sulle pareti laterali che sul fondo e che altrettanto varrebbe per l’invaso S1, e conferma come da circa trent’anni siano state realizzate discariche per la deposizione dei rifiuti urbani senza l’adozione di idonei accorgimenti per scongiurare la contaminazione delle acque (soprattutto relativamente agli invasi S0, S1 e S2). Da qui il progetto di bonifica presentato da Ecoambiente nel 1998.
Confermato l’inquinamento delle falde però, fa alcuni passi avanti e analizza tutte le criticità che non gli avrebbero permesso di capire se la contaminazione delle acque sia riconducibile a negligenze o imperizia o comunque responsabilità della Ecoambiente nella realizzazione delle opere nei siti che ha o ha avuto in questione o a periodi precedenti.
Per quanto riguarda gli invasi S1, S2 e S3, il perito chiarisce come il progetto originale sia stato modificato in corso d’opera senza aver contestualmente previsto una verifica in fase di collaudo della tenuta idraulica di questa nuova soluzione.
L’ingegnere lamenta anche l’impiego di piezometri (che servono a monitorare le acque sotterranee) incapaci di svolgere la loro funzione perché avrebbero misurato, così come utilizzati, solo la zona più profonda e quindi meno contaminata del corso d’acqua. Secondo il perito “la inusuale scelta realizzativa e di campionamento oltre ad essere difforme alle norme di buona tecnica appare in contrasto con le modalità costruttive riportate nel piano di monitoraggio idrogeologico finalizzato al collaudo ambientale redatto da Arpa Lazio nel 2004”. Le prescrizioni relative ai piezometri, in particolare, non sarebbero state osservate.
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Il pregiudicato Carmine Schiavone dichiara apertamente l'entità dello scempio che la camorra ha inferto al territorio di Borgo Montello.

La situazione di degrado ambientale attorno alla discarica di Borgo Montello è motivo di preoccupazione da parte della popolazione. Recentemente è divenuta oggetto di servizi giornalistici e televisivi che hanno messo in evidenza la vera portata del problema.




Gli sversamenti illegali nella discarica di Borgo Montello sono ormai accertati e documentati



Rifiuti tossici: in commissione regionale la situazione nel basso Lazio
Audizione congiunta di I e VI commissione con gli assessori Refrigeri e Ciminiello
17 dicembre 2013 Fonte ilVelino/AGV NEWSRoma

Una situazione complessa, in un territorio di grande pregio, da proteggere e bonificare. Questo il quadro sulla gestione dei rifiuti nel basso Lazio che hanno fatto, Gaia Pernarella (M5s), Enrico Forte (Pd), Giuseppe Simeone (Pdl) e Cristiana Avenali (Per il Lazio) introducendo l’audizione congiunta nelle commissioni I (sicurezza e lotta alla criminalità) e VI (ambiente) del Consiglio regionale del Lazio, presiedute rispettivamente da Baldassarre Favara (Per il Lazio) ed Enrico Panunzi (Pd). I consiglieri hanno ricordato le due risoluzioni presentate in Consiglio regionale sulla gestione rifiuti nel basso Lazio, in particolare sulla discarica di Borgo Montello e sull’interramento di materiali tossici. Dopo le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone che ha raccontato di rifiuti tossici e radioattivi che sarebbero stati smaltiti nella zona dalla camorra – hanno spiegato i consiglieri - c’è molto allarme in tutta la zona. Non chiediamo che la Regione si sostituisca alla magistratura ma che vengano messe in atto tutte le attività di tutela della popolazione che sono nei nostri poteri, fatti tutti i controlli necessari e informata con puntualità la popolazione e avviata in tempi brevi la bonifica delle zone inquinate. Giuseppe Cangemi (Ncd) ha evidenziato la necessità di maggior programmazione nel settore e ha chiesto di fare un consiglio regionale straordinario. D’accordo anche Antonello Aurigemma (Pdl) che ha chiesto alla giunta un programma di interventi preciso e dotato di risorse certe.
“Si tratta di un percorso complesso, che inizia negli anni ‘70 – ha ricordato l’assessore all’Ambiente Fabio Refrigeri – il vero tema è capire il livello della qualità ambientale in tutto il basso Lazio e, in particolare, nella vallata dove c’è la discarica di Borgo Montello. Abbiamo cominciato facendo l’anagrafe dei siti da bonificare, per avere un quadro preciso e poi intervenire con una programmazione seria. In quest’area è stata già fatta la ricerca di eventuali fusti tossici nell’area della discarica e abbiamo chiesto maggiori informazioni alla magistratura che sta indagando. Abbiamo complessivamente a disposizione circa 10 milioni di euro per le bonifiche, di cui 6,4 milioni già stanziati per quest’area”. Refrigeri, in conclusione, ha ribadito che le indagini svolte fino ad ora non hanno rilevato la presenza di rifiuti radioattivi negli invasi della discarica. Teresa Petrangolini (Per il Lazio) ha suggerito di usare l’istituto della partecipazione al processo che consente a cittadini e associazioni di essere informati fin dalla fase delle indagini: “Dobbiamo verificare se la Regione possa utilizzare questo strumento”. “Al di là delle dichiarazioni di Schiavone – ha ribadito Pernarella – i risultati dei rilievi dell’Arpa dimostrano un elevato livello di inquinamento, in particolare delle acque del fiume Astura, inquinamento dannoso sia per la popolazione che per i prodotti agricoli. La Regione deve intervenire subito”.  Il presidente Panunzi ha ribadito “la necessità di fare chiarezza, fornendo dati certi, evitando ogni tipo di allarmismo, ma tutelando al tempo stesso i cittadini. Servono un’indagine epidemiologica e il monitoraggio continuo. Subito dopo la sessione di bilancio, metteremo in calendario un’audizione con l’Arpa e la Asl”. “Se questa è la situazione – ha replicato Simeone – dobbiamo convocare immediatamente Arpa e Asl”. D’accordo anche Cangemi: “Se questa fosse la verità l’assessore convochi subito i sindaci per vietare l’irrigazione”. L’assessore Refrigeri ha ribadito che la falda è monitorata dal 2005: “Il progetto di bonifica che stiamo mettendo in campo riguarda proprio la mitigazione della contaminazione dell’acqua”. Da parte sua l’assessore alla Sicurezza, Concettina Ciminiello, ha ricordato che le dichiarazioni di Schiavone sono oggetto delle indagini della Direzione distrettuale antimafia: “Sono state fatte anche indagini ambientali. La Regione, per quanto riguarda Borgo Montello – ha proseguito Ciminiello - ha promosso l’istituzione di un tavolo per la trasparenza. Per il resto dobbiamo aspettare la conclusione delle indagini”. Il presidente Favara, a conclusione dell’audizione, ha parlato “di elementi di grande preoccupazione che sono emersi nel corso di questa audizione. Servono riscontri precisi alle dichiarazioni di Schiavone”.



OGNI DISCARICA LASCIA IL SUO NEFASTO SEGNO SULL'AMBIENTE E SULLA SALUTE PUBBLICA - OVVIAMENTE ANCHE L'IMMENSA DISCARICA DI MALAGROTTA (ROMA) E' FONTE DI INQUINAMENTO E MALATTIE







LA DISCARICA DI BORGO MONTELLO - SI NOTINO LE ABITAZIONI E GLI IMPIANTI AGRICOLI PRODUTTIVI PRESSOCHE' ADIACENTI E IL FIUME ASTURA CHE LA COSTEGGIA. 



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